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Pensione Garanzia Giovani

Pensione di garanzia per i giovani: commenti e una proposta

Obiettivi, criticità e incognite dell’ipotesi di una Pensione Minima di Garanzia. Report Reforming Nel dibattito sta prendendo corpo l’ipotesi di una Pensione Minima di Garanzia (“PMG”, da non confondersi con la Pensione di Cittadinanza avviata nel 2019) che riporti a un livello socialmente sostenibile gli assegni di coloro che nei prossimi anni si pensioneranno dopo carriere…

Nel dibattito sta prendendo corpo l’ipotesi di una Pensione Minima di Garanzia (“PMG”, da non confondersi con la Pensione di Cittadinanza avviata nel 2019) che riporti a un livello socialmente sostenibile gli assegni di coloro che nei prossimi anni si pensioneranno dopo carriere corte e discontinue.

Non è ancora chiaro se il nuovo istituto si applicherebbe a tutti, o solo a coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 1995 e rientrano integralmente nel calcolo contributivo ad accumulazione nozionale (il cosiddetto “Dini”) che non prevede l’Integrazione al Trattamento minimo.

Di questi tempi di incertezza pervasiva, rischia di essere particolarmente impopolare criticare strumenti che, almeno sulla carta, mirano a dare maggior protezione a individui e famiglie. Può essere utile, tuttavia, segnalare qualche argomento dissonante, anche per stimolare a migliorare il disegno dello strumento e a innestarlo nel corretto flusso delle più complessive riforme strutturali.

La preoccupazione per il livello delle pensioni future è sicuramente giustificabile, però sembrano sottovalutati due aspetti, uno di carattere architetturale (sul disegno complessivo del welfare system) e l’altro riguardante il reperimento delle risorse (sul disegno specifico della PMG).

Qui si avanza la proposta di dare alla PMG la forma compiuta di un istituto assicurativo: una piccola ma adeguata parte del 33 percento, che oggi è l’aliquota contributiva pensionistica sul reddito da lavoro dipendente, viene sottratta all’accumulazione pensionistica e dedicata, come premio assicurativo, alla copertura dal rischio di sperimentare, lungo tutta la carriera, vicissitudini che possano rendere insufficienti i redditi per la quiescenza (dopo predefinita soglia anagrafica).

L’assicurazione coprirebbe tutto il lavoro dipendente, senza distinzione per caratteristiche soggettive (età, inquadramento, settore, vicinanza al pensionamento, etc..) e per regime di calcolo della pensione (retributivo, misto, contributivo), realizzando una forte spinta coesiva di tutto il mondo del lavoro attraverso strumenti appropriati e sostenibili, contribuendo a contenere la spesa pensionistica del primo pilastro nei prossimi anni e a diversificare a regime la spesa per welfare.

Ecco il rapporto integrale di Reforming.

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