È opportuno e auspicabile che il governo italiano chieda alle autorità europee, sia all’Unione europea sia al Consiglio di vigilanza della Bce, la proroga di un anno del termine per l’uscita dello Stato dall’azionariato del Monte dei Paschi di Siena, dal 2021 al 2022, affinché si possano valutare o costruire soluzioni non penalizzanti per il territorio, per i lavoratori e per la banca.
Una decisione in tal senso sarebbe in linea, peraltro, con quanto dichiarato pubblicamente dal neopresidente della regione Toscana, Eugenio Giani, favorevole a continuare l’azione pubblica. I grandi gruppi bancari, peraltro, difficilmente potranno interessarsi all’acquisto del Montepaschi sia perché hanno obiettivi diversi sia perché stanno portando avanti altre strategie. Qualunque soluzione che implichi un taglio del personale irresponsabile e socialmente insostenibile vedrebbe contrario il movimento sindacale.
Consideriamo la soluzione ‘pubblica’ quanto mai opportuna, in quanto limiterebbe ogni tipo di danno permettendo alla banca di programmare seriamente il prossimo futuro.
L’amministratore delegato Guido Bastianini, professionista serio e preparato, deve essere messo nelle condizioni di operare senza ‘pistole puntate alla tempia’ da parte di ambienti che rincorrono soltanto interessi di parte e non della collettività. In ogni caso, qualunque sia la decisione, non tollereremo alcun tipo di macelleria sociale e contrasteremo ogni iniziativa che possa ripercuotersi sulle lavoratrici e i lavoratori dell’istituto.