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Perché non mi convincono i balletti di Salvini e Di Maio sui conti. L’opinione di Cazzola

L’intervento di Giuliano Cazzola Come volevasi dimostrare. Alla fine il governo ha deciso di seguire le indicazioni di Bruxelles e, nel cosiddetto assestamento di bilancio, ha trovato 7,5 miliardi da tagliare. Vincitori e vinti? Non me ne può fregar di meno. Quando si fa la cosa giusta non si perde mai. Soprattutto ha vinto l’Italia…

Come volevasi dimostrare. Alla fine il governo ha deciso di seguire le indicazioni di Bruxelles e, nel cosiddetto assestamento di bilancio, ha trovato 7,5 miliardi da tagliare. Vincitori e vinti? Non me ne può fregar di meno. Quando si fa la cosa giusta non si perde mai. Soprattutto ha vinto l’Italia che ha buone probabilità di evitare la procedura d’infrazione, in vista di un autunno caldissimo in cui il governo dovrà trovare un rimedio agli errori compiuti nella legge di bilancio 2019.

Viene da chiedersi a che cosa sono servite le tante parole in libertà diffuse e sprecate durante e dopo la campagna elettorale dai due condomini di un governo allo sbando. Nessuno si chiede a che pro si è annunciato che non si sarebbe mai fatto (indietro non si torna!) ciò che invece è accaduto non appena una Commissione europea con i bagagli pronti (sbertucciata e vilipesa in tutti i modi) ha minacciato di esercitare quei poteri che i trattati e le regole le riconoscono.

Non si pongono qualche domanda, non sorge in loro un ragionevole dubbio, i tanti sostenitori della coalizione di governo, ormai dominata da Matteo Salvini? Non capiscono che siamo nelle mani di irresponsabili che giocano con le prospettive del Paese come con la vita di qualche decina di profughi?

Il Consiglio dei ministri ha varato la risposta a Bruxelles in assenza dei due ‘’padroni del vapore’’. Quest’ulteriore provocazione è rivolta a delegittimare l’operazione intessuta dal presidente Conte e dal ministro Tria, come se quella decisione facesse parte di un ambito di potere fittizio, non sostenuto da coloro che detengono il consenso del popolo. E’ ammissibile che due vice presidenti del Consiglio per di più titolari di dicasteri importanti non si ritengano vincolati dalle delibere del governo di cui fanno parte?

Questo sta succedendo in Italia sotto gli occhi di tutti: esiste una politica raccontata che fa da aggio su quella reale. E’ mai credibile un Paese in tali condizioni? E’ un interrogativo inquietante che non riguarda solo i nostri partner, le istituzioni e i mercati internazionali. È l’Italia (Italy first?) ad essere in balia di una classe dirigente cinica e bara, che mente senza neppure sentire il bisogno di dissimulare, che continua a versare veleno nei pozzi del vivere civile al solo scopo di ‘’mitridatizzare’’ l’opinione pubblica. Io sono sbalordito per il video autogestito del Capitano. Il suo è un linguaggio da golpista.

Non era mai accaduto che un ministro attaccasse così pesantemente non la magistratura quale funzione dello Stato, ma singoli giudici, minacciando di avvalersi del potere politico per punirli per le loro sentenze. Che la magistratura sia una lobby arroccata nel proprio status è un argomento presente da decenni nel dibattito politico; che il caso Palamara non sia una eccezione, ma riveli una linea di condotta corrente ed abituale è facilmente intuibile; ma non può essere un ministro a decidere quali sentenze siano giuste o sbagliate. E ad agitare a mò di clava la riforma della giustizia. Non è la prima volta che succede. E non è neppure la prima volta che un uomo di governo penetra nelle case degli italiani con un linguaggio che nella fiction cinematografica appartiene ad un caudillo sudamericano.

Mi è capitato di seguire la performance del Capitano facendo zapping su alcuni talk show. Gli ospiti si domandavano se, con quelle sparate, Salvini si stesse preparando a far saltare il tavolo e ad andare ad elezioni anticipate che lo incoronino come conducator. Nessuno si mostrava scandalizzato per la gravità di quelle affermazioni.

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