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Bce Colombe

Perché la Bce sbaglia con le nuove regole sulle sofferenze bancarie

L'intervento di Gaetana Lorenza Ortisi, consigliere nazionale di Unimpresa

Il 26 aprile 2019 la Banca centrale europea ha introdotto un nuovo regolamento indirizzato ai prestiti erogati dalle banche dopo il 26 aprile 2019: il “calendar provisioning”. Tale regolamento impone che qualsiasi credito, anche non in sofferenza, debba essere svalutato dalle banche nel loro bilancio di un terzo l’anno, pertanto il risultato è che in tre anni va svalutato al 100%. Questo regolamento che impone misure drastiche dovrà essere applicato anche al post Covid. Applicare una norma meccanica, in un contesto pandemico come quello che attraversa l’Italia, è come lanciare una bomba atomica sul sistema bancario. Queste sono le considerazioni espresse nell’audizione alla Commissione di inchiesta bicamerale sulle banche il 9 settembre 2020 da Alberto Nagel, ceo di Mediobanca.

Il calendar provisioning della Bce, che impone la progressiva svalutazione dei crediti deteriorati fino al 100%, è un regolamento sbagliato e andrebbe rivisto in quanto entriamo in questa crisi con regole nuove e molto peggiorative. Se noi la applichiamo a quello che sta succedendo si provoca un disastro nei bilanci delle banche, e non solo di quelle nostre. La norma è stata introdotta soprattutto perché in Germania non ci si fidava della qualità degli attivi delle banche del sud Europa e, naturalmente, anche di quelle italiane. Il rischio è che le banche si dovrebbero ricapitalizzare tra due o tre anni a seguito delle perdite che queste subiranno in virtù della svalutazione dei loro crediti. La svalutazione aggressiva dei crediti nei bilanci bancari, che non tenga conto dei diversi tempi di recupero dei crediti tra i diversi paesi europei, rischia di mettere in seria difficoltà il nostro sistema creditizio. Difficilmente gli istituti più deboli troveranno le risorse sul mercato con il rischio di una nuova ondata di interventi pubblici a sostegno del sistema bancario

Oggi non si vede ancora l’effetto Covid. I provvedimenti che sono stati adottati per fare fronte all’emergenza post-Covid in Europa e in Italia hanno avuto un effetto positivo ma ora siamo entrati in una recessione con effetti durevoli e quindi servono misure diverse perché gli interventi emergenziali si esauriranno e nel frattempo non sono stati introdotti interventi strutturali. Proprio per questo è necessario che il Comitato di Basilea e la Bce avviino una riflessione su regole più flessibili in questo momento di difficoltà dei singoli sistemi economici nazionali legati a uno shock esogeno sospendendo l’applicazione delle regole esistenti.

Pertanto è indispensabile trovare sistemi alternativi per il rientro dei crediti deteriorati anche attraverso sistemi in grado di dilazionare i debiti, nel rispetto dei diritti di tutte le parti, come ad esempio un fondo salva casa che permette agli indebitati di rimodulare il proprio debito e di restare nelle case ipotecate.

E’ anche indispensabile un intervento della Bce indirizzato ad allungare la tempistica di svalutazione dei crediti delle banche affinché si scongiuri la necessità di una loro ricapitalizzazione a breve.

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