La settimana è cominciata in modo piuttosto interessante: lunedì i mercati hanno aperto in forte rialzo in seguito alla notizia che il vaccino sviluppato da Pfizer ha dato risultati promettenti (o almeno così hanno detto gli scienziati). A performare positivamente è stata soprattutto l’Europa (+4,6%), mentre negli Stati Uniti l’S&P 500 è cresciuto dell’1,13%, nonostante il passo indietro del Nasdaq (-1,40%). Il momentum positivo è proseguito sulla scia dell’euforia scatenata dalla conclusione del processo elettorale negli Stati Uniti, con tutti i maggiori indici azionari positivi, nonostante il ritracciamento della giornata di martedì. La rincorsa azionaria ha permesso di recuperare quanto si era perso a fine ottobre in termini di performance, quando i mercati prezzavano l’incertezza elettorale e l’esplosione della seconda ondata de da Moneyfarm – Allarme pensioni in Italia: milioni di lavoratori in pensione con metà dello stipendio. Donne fino a 20% in meno l virus in Europa. Nelle ultime settimane i mercati ci hanno abituato ad un andamento volatile, mostrando grande reattività alle notizie. Le ragioni sono principalmente legate al fatto che il Covid 19 costituisca – ancora – un forte elemento di incertezza per il 2021. Questa incertezza è destinata a perdurare nei prossimi mesi, in un percorso che resterà per forza di cose accidentato.
ALCUNE IMPORTANTI VALUTAZIONI SULLA STRATEGIA AZIONARIA PER IL 2021
Il rally di lunedì offre alcuni spunti interessanti da analizzare, anche in vista di quelli che saranno i prossimi mesi. La notizia riguarda la debolezza del Nasdaq (che è sceso dell’1,5% nel corso della giornata, dopo aver corso nella settimana precedente). Abbiamo già avuto modo di dire come i titoli tecnologici statunitensi stiano alimentando la ripresa di quest’anno, ma la prospettiva di un vaccino ha spinto i flussi verso altri settori, come quelli ciclici, che hanno ancora strada da fare per recuperare le valutazioni pre-Covid.
In un mondo dove la pandemia imperversa, le aziende digitali dominano. Le imprese tradizionali soffrono: per la recessione, la crisi immobiliare, il calo del prezzo del petrolio e i tassi bassi che rosicano la redditività di banche e istituzioni finanziarie. Gli investitori sembrano più interessati al cambiamento delle abitudini dei consumatori, piuttosto che a trimestrali dominate da rosso e “segni meno” che rendono complicata la valutazione dei fondamentali. Dall’inizio dell’anno la differenza è stata netta, con il comparto growth cresciuto di oltre il 25% e quello value che si è contratto di oltre il 7%.
Tuttavia, in un mondo post-Covid, dove la crescita torna a riprendersi, iniziano ad emergere delle alternative. Le aziende digitali sembrano costose. I loro multipli sono alti e le loro prospettive di crescita forse esagerate. Probabilmente questa è la ragione per cui Zoom l’altro ieri ha perso il 17%. Si tratta di dinamiche di breve termine, ma che danno un’idea di come potrebbe evolvere la ripresa nel 2021, quando, molto probabilmente, vedremo ridursi in qualche modo la dispersione dei risultati tra settore tech e resto del mondo, e tra titoli growth e titoli value.
Dobbiamo essere molto cauti, la notizia di progressi rispetto al vaccino è positiva, ma non elimina l’incertezza: la primavera è lontana e nei prossimi mesi avremo ancora notizie in grado di incrinare il sentiment dei mercati (solo due settimane fa commentavamo con preoccupazione le nuove misure di lockdown proposte in Europa). Per questo restiamo, per il momento, ancora in guardia, con l’obiettivo di difendere il valore dei portafogli dai molti fattori di rischio che caratterizzano lo scenario attuale.
È estremamente interessante come i settori che abbiano scontato di più il Covid (Europa rispetto agli Usa, non tecnologici vs tecnologici) abbiano quest’anno potenziali di crescita molto importanti, anche se fortemente legati ad una risoluzione della crisi sanitaria magari più veloce del previsto (ipotesi tutta da verificare). È ancora presto per dire che nel 2021 vedremo una sovra-performance di Europa e settori value rispetto ai top performer del 2020. Ma la vivacità di questi titoli da una parte conforta, dall’altra offre degli spunti interessanti per i nostri ragionamenti su come comporre la parte azionaria del portafoglio per sfruttare al meglio la ripresa dei mercati.
COSA VUO DIRE PER GLI INVESTITORI?
Per quanto riguarda gli investitori, se sono stati con i mercati sulle montagne russe emozionali di queste due settimane, il suggerimento è di mantenere il sangue freddo. Abbiamo visto come le performance cambino velocemente, ma adottare una prospettiva di lungo termine resta l’approccio migliore in tempi incerti. Inoltre, inseguire i settori top performer, come quello tecnologico, non necessariamente porterà dei benefici da qui in avanti.
Quanto successo in questi giorni non rappresenta il segnale definitivo del fatto che l’incertezza sia alle spalle, ma ci offre comunque informazioni preziose su come si potranno comportare i mercati in un futuro non lontano, aiutandoci a cogliere al meglio le opportunità che si presenteranno nella fase di ripresa per coloro che resteranno investiti. Ci ricorda, inoltre, che non esistono solo scenari negativi (il vaccino non arriva, le misure di quarantena si protraggono per anni), ma esistono anche scenari migliori delle aspettative. Una rondine non fa primavera, ma resta pur sempre una rondine.