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Freelance

Perché freelance e iscritti agli Albi stritolano il decreto Rilancio

Tutti i motivi che spingono freelance e professionisti iscritti agli Albi a protestare contro il governo

 

Partite Iva in piazza-virtuale – oggi, per una manifestazione corale, che raccoglie tutti gli Ordini professionali, in rotta di collisione contro il governo Conte. Start ha parlato qui delle loro rivendicazioni, quindi inutile soffermarsi oltre. Ma la protesta dei professionisti iscritti agli Albi non esaurisce certo il novero di problemi lamentato dai freelance.

PARTIAMO DAL BONUS UNA TANTUM

Per esempio, come fa notare Il Sole 24 Ore,  la situazione si complica anche per gli iscritti alla gestione separata dell’INPS per ciò che concerne l’indennità del mese di maggio che, lo ricordiamo, sarà più sostanziosa rispetto alla misura di aprile, visto che ammonterà a mille euro. Per questo, però, il Governo ha frapposto tra i freelance e la somma messa sul piatto diversi ostacoli in più. Per ottenerla i professionisti dovranno avere “la partita Iva attiva al 19 maggio e non più solo al 23 febbraio e inoltre devono aver subito, nel secondo bimestre 2020, una riduzione di almeno il 33% del reddito” rispetto al secondo bimestre dell’anno scorso. La perdita – ricorda il quotidiano di Confindustria – va calcolata secondo il principio di cassa, come differenza tra ricavi e compensi percepiti e spese sostenute nell’esercizio di attività, comprese eventuali quote di ammortamento. “I requisiti vanno autocertificati all’INPS che, dopo aver effettuato una verifica con l’Agenzia delle Entrate” procederà all’erogazione del bonus.

LE CRITICHE SOLLEVATE DA ACTA

ACTA, l’associazione che riunisce i freelance, commenta: “Dobbiamo far emergere con forza” le “iniquità rilevanti” che “discriminano i lavoratori freelance rispetto alle altre forme di lavoro, anche autonomo”. Pertanto “richiediamo un meccanismo di selezione più equo che tenga maggiormente conto delle esigenze dei lavoratori freelance, in particolare riguardo ai flussi di cassa in ingresso che non seguono tipicamente una regolarità assoluta mese per mese”.

BONUS DA 1000 EURO, LE INCONGRUENZE

Proprio sul bonus una tantum ai professionisti, ACTA eccepisce: “È apprezzabile l’incremento della somma, è condivisibile l’idea di destinare le risorse a chi sta soffrendo maggiormente l’impatto della crisi, è totalmente sbagliato il criterio di attribuzione. Il criterio previsto richiede, infatti, di dover dimostrare una riduzione del reddito (calcolato per cassa) del 33% nel secondo bimestre del 2020 rispetto al secondo bimestre del 2019. Questo è un metodo iniquo che premierebbe in maniera aleatoria alcuni beneficiari rispetto ad altri, a prescindere dallo stato di bisogno attuale. Lo dimostriamo con un esempio: una freelance che a marzo e aprile 2019 non abbia incassato nulla, non perché non abbia lavorato in quei mesi o nei mesi precedenti ma semplicemente perché i suoi clienti (in maniera ovviamente autonoma e indipendente dalle volontà della lavoratrice) hanno pagato le sue fatture a gennaio, febbraio 2019 o a maggio, giugno 2019, e che oggi si trovi in una condizione di oggettiva difficoltà lavorativa a causa della crisi, non potrà ricevere l’indennizzo stanziato. Non avendo generato reddito nel bimestre marzo-aprile 2019, lei non sarà oggi nelle condizioni di dimostrare un calo del reddito del 33%”.

GLI ISCRITTI AGLI ORDINI NON HANNO VISTO L’ASSEGNO DI APRILE

Finora abbiamo parlato degli iscritti alla gestione separata dell’INPS. Pur con tutti i loro problemi, devono persino considerarsi dei privilegiati, rispetto alle condizioni in cui versano gli iscritti agli Albi professionali. Infatti, mentre per il mese di aprile l’Istituto di previdenza ha proceduto motu proprio all’erogazione del bonus di 600 euro, sul fronte delle Casse previdenziali è ancora tutto congelato. Impiccato alla stesura di un decreto interministeriale (prevede la concertazione tra il ministero del Lavoro di Nunzia Catalfo e dell’Economia di Roberto Gualtieri) senza il quale le Casse non potranno procedere all’erogazione dell’indennità di aprile. E siamo ormai a giugno…

L’ESCLUSIONE DEL FONDO PERDUTO

Altro tema che proprio non va giù agli iscritti agli Ordini, l’esclusione dal fondo perduto per le piccole attività di impresa. Architetti, avvocati, ingegneri, commercialisti non godranno perciò dei benefici previsti per artigiani e imprenditori. Lo aveva detto qualche settimana fa il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri intervenendo alla trasmissione Piazza Pulita. Il titolare del dicastero di via XX Settembre ha infatti specificato che quelle misure sono state previste per persone giuridiche mentre i professionisti sono “solo persone”. Insomma, dovranno accontentarsi dei 600 euro. Quando arriveranno.

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