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Perché Standard and Poor’s delude i profeti di sventura sull’Italia

Standard & Poor's ha confermato il rating dell'Italia BBB, mantenendo l'outlook stabile. Il commento di Giuseppe Liturri

Nulla di nuovo sul fronte della valutazione dell’affidabilità del nostro debito da parte dell’agenzia di rating Standard & Poor’s. È stata confermata la valutazione BBB (A2 sul breve termine) e prospettive invariate.

L’agenzia Usa non ha potuto che prendere atto che i conti pubblici sono in relativa sicurezza e che il sentiero disegnato per i prossimi 12 mesi dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, potrebbe avere tanti difetti ma non ne possiede almeno uno – il più importante – e cioè quello di mettere a rischio la sostenibilità del debito.

Ed allora avanti così per i prossimi 12 mesi.

Perché anche gli analisti Usa sanno che, nell’attuale panorama di turbolenza geopolitica ed economica, qualsiasi prospettiva che vada oltre i 12 mesi è letteralmente scritta sull’acqua. Ed allora hanno correttamente deciso di non infierire più di tanto sulle potenziali vulnerabilità che potrebbero mettere in cattiva luce il nostro debito e la nostra politica economica a partire dal secondo semestre 2024.

Concreta attuazione del Pnrr e connessi effetti sulla crescita, andamento dei tassi Usa, volume del commercio internazionale, andamento dei prezzi delle materie prime (petrolio soprattutto) in relazione alla nuova crisi in Medio Oriente e conseguente potenziale nuovo picco dell’inflazione. È lungo l’elenco dei fattori che potrebbero crearci dei problemi o che potrebbero sostenere la crescita. E su nessuno di essi è possibile avere la benché minima idea su come evolveranno. Allora palla avanti e pedalare, è stato il pensiero che ha guidato Standard & Poor’s, anziché rischiare di fare brutte figure, arrampicandosi a delineare scenari improbabili.

Nemmeno loro hanno creduto di impelagarsi nelle prospettive (fosche) disegnate dalla Nadef per il 2025 e oltre, mettendole in discussione. Un percorso fatto di avanzi primari crescenti e traiettorie di discesa del debito/PIL che abbiamo già visto disegnate tante volte in passato e che si sono rivelate solo un libro dei sogni. Un esercizio accademico e quasi pro forma fatto dai tecnici del Tesoro solo per i loro colleghi di Bruxelles, in cui non ci crede nessuno. E non ci hanno creduto nemmeno gli americani.

C’è visibilità per 12 mesi e siamo in grado di tenere il mare. Tanto basta a Standard & Poor’s. Per il resto: “Chi vuol esser lieto, sia, di doman non c’è certezza”.

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