Un diamante è per sempre? A quanto pare no e a dirlo è proprio l’inventore dello slogan. De Beers, celebre società fondata in Sudafrica nel 1888, che si divide il mercato dei diamanti quasi esclusivamente con la società russa Alrosa controllata dal Cremlino, potrebbe a breve farsi da parte.
Il suo proprietario Anglo American, infatti, ha intenzione di disinvestire o creare uno spin-off della sua divisione diamanti e non solo, a favore in particolare del rame.
PERCHÉ ANGLO AMERICAN VUOLE TIRARSI FUORI
Con un comunicato stampa, il gigante minerario britannico Anglo American ha dichiarato che sta progettando di scorporare il suo iconico marchio di diamanti De Beers per “migliorare la flessibilità strategica”. Oltre a questo, la società intende anche disinvestire o separare le divisioni nichel, platino e carbone metallurgico, per concentrarsi invece su attività più redditizie quali il rame e i minerali ferrosi di prima qualità, oltre che l’agricoltura.
Tra l’altro, il gruppo ha già tre miniere di rame in Cile (Los Bronces, El Soldado e Collahuasi) e un grande progetto in Perù (Quellaveco).
Inoltre, osserva Quartz, la decisione arriva dopo aver respinto varie offerte di acquisto da parte della rivale australiana, nonché maggiore società mineraria al mondo, Bhp perché “continua a sottovalutare significativamente Anglo American e le sue prospettive future”. L’ultima proposta era di 47 miliardi di dollari.
Dopo l’annuncio, il titolo è sceso del 4% nelle contrattazioni di martedì.
LA RISTRUTTURAZIONE DELLA SOCIETÀ
Come spiegato dal gruppo ultracentenario, la mossa rientra in una più ampia ristrutturazione, che rappresenta “i cambiamenti più radicali per Anglo American da decenni”.
“All’inizio di quest’anno abbiamo definito chiare priorità strategiche: eccellenza operativa, semplificazione del portafoglio e crescita”, ha dichiarato il Ceo, Duncan Wanblad. “La decisione di concentrare il portafoglio di Anglo American nella nostra base di risorse di livello mondiale nel rame e nei minerali ferrosi di prima qualità, pur mantenendo l’opzionalità delle colture a Woodsmith, segna una nuova fase importante nell’attuazione della nostra strategia”.
TRANSIZIONE ENERGETICA E SICUREZZA ALIMENTARE
Ma quanto pianificato da Anglo American, che nel 2023 ha registrato un fatturato di 32 miliardi di dollari, indica anche che le priorità sono cambiate. L’enfasi sulle energie rinnovabili e sui veicoli elettrici, afferma Quartz, ha stimolato la domanda di rame, mentre l’aumento dei diamanti coltivati in laboratorio ha messo sotto pressione il prezzo dei preziosi gioielli.
“Stiamo intraprendendo un’azione chiara e decisa per fornire valore – in modo sicuro, responsabile e affidabile – nell’interesse a lungo termine dei nostri azionisti e degli altri stakeholder, e per fornire prodotti fondamentali alla transizione energetica e al miglioramento degli standard di vita globali e sicurezza alimentare”, ha detto Wanblad.
L’ASCESA DEL RAME
D’altra parte che il rame va forte lo confermano anche gli investimenti di una serie di miliardari, tra cui Bill Gates, Andreessen Horowitz, Richard Branson, Jack Ma, Jeff Bezos e lo stesso gruppo Bhp, che hanno puntato su KoBold Metals, la startup che usa l’intelligenza artificiale (IA) per trovare giacimenti di metalli ad alta richiesta e che recentemente ha individuato una delle più grandi miniere di rame del mondo.
Attualmente KoBold Metals ha più di 60 progetti in fase di esplorazione in corso in 4 continenti, per i quali investe oltre 60 milioni di dollari all’anno e il suo presidente, Josh Goldman, ha affermato che l’azienda intende quotarsi in Borsa nei prossimi tre o quattro anni per finanziare le proprie attività.
A dimostrazione dell’aumento della domanda e della carenza di rame, in questi giorni il future della materia prima ha toccato un record storico alla Borsa di New York, dove è salito a 5,02 dollari per libbra e quest’anno il suo valore è aumentato del 25%.
Secondo l’International Copper Association, le tendenze regionali e la transizione energetica verde dovrebbero far crescere la domanda globale di rame di 12,6 milioni di tonnellate dal 2020 al 2040. Infine, Goldman Sachs ha rivisto le sue previsioni sui prezzi del rame e ha previsto che il metallo potrebbe toccare i 12.000 dollari a tonnellata nel 2024.