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AstraZeneca Cina

Perché l’utile di AstraZeneca tracolla

Nonostante il fatturato in crescita, l’utile netto di AstraZeneca crolla per la risoluzione di una disputa con Chugai Pharmaceutical. Tutti i dettagli

 

La casa farmaceutica anglo-svedese AstraZeneca ha chiuso il primo trimestre con un utile netto in forte calo rispetto allo stesso periodo del 2021. Il tracollo è dovuto alla risoluzione di una controversia con la giapponese Chugai Pharmaceutical.

Ecco cosa è successo.

LA CHIUSURA DEL TRIMESTRE DI ASTRAZENECA

AstraZeneca ha chiuso il primo trimestre con un utile netto di competenza di 386 milioni di dollari in netto calo (-75 %) rispetto allo stesso periodo del 2021 per effetto della chiusura di una controversia con Chugai Pharmaceutical, con un accordo transattivo che ha un onere una tantum di 775 milioni di dollari provocato. Lo riferisce Radiocor.

UTILE IN CALO MA FATTURATO IN CRESCITA

Nonostante il tracollo dell’utile netto, il fatturato cresce a 11,3 miliardi di dollari segnando un +56% a cambi costanti grazie ai prodotti oncologici e alle vendite del vaccino anti Covid-19.

Il gruppo, aggiunge Radiocor, ha confermato la sua guida per il 2022, anno che secondo il Ceo Pascal Soriot “è iniziato bene per AstraZeneca”.

I FARMACI ONCOLOGICI

“Farxiga [farmaco orale per il trattamento del diabete mellito di tipo 2, ndr] ha raggiunto un fatturato di 1 miliardo di dollari nel trimestre e i nostri farmaci oncologici hanno registrato una crescita delle vendite del 18%, nonostante il Covid-19 continui ad avere un impatto sulla diagnosi e sul trattamento del cancro”, ha detto Soriot commentando i dati.

“I risultati di alto livello dello studio DESTINY-Breast04 hanno evidenziato il potenziale di Enhertu nel ridefinire il trattamento del carcinoma mammario metastatico HER2-low, e Ultomiris è diventato il primo e unico inibitore C5 a lunga durata d’azione approvato per la miastenia gravis generalizzata negli Stati Uniti”, ha concluso.

PROGETTI FUTURI

“Oggi abbiamo svelato i piani per un nuovo centro strategico di ricerca e sviluppo nel cuore di Cambridge, il polo scientifico del Massachusetts – ha annunciato Soriot -. In linea con i nostri impegni di sostenibilità, sarà progettato secondo i più alti standard ambientali. I nostri investimenti nella scienza pionieristica ci danno fiducia in ulteriori progressi negli anni a venire”.

COSA ERA SUCCESSO CON CHUGAI (NEGLI STATI UNITI)

Come riferito da AstraZeneca in un comunicato del 17 marzo scorso, nel novembre 2018, Chugai Pharmaceutical aveva intentato una causa contro Alexion (casa farmaceutica statunitense acquisita da AstraZeneca l’anno scorso per 39 miliardi di dollari) presso la Corte distrettuale del Delaware sostenendo che Ultomiris, un trattamento per le malattie rare, violava il brevetto statunitense n. 9.890.377 detenuto da Chugai.

Nel novembre 2019, prosegue la nota, al rilascio del brevetto statunitense n. 10.472.623, Chugai ha intentato una seconda causa nello stesso tribunale sostenendo che Ultomiris violava anche quel brevetto.

Le due cause sono state accorpate nel dicembre 2019.

COSA ERA SUCCESSO CON CHUGAI (IN GIAPPONE)

Intanto, riferisce AstraZeneca, nel dicembre 2018, Chugai aveva intentato una causa contro Alexion anche presso la Corte distrettuale di Tokyo sostenendo che Ultomiris violava due brevetti giapponesi (brevetto giapponese n. 4954326 e n. 641743) detenuti da Chugai.

La denuncia di Chugai chiedeva danni non specificati e alcuni provvedimenti ingiuntivi.

LA RISOLUZIONE DELLA DISPUTA

Il 17 marzo, come riporta Reuters, AstraZeneca ha detto che avrebbe pagato 775 milioni di dollari per risolvere la disputa sui brevetti con Chugai.

Come parte dell’accordo, sia AstraZeneca che Chugai avrebbero inoltre ritirato le cause depositate sia negli Stati Uniti che in Giappone.

AstraZeneca aveva dunque annunciato che avrebbe registrato il pagamento come un onere nei suoi risultati del primo trimestre.

ULTOMIRIS: IL FARMACO DELLA DISPUTA

Ultomiris che, secondo quanto scritto da Reuters, ha raggiunto quasi 700 milioni di dollari nelle vendite del 2021, è sviluppato da Alexion, la divisione malattie rare di AstraZeneca.

Questo farmaco è attualmente approvato negli Stati Uniti per il trattamento di adulti e bambini (a partire da un mese di età) affetti da PNH, un grave disturbo del sangue; nell’Unione europea per gli adulti, nonché per i bambini (con un peso corporeo di 10 kg o superiore) e gli adolescenti affetti da PNH che presentano emolisi con sintomi clinici indicativi di un’elevata attività della malattia, nonché per i soggetti clinicamente stabili dopo essere stati trattati con Soliris per almeno gli ultimi sei mesi; e in Giappone come trattamento per gli adulti con PNH.

Ultomiris, inoltre, è approvato per atipico-HUS, una condizione che colpisce la funzione renale, negli Stati Uniti in pazienti adulti e pediatrici; nell’Ue per il trattamento di adulti e bambini con un peso corporeo di almeno 10 kg e in Giappone per adulti e bambini.

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