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Non solo Tim, come procede il piano per la rete

Lo stato dell'arte sulla società per la rete unica a partire da Tim-Fibercop. Fatti, ricostruzioni, approfondimenti e scenari con molto incognite

“La rete unica è un importante passo avanti verso un progetto strategico al centro del programma di governo, che punta a creare le condizioni per realizzare la banda ultralarga in tutto il Paese, anche attraverso una società unica di gestione capace di offrire questo servizio a tutti gli operatori e a tutti i cittadini”.

Così il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha espresso apprezzamento sulle modalità con cui Cdp ha negoziato “in modo molto efficace” con Tim per mettere a punto un percorso che conduca alla realizzazione di una rete unica delle tlc.

“Oggi – ha detto ieri il titolare del Mef – abbiamo avuto conclusione unanime al termine della riunione di governo abbiamo dato il via libera a Cdp a proseguire percorso su cui ha negoziato in modo molto efficace anche con Tim per fare in modo che questa società della rete abbia una governance che ne garantisca l’indipendenza, l’apertura a tutti gli operatori e la realizzazione di un piano di investimenti molto forte”.

CHI HA PARTECIPATO AL VERTICE GOVERNO-CDP SU RETE E TIM

Lo schema abbozzato da Cdp e Tim è stato illustrato ieri dall’amministratore delegato di Cdp, Fabrizio Palermo, nel corso di un vertice presieduto dal premier Giuseppe Conte, con ministri (Roberto Gualtieri, Stefano Patuanelli, Paola Pisano, Dario Franceschini, Alfonso Bonafede e Roberto Speranza) ed esponenti di partito Andrea Orlando (vicesegretario Pd) e Luigi Marattin, dirigente di punta della renziana Italia Viva.

LE PAROLE DI PATUANELLI

«Il dialogo tra Tim e Cdp è il primo passo di un percorso verso una società delle reti e delle tecnologie a governance pubblica» ha spiegato il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, che con Gualtieri lo scorso 4 agosto aveva chiesto a Tim una svolta per la rete unica. Che cosa significa “governance pubblica” di cui ha parlato Patuanelli? Lo stesso ministro peraltro il 20 agosto aveva annunciato urbi et orbi: “La rete unica la fa lo Stato”. Invece – come sta emergendo – il controllo della società Fibercop sarà di Tim.

COME SARA’ LA GOVERNANCE DI FIBERCOP

La governance della società in fieri Fibercop prevede al momento che l’amministratore delegato sarà espresso da Tim con l’accordo di Cdp e il presidente – che avrà deleghe corpose – sarà designato da Cassa depositi e prestiti con l’ok del gruppo capeggiato da Gubirosi). E sugli indirizzi strategici – ha aggiunto oggi il Sole 24 Ore – “ci sarà un sistema di maggioranze qualificate che consentiranno a Cdp di incidere sulla direzione finale, soprattutto rispetto a snodi cruciali come gli investimenti futuri che dovranno ovviamente andare a supporto dell’infrastrutturazione del paese”.

IL VIA LIBERA POLITICO

Il via libera «politico» segna una spartiacque nel percorso per arrivare alla rete unica, che dovrebbe iniziare lunedì prossimo quando Cdp e Tim riuniranno i rispettivi consigli. Il gruppo telefonico darà il via libera all’ingresso di Kkr e Fastweb in FiberCop, la società a cui verrà trasferita le rete secondaria (l’ultimo miglio che va dagli armadietti in strada alle abitazioni), dove potrebbe entrare la Cdp. Al momento non sarebbe stata ancora presa una decisione su tempi e modi, chiosa il Corriere della Sera.

CHE COSA DISCUTERA’ IL CDA DI TIM

Sul tavolo del consiglio Tim arriverà il memorandum per avviare il lavoro sulla rete unica. L’ultima bozza concederebbe tre mesi di tempo per chiedere la valutazione degli asset ad advisor esterni e tornare al tavolo per strutturare l’integrazione delle reti, secondo il Corsera: “Quella di Open Fiber e quella di FiberCop, che includerà anche la rete «primaria» ovvero i cabinet e le centrali di Tim”.

L’ANALISI DEL SOLE 24 ORE

L’iter complessivo avrà uno snodo importante nel via libera preventivo delle Authority nazionali ed europee, come chiesto da Cdp e ribadito anche ieri nel vertice di maggioranza, ha scritto il Sole 24 Ore: “Perché sarà l’ok dei regolatori a far partire il secondo (e cruciale) tempo della partita sulla società della rete unica con l’ingresso di Cdp in FiberCop, anche con un eventuale aumento di capitale, dopo quello di Kkr e Fastweb che dovrebbe essere ufficializzato da Tim il prossimo 31 agosto. Successivamente potrebbe così avvenire il conferimento della rete primaria da parte dell’ex monopolista (la dorsale dell’infrastruttura), passaggio che aprirebbe anche la strada all’integrazione con Open Fiber (detenuta congiuntamente da Cassa ed Enel). Mentre su altri asset di Tim (le tecnologie innovative come 5G e data center) si avvierà un confronto per valutare l’eventuale trasferimento”.

LO SCENARIO DEL CORSERA

Il nodo principale riguarda la sostenibilità del piano e quindi l’idoneità della società della rete unica ad ottenere il regime tariffario cosiddetto «Rab», concesso a chi fornisce servizi in monopolio, parametrato al capitale investito, e ottenere i fondi Ue, ha scritto il Corriere della Sera: “Il fatto che il controllo faccia capo a Tim potrebbe risultare un ostacolo, che verrebbe compensato strutturando la governance in modo da dare alla Cdp maggiori poteri e posti in consiglio nella futura società della rete. Che in questo modo acquisirebbe quella forte impronta «pubblica» chiesta dal governo. Per blindare il percorso autorizzativo sarebbe stata indicata come condizione che non sia Tim a gestire l’operatività dopo l’integrazione. Anche se il know how del gruppo rappresenta una risorsa importante”.

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