Inizialmente il gigante svizzero Nestlé aveva intenzione di separare il suo business dell’acqua – che raggruppa i marchi Perrier, San Pellegrino, Acqua Panna e Levissima – ma, essendo finito al centro di uno scandalo politico in Francia, ha ora optato per la vendita.
NESTLÉ METTE IN VENDITA LE SUE ACQUE
Nestlé ha incaricato la banca d’investimento Rothschild di trovare un acquirente per la sua attività di acqua in bottiglia che, secondo quanto riportato da Reuters, potrebbe valere più di 5 miliardi di euro.
“La principale difficoltà – ha detto l’analista di Vontobel Jean-Philippe Bertschy – è per Perrier, mentre gli altri marchi stanno performando bene. Hanno avuto problemi in diverse (sorgenti) di acqua e c’è una battaglia in corso tra le autorità francesi e Nestlé”.
I ricavi della divisione acqua, afferma l’agenzia di stampa, sono aumentati del 2,9%, raggiungendo 722 milioni di franchi svizzeri (874 milioni di dollari) nel primo trimestre dell’anno, rappresentando meno del 4% dei ricavi totali di Nestlé.
PAPABILI ACQUIRENTI
Reuters riferisce inoltre che tra i potenziali acquirenti ci sono Platinum Equity, Blackstone e One Rock Capital Partners, PAI Partners e CD&R.
One Rock Partners nel 2021 ha contribuito a separare Poland Springs e altri marchi di acqua dell’attività di Nestlé in Nord America per 4,3 miliardi di dollari. Quel portafoglio, osserva Axios, è ora parte di Primo Brands, con One Rock che sta cercando di ridurre la sua partecipazione dal 44% al 31% tramite una vendita di azioni da 1,5 miliardi di dollari. “Ci si chiede – scrive la testata americana – se questa dismissione sia, in parte, uno sforzo per alleviare le preoccupazioni antitrust nel caso in cui One Rock partecipasse alla nuova asta”.
PERCHÉ NESTLÉ VENDE
Un anno fa l’Agenzia francese per la sicurezza alimentare (Anses) aveva raccomandato a Nestlé un monitoraggio più severo dei siti in cui estrae l’acqua minerale dopo che erano state trovate tracce di contaminazione fecale, batteri, pesticidi e Pfas, i cosiddetti “inquinanti eterni”.
La scorsa settimana, le autorità francesi, pur non riscontrando rischi per i consumatori, le hanno ordinato di rimuovere entro due mesi il suo sistema di filtraggio nella regione meridionale del Gard, dove viene estratta e imbottigliata l’acqua Perrier.
La sentenza arriva dopo che quest’anno, a seguito di denunce da parte dei gruppi dei consumatori, un magistrato francese ha avviato un’inchiesta per frode nei confronti di Nestlé e del concorrente imbottigliatore Sources Alma per sospetto di lavorazione illegale di acque minerali che richiedono un prezzo premium.
LA (VECCHIA) QUESTIONE DEI FILTRI
Nel 2024, ricorda France24, Nestlé Waters ha ammesso di aver utilizzato filtri vietati e trattamenti a ultravioletti su acque minerali, che per legge devono essere trattate naturalmente.
Per evitare azioni legali sull’uso di fonti d’acqua illegali e sul filtraggio, lo scorso settembre, ha pagato una multa di 2 milioni di euro. Inoltre, ha dichiarato che i filtri sostitutivi erano stati approvati dal governo e che la sua acqua è “pura”. Tuttavia, gli esperti dell’autorità sanitaria regionale hanno giudicato il sistema di microfiltraggio in uso “non conforme alle normative”. Da qui la decisione della scorsa settimana.
LA DICITURA “ACQUA MINERALE NATURALE”
Perrier intanto non potrà utilizzare la dicitura “acqua minerale naturale” e su questo le autorità francesi si pronunceranno entro il 7 agosto.
Dal canto suo, Nestlé Waters ha fatto sapere che rispetterà l’ordine di fermare il microfiltraggio e che è “determinata a cercare soluzioni” che permettano al prefetto di rinnovare l’autorizzazione a utilizzare la dicitura. Per il gigante alimentare si tratta di un duro colpo. La sola Perrier, infatti, al culmine della sua popolarità vendeva quasi un miliardo di bottiglie all’anno in 140 paesi in tutto il mondo.
In passato, la multinazionale aveva dichiarato che i suoi prodotti di acqua minerale sono sicuri da bere, ma che le pratiche in alcuni dei siti di produzione “potrebbero non essere in linea con il quadro normativo [europeo] applicabile”, mentre “tutta la produzione di acqua nei suoi impianti in Francia è attualmente conforme alle normative francesi”.
Sulla questione aveva indagato anche la Commissione europea, la quale lo scorso luglio aveva riscontrato “gravi lacune” nel sistema di controllo delle acque minerali messo in campo dalle autorità francesi.
L’IPOTESI DI PRESSIONI POLITICHE
France24 ricorda poi che nel caso è sotto inchiesta, da parte di una commissione del Senato francese, anche il governo di Emmanuel Macron, sospettato di aver chiuso un occhio sulle pratiche di filtraggio illegale. Secondo quanto scrive infatti l’emittente francese, i media hanno riferito che nel 2023 l’ufficio del Primo ministro e quello del Presidente avevano raccomandato di lasciare che Nestlé continuasse con il microfiltraggio nonostante gli avvertimenti ufficiali.
“L’ex direttore generale alla Salute, Jérôme Salomon, aveva chiesto la sospensione del permesso di operare di Nestlé nei suoi impianti che producono Vittel e altri marchi nella regione delle Vosges, nell’est della Francia, e Perrier a Vergèze, nella regione meridionale del Gard”, ricorda France24.
Macron tuttavia ha negato di aver ceduto alle pressioni di Nestlé.