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Perché Vivendi vuole spacchettarsi

Fatti, numeri e scenari del gruppo francese Vivendi, primo azionista di Tim

Il gruppo francese Vivendi pronto a farsi in quattro.

“Lo studio di fattibilità per il progetto di scissione annunciato il 13 dicembre 2023 sta procedendo. Continueremo a tenere informato il mercato”. Lo afferma il top management di Vivendi (Yannick Bolloré e Arnaud de Puyfontaine) nella nota sull’approvazione dei conti del primo trimestre.

Il gruppo ha registrato ricavi pari a 4,2 miliardi di euro, in crescita dell’86,6% rispetto ai 2,3 miliardi del primo trimestre del 2023. A trainare le vendite le attività Canal+ e il colosso della pubblicità Havas, oltre al consolidamento dell’editore Lagardère, segnala Reuters. “Oggi pubblichiamo un aumento particolarmente forte dei ricavi per il primo trimestre. Ciò riflette la forza delle nostre tre attività principali e la capacità del gruppo di trasformazione e di crescita” si legge nella nota della media company francese che fa capo alla famiglia Bolloré.

Questi dati finanziari arrivano in un periodo di riflessione aziendale da parte di Vivendi. Alla luce del risultato, la società comunica infatti che proseguirà con lo studio dello spacchettamento del gruppo: l’opzione all’esame è una scissione parziale in cui Canal+, la società pubblicitaria Havas e una società che raggruppa le sue attività editoriali e distributive diventerebbero tre società separate ognuna delle quali quotata in Borsa, si legge nella nota.

Vivendi paga in Borsa la sua natura di conglomerato. Lo sottolinea il presidente del consiglio di sorveglianza Yannick Bollorè parlando ai soci riuniti a L’Operà di Parigi per l’assemblea annuale sul bilancio. Spiegando i vantaggi del piano di riassetto allo studio, che prevede la separazione in quattro società del gruppo, Bollorè mostra che in Borsa il titolo viene scambiato con uno sconto del 44 per cento. “E’ uno sconto estremamente alto, troppo alto” commenta Bollorè.

Nel frattempo, la scorsa settimana sempre Vivendi, primo azionista di Tim con il 23,75%, ha deciso di astenersi nel corso dell’assemblea dei soci che aveva all’ordine del giorno l’elezione del nuovo consiglio di amministrazione di Tim. Così facendo, evidenzia Startmag, il gruppo francese “ha spianato la strada alla vittoria della lista presentata dal precedente cda che puntava alla riconferma di Pietro Labriola”, fautore del cessione della rete fissa di Tim al fondo americano Kkr, ostacolata proprio da Vivendi.

Tutti i dettagli.

L’IPOTESI DI SUDDIVISIONE DEL GRUPPO

Per sfruttare appieno il potenziale di sviluppo di tutte le sue attività, spiega la nota del gruppo francese, il consiglio di gestione di Vivendi ha proposto al consiglio di sorveglianza, il 13 dicembre 2023, la possibilità di esplorare la fattibilità di un progetto di suddivisione della società in più entità, ciascuna delle quali da quotare in Borsa. Da quella data è in corso lo studio di fattibilità del progetto.

Un’ipotesi attualmente al vaglio è quella di una scissione parziale di Vivendi, dove Canal+ Group, Havas e la società che raggruppa gli asset dell’editoria e della distribuzione diventerebbero entità indipendenti quotate in Borsa. Una volta separata da queste tre entità, Vivendi rimarrebbe così com’è, quotata in Borsa, mantenendo il suo ruolo di supporto alla trasformazione e all’espansione delle sue controllate e continuando a gestire attivamente i propri investimenti.

LE TAPPE

Il progetto, una volta definito, “dovrà essere preliminarmente sottoposto, a tempo debito, alla consultazione degli organi di rappresentanza dei lavoratori degli enti interessati. Al termine di tale processo di consultazione, potrebbe essere necessario ottenere alcune autorizzazioni regolamentari, approvazioni da parte degli obbligazionisti e degli altri finanziatori del gruppo, e quindi un voto in un’assemblea generale straordinaria che potrebbe essere convocata in occasione dell’assemblea degli azionisti prevista per aprile del 2025”.

I RISULTATI DEL PRIMO TRIMESTRE TRAINATI DAL FRONTE COMUNICAZIONI

Nel primo trimestre dell’anno la media company francese Vivendi ha realizzato ricavi pari a 4,275 miliardi di euro, in crescita del 5,4% a valuta e perimetro costanti rispetto allo stesso periodo del 2023.

Principalmente grazie alla performance di Lagardère (+8,9%), Canal+ Group (+2,6%) e Havas (+3,4%) che hanno registrato forti aumenti dei ricavi nel primo trimestre del 2024 rispetto allo stesso periodo del 2023.

“La crescita organica del 5,4% rispetto al primo trimestre del 2023 è stata trainata in particolare dal significativo contributo di Lagardère, confermando la rilevanza dell’operazione con questo gruppo dello scorso novembre e la nostra fiducia nel potenziale delle sue attività. Anche Canal+ Group e Havas hanno ottenuto solide performance, con incrementi dei ricavi rispettivamente del 4,3% e del 6,2%, nello stesso periodo”, sostengono Yannick Bolloré, presidente del consiglio di sorveglianza di Vivendi, e Arnaud de Puyfontaine, presidente del consiglio di gestione.

Su base reported, i ricavi sono aumentati del 63% rispetto al primo trimestre 2023, di cui +1.788 milioni in variazioni di perimetro (di cui +1.730 milioni corrispondenti al consolidamento integrale di Lagardere da parte di Vivendi) e +8 milioni di effetti cambio.

Alla luce dei risultati del primo trimestre “guardiamo al 2024 con fiducia, nonostante un contesto macroeconomico teso”, concludono i vertici di Vivendi.

LE PAROLE DI BOLLORE’ SU TIM E NON SOLO

Vivendi non rinuncia a Tim e, facendo con i soci il punto sugli investimenti in Italia, il ceo del gruppo Arnaud De Puyfontaine (nella foto) sottolinea “continueremo a supportare attivamente” il gruppo. Il manager ricorda anche la causa in corso contro la decisione, “presa dal cda senza sottoporla al voto dell’assemblea” sulla vendita della rete, soprattutto perchè il valore a cui è stata venduta a Kkr “non è corretto”.

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