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Superbonus Nicola Rossi

Perché la stagione dei bonus è stata un disastro. Parla il prof. liberista Nicola Rossi

I bonus e superbonus visti dall'economista liberista Nicola Rossi

 

Il governo con il decreto-legge n.11 del 16 febbraio 2023 ha mandato in pensione il meccanismo di cessione del credito e sconto in fattura relativi al Superbonus e agli altri bonus casa (Sismabonus e Ecobonus compresi). Le possibilità di ottenere uno sconto immediato, per le abitazioni private, e di non dover far fronte alle spese di ristrutturazione, per i condomini, hanno fatto la fortuna di due misure che si sono rivelate, però, eccessivamente onerose per le casse dello Stato. All’inizio di febbraio il direttore generale delle Finanze del Mef, Giovanni Spalletta, aveva indicato in 110 miliardi il costo dei bonus, 37,7 miliardi più delle previsioni. D’ora in poi la spesa sostenuta per gli interventi di ristrutturazione e riqualificazione edilizia può essere portata in detrazione solo nel 730. Per questo motivo è di primaria importanza conoscere in anticipo la capienza fiscale dei contribuenti.

LE OSSERVAZIONI DELL’UFFICIO PARLAMENTARE DI BILANCIO AL SUPERBONUS

Molti osservatori, tra i quali l’Ufficio Parlamentare di Bilancio, ha sottolineato gli effetti distorsivi di questa misura che ha generato un aumento dei prezzi delle materie prime e dei servizi. “Voglio subito essere chiaro. Io penso che sia stata una misura pessima – ha detto nel corso di un’intervista il prof. Nicola Rossi, economista ed ex presidente dell’Istituto Bruno Leoni -. Pessima in sé e ancor peggio disegnata. Una misura che ha provocato distorsioni non solo nei prezzi, ha provocato distorsioni nei comportamenti, e in altri casi, ha provocato, come sappiamo, delle frodi”.

LA BOCCIATURA DEL SUPERBONUS E BONUS RISTRUTTURAZIONI

Una bocciatura a tutto tondo, a partire all’idea di politica che sta dietro l’ideazione di queste misure. “Questa misura è l’espressione di una modalità di intendere la politica economica e di costruire la politica economica che ha fatto solo danni – continua il prof. Rossi -. Io segnalo che è già il secondo o il terzo provvedimento di quel periodo per il quale emerge chiaramente una evidente imperizia nella definizione della misura, al di là ora della sostanza. In questo si aggiunge che anche la sostanza era sbagliata.

LA POLITICA DEI BONUS VA IN PENSIONE

Il Governo sembra intenzionato a mandare in soffitta la stagione dei bonus, non solo quelli per la casa. “La politica del bonus è un disastro – ha aggiunto l’economista liberale e liberista a Policy Maker-. È un disastro che ci porteremo dietro per parecchio tempo. Io trovo molto positivo che un Governo abbia deciso semplicemente di mettere la parola fine a quella maniera tra le cose. Del resto, anche Bankitalia, con l’intervento di Giacomo Ricotti, Capo servizio assistenza e consulenza fiscale dell’istituto di Via Nazionale, nel corso dalla commissione Finanze del Senato, ha sottolineato la necessità di effettuare una “verifica dell’effettiva utilità delle numerose agevolazioni fiscali attualmente in essere” e auspicato una “organica riforma fiscale, attesa da tempo nel nostro paese, che sostenga la crescita, incentivando l’offerta di lavoro e l’attività d’impresa”.

L’AMMODERNAMENTO DEL PATRIMONIO IMMOBILIARE ITALIANO

Il nostro paese però ha necessità di ammodernare il patrimonio immobiliare. “Ci sono modalità diverse, probabilmente consentire la detrazione dalle imposte è la più semplice per motivazioni che vengano effettivamente ritenute di interesse generale – spiega il prof. Rossi -. Quindi quella strada la si può perseguire, ma io credo non nella maniera in cui si è scelto di perseguirla sinora. Il fatto che una esigua minoranza dei proprietari di casa si sia servita di questo strumento segnala chiaramente che, diciamo, l’obiettivo non è stato nemmeno lontanamente raggiunto e nemmeno, forse, perseguito”.

LA DIRETTIVA SULLE CASE GREEN E LA STAGIONE DEI BONUS

Dall’Unione Europea arriva la richiesta di un profondo piano di efficientamento energetico del patrimonio immobiliare italiano. La direttiva sulle case green richiede che, entro il 2030, gli edifici raggiungano la classe energetica E, mentre entro il 2033 la classe D. Le nuove norme vogliono ridurre l’impatto ambientale degli edifici a scopo abitativi, responsabili di oltre un terzo delle emissioni di gas a effetto serra nell’Ue. Una riforma epocale che non può avvenire senza una struttura di sostegno finanziario, che potrebbe far tornare in auge la stagione dei bonus. “No, guardi, io quello che spero vivissimamente è che si metta fine alla piega dei bonus e che tutto ciò che risparmiamo, mettendo fine alla politica dei bonus, vada a una riduzione significativa delle imposte – conclude il prof. Rossi -. Dopodiché si vogliono ridurre le imposte? In particolare, io penserei per esempio all’IMU per quei proprietari di case che fanno una serie di interventi, quella mi sembrerebbe una cosa ragionevole. In quella maniera, ma la politica dei bonus è una politica che, diciamo, tradisce una idea del rapporto fra lo Stato e il cittadino che credo bisogna tornare indietro al ‘600 per ritrovarla. Il sovrano che gentilmente elargisce qualcosa al suddito. Ecco, speravamo di aver superato una fase di questo genere”.

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