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Mercato Diamanti

Il mercato dei diamanti brillerà ancora?

Il futuro del mercato dei diamanti appare sempre più incerto. I fidanzamenti sono in calo e la top model Emily Ratajkowski propone anelli di divorzio, il titolo del più grande rivenditore scivola in Borsa e i laboratori ne coltivano sempre di più. Fatti, numeri e previsioni

 

Chissà se i diamanti sono davvero i migliori amici delle ragazze come cantava Marilyn Monroe. Di sicuro, i fidanzamenti sono diminuiti – e forse i partner sono diventati più tirchi – se il titolo del più grande gioielliere di diamanti al mondo sta crollando.

Eppure qualche sbrilluccichio nel settore ancora si intravede, con la top model Emily Ratajkowski che lancia l’idea di trasformarli da simbolo di eterna unione a felice emblema di divorzio e il rapporto del Natural Diamond Council che prevede una ripresa dell’industria grazie a Cina e Stati Uniti.

E poi, resta da vedere cosa succederà con le sanzioni imposte dall’Unione europea ad Alrosa, società russa controllata dal Cremlino nonché maggiore produttore del pianeta, e con l’ampliarsi del mercato dei diamanti coltivati in laboratorio.

IL TONFO DI SIGNET JEWELERS

Il maggior rivenditore di diamanti vede sfiorire l’amore, o almeno il suo lato più venale. Il titolo Signet Jewelers è infatti sceso “di oltre l’11% durante le contrattazioni pomeridiane di mercoledì 20 marzo, portandolo a toccare il livello più basso dal settembre 2022”, scrive Quartz.

A determinare il tonfo è stata la relazione sugli utili del quarto trimestre, in cui l’azienda ha avvertito di una prospettiva negativa per l’anno fiscale 2025. Tuttavia, secondo l’articolo, “sebbene il calo delle vendite di Signet Jewelers possa essere imputabile a diversi fattori, il vero colpevole potrebbe essere la debolezza delle previsioni di guidance”.

Ma l’azienda con sede alle Bermuda resta ottimista e dichiara di aspettarsi una ripresa triennale dei tassi di fidanzamento negli Stati Uniti, con un aumento del 5%-10% nel 2024.

STATI UNITI E CINA GUIDERANNO LA RIPRESA

Positivo sul futuro e sul ruolo che giocheranno Stati Uniti e Cina nella ripresa del mercato dei diamanti è anche David Kellie, Ceo del Natural Diamond Council, che a Milano Finanzia Fashion ha spiegato che “dopo una crescita record nel 2021 e nel 2022, lo scorso anno c’è stato un rallentamento delle vendite, in parte a causa delle sfide economiche in Cina e del minor engagement negli Stati Uniti”.

Ma “nel 2024 – afferma Kellie – stiamo iniziando a vedere i primi segnali di ripresa in Cina con la previsione di un graduale ritorno ai numeri pre-pandemici e una maggiore fiducia nell’economia statunitense, in vista delle elezioni di fine anno”.

Il Ceo del Natural Diamond Council ha poi riferito che il valore globale del settore si attesta a 74 miliardi di dollari (pari a circa 68 miliardi di euro).

DIAMANTI RUSSI E SANZIONI

Un’altra incognita è vedere quali saranno gli effetti delle sanzioni infine imposte a inizio 2024, dopo quasi due anni di tentennamenti, dall’Unione europea alla russa Alrosa nell’ambito delle sanzioni contro Mosca per la guerra in Ucraina.

Finora, si legge sul Sole 24 Ore, Alrosa ha “portato nelle casse di Mosca circa 4 miliardi di dollari ogni anno. Nel primo semestre 2023 aveva avuto ricavi per 1,9 miliardi di dollari, in aumento dello 0,2% rispetto allo stesso periodo del 2022, ma +3,5% rispetto al primo semestre 2021. Nel 2023 ha estratto 34,6 milioni di carati, in lieve calo rispetto ai 35,6 milioni del 2022”.

LA NUOVA VITA DEI DIAMANTI

Ma nel futuro del settore dei diamanti (naturali) c’è anche una nuova sfida: quelli coltivati in laboratorio. Secondo la Ceo di Signet Jewelers, Virginia C. Drosos, il calo delle vendite è infatti stato influenzato anche dai gioiellieri indipendenti che hanno offerto ai consumatori “sconti sui diamanti creati in laboratorio”.

“Quanto alle stime – precisa Kellie -, i diamanti naturali sono diminuiti oltre il 30% negli ultimi 16 anni e l’offerta è destinata a ridursi”.

I diamanti creati in laboratorio sembrano un’alternativa più sostenibile a quelli naturali, tuttavia, secondo il Natural Diamond Council “il processo di produzione, che dura alcune settimane, è ad alta intensità energetica” e “oltre il 60% di questi è prodotto in massa in Cina e in India, dove il 63% e il 74% dell’elettricità di rete è generata dal carbone”.

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