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Patto Di Stabilità

Cosa cambierà con la riforma Ue del patto di stabilità

Tutti i dettagli sulla comunicazione, presentata ieri dalla Commissione Ue, che definisce gli orientamenti per la riforma del Patto di stabilità.

 

Bruxelles sarà davvero meno austera e rigida sui conti pubblici con la riforma in cantiere del patto di stabilità Ue?

E’ quello che si chiedono gli addetti ai lavori dopo la comunicazione di ieri da parte della Commissione europea.

L’esecutivo europeo ieri ha presentato i suoi orientamenti per la riforma del Patto di stabilità e di crescita, con l’obiettivo di “rafforzare la sostenibilità dei debiti pubblici mediante un insieme di regole più semplici, più trasparenti ed efficaci.

Con un comunicato, l’esecutivo comunitario spiega che la proposta si basa su un meccanismo di vigilanza europea sui rischi “trasparente, che differenzia i casi tra Paesi tenendo conto delle sfide sui rispettivi debiti pubblici”.

LA BOZZA DEL NUOVO PATTO IN SINTESI

Un Patto di stabilità e crescita «più semplice, trasparente ed efficace, con una maggiore titolarità nazionale e una migliore applicazione» che consenta «riforme e investimenti» e una riduzione «realistica, graduale e sostenuta» del debito pubblico.

Questi sono i principi alla base della comunicazione, presentata ieri dalla Commissione Ue, che definisce gli orientamenti per la riforma del Patto di stabilità. Sospeso nel 2023, salvo un peggioramento dello scenario economico, tornerà dal 2024. Non si tratta di una proposta legislativa, che è attesa nel primo trimestre del prossimo anno e seguirà alla discussione tra i Paesi Ue, ma di un documento che indica i principi alla base della riforma.

COME FUNZIONERÀ IL NUOVO MECCANISMO

Il meccanismo – che entrerebbe in vigore a partire dai Bilanci del 2024 – si basa su un nuovo “indicatore singolo operativo, sulla spesa netta primaria, ossia la spesa che è sotto il controllo diretto del governo, che servirà come base per stabilire il percorso di aggiustamento dei conti pubblici e – dice Bruxelles – effettuare la vigilanza annuale, in questo modo semplificando in maniera rilevante il sistema”.

Quindi la spesa per gli interessi non sarà contemplata ai fini del patto.

AGGIUSTAMENTO DEI CONTI OGNI QUATTRO ANNI

La nuova procedura proposta prevede che un percorso di riferimento per l’aggiustamento dei conti venga presentato dalla Commissione europea su un periodo di 4 anni per i singoli Paesi, sulla base delle sue analisi sulla sostenibilità, e non più di sette anni-

Punterà ad assicurare che gli indebitamenti vengano messi su una traiettoria discendente e che “i deficit restino credibilmente al di sotto della soglia del 3% del Pil fissata nel Trattato” di Maastricht. A quel punto i paesi membri sottoporranno all`esecutivo comunitario dei piani di medio termine sui conti pubblici in cui potranno anche “proporre un periodo di aggiustamento più lungo, fino a 3 anni in più, se il percorso sarà sostenuto da un insieme di riforme e investimenti che supportino la sostenibilità dei debiti, e rispondano agli obiettivi e alle priorità comuni europee”.

La Commissione, a quel punto, valuterà i piani e fornirà un parere positivo se riscontrerà che il debito viene indirizzato su una traiettoria discendente “o se permane a livelli prudenti” e se il deficit di bilancio resterà “credibilmente al di sotto del 3% del Pil sul medio termine”. Successivamente il Consiglio Ue ratificherebbe i piani.

MONITORAGGIO COSTANTE

Infine, la Commissione “monitorerà continuamente l’attuazione dei piani” mentre i paesi membri saranno tenuti a riportare i progressi ottenuti ogni anno sulla loro attuazione, per facilitare il monitoraggio e la trasparenza.

COSA CAMBIA SULL’OBBLIGO DI RIDURRE IL DEBITO

Rispetto alla problematica regola del debito, esce l’obbligo di ridurre ogni anno il debito per un ventesimo l’anno sulla parte eccedente il 60% del Pil, ritenuto non praticabile.

Resta invece la procedura per deficit eccessivo, che continuerà ad essere applicata in caso di disavanzi sopra il 3% e verrà rafforzata in caso di deviazione del percorso concordato sulla riduzione del debito, per i Paesi con livelli sopra il 60% del Pil.

ABBASSAMENTO DELLE SANZIONI

Infine la Commissione propone un generale rafforzamento dei meccanismi di controllo e sanzionatori, innanzitutto abbassando l’ammontare delle sanzioni, che secondo i propositi di Bruxelles le renderà “più efficaci”.

Sono previste anche “sanzioni reputazionali più forti”. Mentre l’erogazione dei fondi strutturali e dei fondi sui piani di ripresa e resilienza verrà condizionata, e nel caso sospesa, se i paesi membri non assumeranno le iniziative necessarie per correggere i deficit eccessivi.

L’ANALISI DEL SOLE 24 ORE

“La differenza maggiore con il passato – ha sottolineato il Sole 24 Ore – è che la riforma propone che gli Stati membri indebitati concordino un piano con la Commissione, sul modello di quello per il Pnrr, con il quale si impegnano a portare avanti in 4 anni, fino a 7 per quelli altamente indebitati, un percorso di aggiustamento fiscale e insieme riforme e investimenti per proseguire nella transizione verde e digitale. L’indicatore preso in esame sarà la spesa pubblica primaria (la spesa al netto degli interessi sul debito). Il piano dovrà essere approvato dal Consiglio sulla base del giudizio dell’esecutivo. La procedura per i disavanzi eccessivi resterebbe e quella per il debito rafforzata e attivata quando uno Stato con debito superiore al 60% del Pil si discosta dal percorso di spesa concordato”.

COSA HA DETTO GENTILONI

“Sui conti pubblici una parte delle nostre regole ha funzionato bene, ad esempio la regola del 3% di limite al deficit-Pil che segnala ai governi che i soldi non sono gratis. Altre non hanno avuto successo, magari perché sono diventate non realistiche, ad esempio sulla riduzione del 20esimo del debito nella parte eccedente al 605 del Pil. E quando hai un percorso non realistico alla fine non hai un percorso”, ha affermato il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, nella conferenza stampa sugli orientamenti di riforma del patto di stabilità e di crescita presentati ieri.

“Per questo viene proposto un nuovo meccanismo più realistico sulla riduzione dei debiti”, ha aggiunto.

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