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Recovery Fund

Perché col modello Conte è a rischio il Recovery Fund

Tutti gli errori del governo sul Recovery Fund. L'intervento di Raffaele Lauro, segretario generale Unimpresa

Nelle ultime interviste, come in tutte le  esternazioni pubbliche a reti unificate di questo 2020 senza pace, il premier Conte ha confermato il suo letale metodo di governo: l’assoluta mancanza di verità verso il nostro paese  sulla gestione della pandemia e sulle misure per la ripresa economica; l’arroganza e la supponenza di dare per risolti dossier aperti e mai definiti; il pervicace esautoramento del parlamento, con provvedimenti di urgenza, peraltro del tutto inefficaci, lesivi dei diritti costituzionali dei cittadini.

Di fronte alla colpevole acquiescenza dei partiti di maggioranza e alla manifesta impotenza  di quelli dell’opposizione, nonché alla prona collusione di chi lo intervista in ginocchio, siamo arrivati ad un autentico delirio di onnipotenza del premier, un non eletto dal corpo elettorale, il quale continua a ignorare, come in una recita dell’assurdo, chiuso nella propria bolla di potere, nelle stanze del palazzo, la tragica realtà nella quale è stato gettato il popolo italiano, le famiglie, i lavoratori e le imprese, in una delle ore più drammatiche della storia repubblicana.

Ne costituisce una nuova allucinante prova l’ultima invenzione di Conte, escogitata nell’ambito del “Piano nazionale di ripresa e di resilienza”: il cosiddetto modello di gestione del piano, affidato a sei responsabili, scelti discrezionalmente, con poteri non solo di impulso, di vigilanza, di coordinamento e di controllo sulla realizzazione dei progetti, ma addirittura con poteri sostitutivi. Siamo alla pochade, alla farsa, ad un mostro giuridico!

Così il governo rinunzia a governare, viola la costituzione, abdica ai compiti istituzionali, umilia i suoi membri e sfugge, ancora una volta, subdolamente, al controllo parlamentare. Si tratta di un nuovo meccanismo  infernale di pseudo-efficientismo e di inutile propagandismo, che provocherà soltanto la confusione dei ruoli, un immane contenzioso e il completo fallimento del Recovery Fund.

Siamo arrivati ad un punto di non ritorno, di fronte a questi reiterati abusi di potere, che rasentano pulsioni autocratiche e minacciano la democrazia. Un governo nato con l’alibi di fronteggiare la minaccia del sovranismo, viaggia nella stessa direzione, nel  silenzio assordante del santoni del costituzionalismo militante e nella cecità omertosa di autorevoli commentatori della carta stampata e radiotelevisivi.

Si sta consumando l’eutanasia della nostra democrazia. Se questo governo non sarà fermato e sostituito al più presto da un atto di coraggiosa consapevolezza, ci troveremo, di fronte al perpetuarsi della crisi e al fallimento del Recovery Fund, a violazioni e minacce ancora più gravi e intollerabili alle libertà individuali e al nostro assetto costituzionale

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