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Perché Nvidia punta su Groq

Accordo tra Nvidia e Groq: obiettivi, conseguenze e scenari. L'analisi di Aresu

Natale 2025 per l’industria dei semiconduttori ha portato a un grosso annuncio sotto l’albero: l’accordo tra NVIDIA e Groq, un’operazione da 20 miliardi di dollari, cifra ben superiore rispetto ad altri passaggi storici di NVIDIA, come l’acquisizione dell’azienda israeliana Mellanox.

Il rapporto tra le due aziende era stato segnato dalla rivalità, e ora, nel contesto della crescente competizione tra i sistemi di NVIDIA e le soluzioni di Google e degli altri giganti digitali, ha invece portato a un matrimonio.

Per capire Groq, bisogna partire dal suo fondatore Jonathan Ross, che prima della fondazione di questa startup è stato un fondamentale architetto delle TPU (TensorProcessing Unit) di Google. La posizione di Ross è sempre stata quella di segnalare i limiti delle GPU di NVIDIA per la fase di inferenza, che risulta sempre più importante per le attuali applicazioni dell’intelligenza artificiale.

Ross ha avanzato queste posizioni attraverso numerosi interventi e conferenze, in modo crescente dal 2023 a oggi. Secondo Ross, le GPU di NVIDIA, pur essendo straordinarie per il calcolo parallelo massivo necessario nella fase di addestramento, soffrono di colli di bottiglia critici durante l’inferenza per via della dipendenza dalle memorie HBM. Groq ha cercato di proporre soluzioni per ridurre alcuni di questi ritardi.

Allo stesso tempo, Ross ha sempre mantenuto una visione positiva per il grande successo commerciale di NVIDIA, giungendo perfino a dichiarare che una valutazione di 10.000 miliardi di dollari non sarebbe fuori scala per l’azienda guidata da Jensen Huang, vista l’enorme scala del mercato dell’intelligenza artificiale.

Dall’altro lato, il CEO di NVIDIA, pur ricevendo molte domande sul caso di Groq, ha quasi sempre glissato nelle risposte, manifestando una certa indifferenza. I benchmark hanno comunque mostrato notevoli capacità di Groq, in particolare per applicazioni di intelligenza artificiale agentica, e con prezzi competitivi. Sia le capacità attuali di Groq, che le loro applicazioni, possono aver portato NVIDIA a spendere.

L’operazione sembra essere un caso ormai classico con cui le grandi aziende tecnologiche (Microsoft e Google l’hanno già fatto) sfuggono allo scrutinio antitrust. Non si tratta di un’acquisizione tout court, ma di non accordo di licenza e acquisizione di asset. Groq continuerà a esistere come unità indipendente per i servizi cloud, ma Jonathan Ross e i principali ingegneri e ricercatori dell’azienda si uniranno all’impero di Jensen Huang. I 20 miliardi dell’operazione sono un valore ben più elevato rispetto all’ultimo round di settembre 2025, con una raccolta di 750 milioni di dollari e una valutazione di 6,9 miliardi.

NVIDIA, in questo modo, ha riconosciuto una sfida che ha sempre caratterizzato la sua posizione competitiva, fin dal momento in cui si è collocata all’interno dell’ecosistema: i suoi più grandi clienti sono anche i suoi concorrenti. Perciò, un acquisto di Groq da parte di Amazon e Google sarebbe stato un problema.

Al di là di questi aspetti commerciali, è essenziale vedere Groq anche sotto la lente del capitalismo politico, in due termini.

In superficie, come sottolineato da vari commenti, c’è il capitalismo politico “patrimonialistico”, che sottolinea il supporto finanziario ricevuto dalla startup da parte di 1789 Capital, società di venture capital in cui Donald Trump Jr. è partner. Questo ha inserito Groq in una narrazione di sovranità tecnologica americana ma anche di accesso al potere nell’amministrazione Trump e di arricchimento dei suoi familiari.

Tuttavia, il fattore politico è sempre stato importante nella storia e nella prospettiva Groq, in termini più profondi. Come ho ricordato nel 2024 in “Geopolitica dell’intelligenza artificiale”, “Groq sviluppa una precisa tesi politica, quella della supply chain nordamericana – tra Stati Uniti e Canada –, per ridurre la vulnerabilità e compiacere il governo di Washington, aspetto importante sia per il supercalcolo scientifico, sia per i fondi del Chips Act e le applicazioni della difesa”.

Non a caso, poche settimane fa Groq è stata inserita in una lista di aziende top della sicurezza nazionale degli Stati Uniti e l’azienda ha rivendicato con orgoglio questo fatto.

Pertanto, la stessa NVIDIA, nella sua stagione di politicizzazione che ha caratterizzato tutto il 2025, userà l’operazione con Groq anche per rivendicare le sue credenziali di sicurezza nazionale, che continueranno a essere dibattute nelle controversie sulla Cina.

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