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L’Antitrust è una fortuna per i consumatori. Parola dell’Antitrust

Segnalazioni ricevute, attività del Garante e rimborsi ai consumatori. Che cosa emerge dalla relazione annuale dell'Autorità garante del mercato e della concorrenza

Non solo digitale (per tutti caso Balocco e Isybank). Nel 2023 l’attività dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato si è focalizzata anche sui settori più esposti a tensioni inflattive – come energia, assicurazioni e trasporto aereo – e sulla sostenibilità ambientale (riciclo dei rifiuti, mobilità eco-sostenibile). A fare una carrellata sul lavoro svolto lo scorso anno, e a fornire i numeri che ne derivano, ci ha pensato il presidente dell’Authority, Roberto Rustichelli, che ha presentato la Relazione annuale 2024 nella Sala della Regina a Montecitorio. Partendo da un numero: tra il 2015 e il 2023 i benefici a favore delle imprese e dei consumatori derivanti dall’attività dell’Antitrust sono arrivati a circa 8,4 miliardi di euro, di cui 710 milioni solo nell’ultimo anno.

LE SEGNALAZIONI

Tra gli elementi del discorso che saltano all’occhio c’è sicuramente il gran numero di segnalazioni arrivate a Piazza Verdi: tra gennaio 2023 e marzo 2024 (la Relazione annuale va inviata entro il 31 marzo al Presidente del Consiglio) l’Autorità ha ricevuto 1.271 segnalazioni in materia di concorrenza e ben 34.595 in materia di tutela del consumatore.

LE ATTIVITÀ

Per quanto riguarda la prima competenza (in ordine cronologico) dell’Agcm – la concorrenza – l’Autorità ha esaminato 99 operazioni di concentrazione di cui 6 sottosoglia, ha concluso 8 procedimenti in materia di intese, 6 in materia di abusi di posizione dominante e 1 in materia di abuso di dipendenza economica. Le sanzioni sono state pari a pari a 27.927.942, di cui 12.777.147 per intese restrittive della concorrenza, 15.117.795 per abuso di posizione dominante e 33.000 per omesse informazioni.

Quanto alla tutela del consumatore, sempre tra gennaio 2023 e marzo 2024, l’Antitrust ha concluso 102 procedimenti, di cui 40 con accertamento dell’infrazione e 48 con accoglimento degli impegni. In 47 casi, meno gravi, ha invece disposto l’archiviazione dopo che le imprese si sono adeguate alle indicazioni formulate in sede di moral suasion. Le sanzioni sono state pari a 42.127.500, di cui 40.072.500 per pratiche scorrette e 2.055.000 per inottemperanze.

E ancora: è stata conclusa l’istruttoria che ha accertato l’esistenza di un conflitto di interessi nei confronti del sottosegretario del ministero della Cultura, Vittorio Sgarbi. Per quanto riguarda il Rating di legalità, le decisioni sono state 8.785. Attualmente le imprese titolari di rating sono 12.750.

I RIMBORSI AI CONSUMATORI

Buone notizie per i consumatori arrivano dai rimborsi: tra gennaio 2023 e marzo 2024 l’attività dell’Autorità per la sua seconda competenza ha consentito di restituire oltre 122 milioni a 600.000 consumatori.

Rustichelli ha pure ripetuto quanto detto la settimana scorsa a “Porta a Porta”, intervistato da Bruno Vespa, ovvero un possibile rimborso di almeno 1 miliardo qualora Tar e Consiglio di Stato dovessero confermare la decisione dell’Antitrust nei confronti di sei società sanzionate lo scorso novembre per pratiche commerciali scorrette. Nel 2023, ha evidenziato, “l’Autorità ha chiuso undici procedimenti istruttori relativi a pratiche commerciali aggressive volte a indurre i consumatori ad accettare modifiche unilaterali peggiorative dei prezzi dell’energia elettrica e del gas. I procedimenti chiusi con impegni hanno consentito il ripristino delle condizioni iniziali di contratto a favore di 500.000 consumatori ai quali sono stati restituiti oltre 115 milioni di euro. Le condotte oggetto di procedimenti chiusi con accertamento dell’illecito hanno interessato 4,5 milioni di consumatori e micro-imprese, con un danno prudenzialmente stimato – sulla base dei consumi minimi calcolati da Arera – di oltre 1 miliardo di euro”.

I RISCHI PER IL MERCATO UNICO

Durante il discorso di presentazione, Rustichelli ha posto l’accento anche sul mercato unico che “resta il principale motore di crescita, produttività e competitività dell’economia europea. Ciononostante, esso è per un verso ancora imperfetto e richiede di essere completato, mentre, per altro verso, risulta esposto a rischi crescenti di frammentazione per cui il suo sviluppo non potrà che essere al centro delle priorità della nuova legislatura europea”. A questo proposito, ha aggiunto, “rileva, in primis, l’allentamento della disciplina degli aiuti di Stato decisa a livello europeo nel marzo 2023 con il ‘Quadro temporaneo di crisi e transizione’, che ha previsto, tra l’altro, che i Paesi membri possano eguagliare i sussidi promessi da uno Stato extra-UE per favorire l’insediamento delle imprese sul suolo europeo”.

Per il presidente dell’Antitrust, “una seconda criticità discende dall’utilizzo crescente dei poteri speciali per la tutela degli interessi strategici nazionali, che condiziona lo svolgimento delle attività economiche sulla base di criteri e logiche estranee al mercato, alterando la concorrenza”. In quest’ottica, ha evidenziato, “non può non destare preoccupazione il fatto che in alcuni casi il golden power, da strumento eccezionale nato per il controllo degli investimenti provenienti da Stati che non garantiscono la reciprocità, si è trasformato in un meccanismo di generale monitoraggio dei beni considerati strategici e delle vicende societarie e patrimoniali che li interessano”. Rustichelli ha ricordato poi uno dei suoi cavalli di battaglia, ossia la concorrenza fiscale sleale tra i Paesi membri, “che mina non solo l’equa competizione tra le imprese, ma le fondamenta stesse della casa comune europea”.

I NUOVI POTERI E L’INDAGINE SUGLI ALGORITMI DI PREZZO

Il presidente si è pure soffermato sui nuovi poteri dati all’Autorità nel corso del 2023 tramite il cosiddetto decreto Asset (dl 10 agosto 2023, n. 104, convertito con modificazioni dalla legge 9 ottobre 2023). Proprio grazie alla nuova disciplina che ha ampliato i poteri investigativi e decisori di Piazza Verdi, l’Agcm ha avviato una indagine conoscitiva sull’uso degli algoritmi da parte delle compagnie aeree, “a fronte degli elevati livelli dei prezzi sulle rotte che collegano la penisola con le isole maggiori”. Conclusa l’indagine, “qualora l’Autorità ravvisi un problema concorrenziale suscettibile di distorcere il corretto funzionamento del mercato” a danno dei consumatori, potrà imporre alle imprese interessate “le necessarie misure correttive, di natura strutturale o comportamentale, in linea con il generale principio di proporzionalità”.

“I nuovi poteri di intervento – ha sottolineato il presidente dell’Antitrust – colmano una lacuna normativa, consentendo all’Autorità di intervenire anche nelle ipotesi in cui la concorrenza sia ostacolata o distorta non già in ragione dei comportamenti delle imprese o di restrizioni regolatorie, ma a causa della struttura stessa dei mercati interessati. Come rilevato dal Consiglio di Stato, risulta dunque ragionevole che l’ambito di applicazione della novella legislativa non sia limitato ai soli mercati del trasporto aereo di passeggeri, ma si estenda a tutti i settori economici”.

Inoltre, con il decreto legislativo 7 marzo 2023 n. 26, è stato modificato il potere sanzionatorio dell’Authority ed è stato aumentato il limite edittale massimo in caso di pratica commerciale scorretta da 5 a 10 milioni di euro e in caso di inottemperanza ai provvedimenti d’urgenza e a quelli inibitori a 10 milioni. In caso invece di sanzioni relative a infrazioni diffuse o con dimensione unionale, si potrà arrivare al 4% del fatturato realizzato in Italia o negli Stati membri interessati dalla violazione o a 2 milioni se le informazioni sul fatturato non siano disponibili.

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