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Costi POS

Pagamenti elettronici, chi ride e chi mugugna per lo stralcio dalla manovra della norma sui Pos

Salta nel decreto fiscale la norma che prevedeva sanzioni per i commercianti senza Pos. I dati forniti dall'Abi su presenza e uso dei terminali di pagamento con carte di debito/creditO. L'approfondimento di Manola Piras

 

Nulla di fatto nella legge di Bilancio in discussione in Parlamento per le sanzioni a carico dei commercianti che non si dotano di Pos. La norma, introdotta nel decreto fiscale collegato alla manovra, è stata espunta durante l’esame in commissione Finanze alla Camera.

L’obbligo per tutti gli esercenti (imprese, liberi professionisti, commercianti, artigiani, ristoratori) di utilizzare il Pos esiste da giugno 2014 ma, non essendo previste sanzioni in caso di inottemperanza, non viene rispettato da tutto. Per questo il governo giallorosso – e non è il primo tentativo fatto da un esecutivo – aveva previsto l’introduzione di una doppia sanzione (la prima di 30 euro, la seconda pari al 4% del valore della transazione negata al cliente) in caso di mancata accettazione del pagamento tramite carta o bancomat di qualsiasi importo.

ECCO I COSTI DEI POS SECONDO UN REPORT BANCARIO

Un esito parlamentare che soddisfa le associazioni dei commercianti e fa mugugnare non poco tutta la filiera bancaria e finanziaria (tra cui i circuiti di pagamento e le società come Nexi).

Ma qual è il rapporto tra gli italiani e la cosiddetta moneta elettronica? In un documento, l’Abi ha fornito alcuni elementi sulla diffusione dei Pos e sulle operazioni che vengono effettuate tramite questo strumento. Inoltre, ricorda un esperimento di incentivo per gli esercenti che riscuotono i pagamenti tramite mezzi tracciabili, attuato con la legge di Bilancio 2018.

DIFFUSIONE POS E CARTE DI PAGAMENTO IN ITALIA E CONFRONTO CON AREA EURO

In Italia, nota l’associazione bancaria presieduta da Antonio Patuelli, le carte di pagamento e i terminali Pos sono ampiamente diffusi: con 3,2 milioni, ovvero oltre un terzo del totale, si registra il più elevato numero tra i Paesi dell’area euro. Tanto per fare un esempio, nel nostro Paese ci sono 5.200 Pos ogni 100mila abitanti in Italia, nell’area della valuta unica 2.800.

Per quanto riguarda le operazioni pro capite, per raggiungere da noi le 117 operazioni dell’area euro basterebbe incrementare di sole 3 operazioni al giorno lavorativo per ciascun terminale Pos.

ECCO I COSTI DEI POS SECONDO UN REPORT BANCARIO

L’Italia, sottolinea ancora l’Abi guidata dal direttore generale Giovanni Sabatini, è inoltre il Paese europeo in cui è più alto l’ammontare medio delle operazioni di pagamento effettuate per terminale con una media di 59 euro a fronte di 42 euro nell’area euro. In Francia la media è di 41 euro, in Germania di 60 euro, in Spagna di 42 euro. Cifre da cui si deduce che nel nostro Paese il numero di pagamenti con carta per importi contenuti è ancora ridotto.

ESEMPIO DI INCENTIVO ALL’ESERCENTE

L’Abi ricorda che la legge di Bilancio 2018 ha previsto l’introduzione di un credito d’imposta per gli esercenti della distribuzione di carburanti dal 1° luglio 2018 in seguito alle novità in tema di fatturazione elettronica e deducibilità del costo e detraibilità dell’Iva. Del credito d’imposta si può usufruire quando la riscossione dei pagamenti avvenga tramite mezzi tracciabili (carte di credito, bancomat, carte prepagate).

Una novità, spiega l’associazione bancaria, che è stata istituita in un’ottica di contrasto alle irregolarità fiscali e alle condotte fraudolente legate al settore delle cessioni di carburante ed è stata attribuita a tutti gli esercenti che hanno impianti di distribuzione. Da un punto di vista sostanziale, questo beneficio – ai sensi dell’articolo 1 comma 924, della legge 205/2017 – è pari “al 50% del totale delle commissioni addebitate per le transazioni effettuate, a partire dal 1° luglio 2018, tramite sistemi di pagamento mediante carte di credito, emesse da operatori finanziari soggetti all’obbligo di comunicazione” all’anagrafe dei rapporti finanziari.

ECCO I COSTI DEI POS SECONDO UN REPORT BANCARIO

In altri termini, spiegano a Palazzo Altieri, nel caso di compravendita di carburante l’emissione della fattura elettronica non rappresenta un documento necessario e sufficiente perché l’esercente possa beneficiare del credito d’imposta ma a tal fine dovrà esigere il pagamento tramite mezzi tracciabili. Il costo della commissione della transazione bancaria rappresenta la base di partenza per la determinazione del credito d’imposta.

L’Unione Petrolifera ha rilevato che già solo nei primi sei mesi di applicazione della norma (luglio-dicembre 2018) si è registrato un aumento superiore al 10%-  rispetto al semestre precedente – dei pagamenti effettuati con carta di debito e di credito.

ECCO I COSTI DEI POS SECONDO UN REPORT BANCARIO

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