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Pil

Perché l’Italia rallenterà? Fatti, numeri, tesi e bizzarrie

Ecco come Bankitalia giustifica la nuova previsione sul Pil italiano. L'analisi di Giuseppe Liturri

(seconda parte dell’analisi di Liturri; la prima parte si può leggere qui)

PERCHÉ RALLENTIAMO? 2. GLI INVESTIMENTI DELLE IMPRESE E LA FINE DEGLI INCENTIVI

La flebile crescita del 2017 e 2018, oltre che dalla domanda estera, è stata determinata dagli investimenti delle imprese in impianti e macchinari ed è proprio il calo di tale componente che ha determinato il segno ‘meno’ nel terzo trimestre. Bankitalia spiega che “…Tali accentuate oscillazioni rifletterebbero la tempistica degli incentivi fiscali ancora in vigore nel 2018 e di quelli per il 2019 inseriti nella recente manovra d bilancio…” Insomma, come sempre accade dopo un incentivo (iperammortamento ora rimodulato e superammortamento), gli imprenditori, soprattutto quando le prospettive sono incerte, si sono nuovamente fermati.

LE VARIABILI CHE INFLUENZANO LA NUOVA PREVISIONE

Ma le sorprese più evidenti giungono quando Bankitalia ci spiega le quali sono le variabili poste alla base del modello di previsione e che quindi condizionano in modo decisivo quello 0,6% di crescita per il 2019.

1) Il tasso medio previsto per i BOT è pari a 0,4% e per i BTP a 10 anni è pari a 3,2%. Ora va osservato che il tasso massimo registratosi nel 2018 in asta per i BTP è stato 3,36%, attualmente siamo intorno al 2,8% sul secondario, mentre il tasso dell’ultima asta dei BOT a 12 mesi è stato 0,285%. Alla luce di questi dati, le previsioni sui tassi di Bankitalia, definite in diversi passaggi come elemento decisivo ai fini di un mercato del credito privo di tensioni e quindi causa decisiva di una crescita sostenuta, non sembrano eccessivamente pessimistiche?

2) Riguardo ai moltiplicatori, cioè l’effetto sul PIL di maggiori spese o minori entrate pari al 1% del PIL, Bankitalia prima dichiara che l’effetto dei trasferimenti alle famiglie (reddito e pensioni di cittadinanza, per intenderci) è pari a circa 0,5 che però viene portato a 0,7 per l’elevata propensione al consumo dei percettori e che potrebbe essere ancora superiore “…qualora le misure fossero definite in modo da essere dirette a nuclei familiari soggetti a stringenti vincoli di liquidità…”.

CURIOSITA’ E BIZZARRIE

Curioso modo di definire i circa 5 milioni di poveri ereditati dalla recessione 2011/2014, che ora hanno pure la colpa di rendere altamente incerte le previsioni sugli effetti delle misure a loro destinate…

In definitiva, essi stessi ammettono che si tratta di una misura dall’esito molto incerto ed ammettono pure la possibilità di un effetto positivo ancora superiore.

IL DIAVOLO NEI DETTAGLI

Ma il diavolo si nasconde nei dettagli di una nota in cui affermano che “… le stime dei moltiplicatori qui riportate presuppongono che il disegno e le modalità di attuazione degli interventi siano simili a quanto osservato in media in passato e non contengono elementi specifici in grado, occasionalmente, di rafforzarne o indebolirne l’impatto…”. Ci dicono che i moltiplicatori in presenza di provvedimenti nuovi non funzionano poi granché bene. E cosa c’è di più nuovo del reddito di cittadinanza? Allora siamo in territori inesplorati, vero? Bankitalia confessa che una delle misure più espansive della manovra potrebbe produrre effetti positivi la cui stima è soggetta a particolari incertezze e si trincera dietro una selva di condizionali.

3) Per il 2020 e 2021, la crescita è prevista rispettivamente pari a 0,9% e 1%. Ma per Bankitalia le misure di salvaguardia (aumento IVA ed accise) previste per quegli anni per soddisfare gli obiettivi di convergenza verso il pareggio di bilancio, richiesti dal Fiscal Compact ‘…si assume non vengano attivate…’. Proprio così. Per Bankitalia è come se non esistessero, perché “…non ancora definite con sufficiente grado di dettaglio…’. Con buona pace di quanti da settimane urlano al baratro fiscale che ci attende dal 2020.

I 3 ELEMENTI IN GRADO DI RIBALTARE IL SEGNO DELLE MISURE DEL GOVERNO

Ma Bankitalia aggiunge che la crescita non dipende solo dalle specifiche misure su entrate ed uscite, contano anche molto 3 elementi che potrebbero addirittura ribaltare il segno delle misure presentate dal Governo, si tratta di:
• Aumento dei rendimenti sui titoli di Stato.
• Aumento incertezza e peggioramento fiducia delle imprese.
• Razionamento del credito bancario.

(2.continua; la prima parte dell’analisi si può leggere qui; la terza sarà pubblicata domani)

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