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Mediobanca

Perché Mediobanca rimbrotta il Corriere della Sera sul Creval

L’articolo del Corriere della Sera su Mediobanca e Creval. E la replica piccata della banca guidata da Nagel pubblicata dal quotidiano Rcs.   Piccolo giallo a Piazza Affari. Con tanto di protagonisti illustri: Mediobanca e Creval in uno scenario da favola di La Fontaine. In un report, intitolato La cicala e la formica, gli analisti…

 

Piccolo giallo a Piazza Affari. Con tanto di protagonisti illustri: Mediobanca e Creval in uno scenario da favola di La Fontaine.

In un report, intitolato La cicala e la formica, gli analisti di Mediobanca Securities individuano i migliori titoli del comparto bancario italiano.

Soprattutto quelli a buon mercato che, nonostante il Covid, riescono ad avere una redditività interessante grazie a moratorie e prestiti pubblici. “A fronte di questa relativa sicurezza sul lato della stabilità del sistema c’è da mettere in conto che anche quest’anno, a causa delle restrizioni poste dalla Bce alla distribuzione dei dividendi, il 2021 sarà un anno avaro per gli azionisti” spiega Il Corriere della Sera riferendo i dettagli dello studio.

Il quotidiano di via Solferino si accorge poi che Mediobanca Securities ha messo Creval e Popolare di Sondrio nella lista dei cattivi, quelli cioè “sopravvalutati” dal mercato. “Le quotazioni di Creval sono spinte al rialzo dall’Opa al prezzo di 10,50 euro per azione lanciata da Crédit Agricole, con una distribuzione attesa agli azionisti di 737 milioni di euro”, scrive il giornale del gruppo Rcs controllato da Urbano Cairo (59%) e partecipato tra gli altri anche da Mediobanca (9,9%).

Ma qualcuno dalle parti del Credito Valtellinese e della Popolare della Sondrio non deve aver troppo gradito le osservazioni dell’istituto di Piazzetta Cuccia guidato dall’amministratore delegato Alberto Nagel, che è advisor di Creval nell’operazione di acquisto da parte della francese Agricole.

E’ vero che dai tempi delle Ipo gonfiate di Credit Suisse esistono sul mercato le Chinese wall, le “separazioni” fra attività gli analisti e quelle dei banchieri di uno stesso istituto. Ma, in generale, ai clienti, si sa, non piace sentir parlar male di sé.

Comunque siano andate le cose, dopo l’articolo del quotidiano diretto da Luciano Fontana, Mediobanca ha ritenuto opportuno mettere i puntini sulle i: “L’articolo sul Corriere della Sera, avente per titolo «Mediobanca, Creval e gli istituti più cari», è fuorviante”. Il motivo? “E’ basato su una lettura parziale del report che non tiene conto della molteplicità di contenuti e grafici ivi contenuti”, spiega una nota di Piazzetta Cuccia pubblicata sul Corriere della Sera fra le brevi.

Alla luce di queste considerazioni, Mediobanca precisa che in nessun passaggio del report, grafici inclusi, si esprime una valutazione sul titolo Creval sul quale, al contrario, Mediobanca osserva una restrizione all’espressione di un giudizio valutativo nell’ambito di un’operazione su cui lavora la banca come advisor”.

Per la serie, excusatio non petita, accusatio manifesta.

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