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Mps, ecco piani e sogni di Bastianini (paga ovviamente Pantalone)

Si basa sull’ennesimo aumento di capitale (questa volta da 2,5 miliardi di euro) il nuovo piano industriale di Mps, banca controllata dal ministero dell’Economia. Novità (o quasi) da Mps, il Monte dei Paschi di Siena. ECCO IL NUOVO PIANO (FATTIBILE?) DI MPS Il piano di Mps prevede un aumento di capitale da 2,5 miliardi di…

Novità (o quasi) da Mps, il Monte dei Paschi di Siena.

ECCO IL NUOVO PIANO (FATTIBILE?) DI MPS

Il piano di Mps prevede un aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro da eseguirsi nel 2022, ha annunciato venerdì scorso il Monte dei Paschi di Siena (Mps), comunicando il nuovo piano industriale 2022-2026.

CAPITOLO PERSONALE IN MPS

La banca senese (controllata dal ministero dell’Economia con il 68%) prevede l’attivazione di un piano di uscite volontarie di personale, con risparmi di costo di circa 275 milioni di euro all’anno. Tali risparmi potrebbero essere per la maggior parte realizzati entro il 2024, in funzione delle negoziazioni con i sindacati i quali ipotizzano fino a 4.500 uscite.

CHE COSA PREVEDE IL NUOVO PIANO DI MPS

Il piano al 2026 di Mps prevede iniziative per sostenere la crescita, con sforzi di trasformazione immediati e tangibili che porteranno ad una redditività costante e a benefici patrimoniali: in particolare, si legge nella nota della banca, già nel 2024 è atteso un utile pre-tasse di 700 milioni di euro, un cost-income ratio al di sotto del 60% (dall’attuale 70%), un costo del rischio di 50 punti base, un ritorno sul capitale tangibile di circa l’8,5-9% nel 2024 (per salire all’11% nel 2026) e un Cet1 Fully loaded ratio superiore al 14% nel 2024 e pari a circa 17,5% nel 2026, prima di dividendi e prima dell’effetto positivo della rivalutazione delle Dta derivanti dal piano.

ECCO L’ENNESIMO AUMENTO DI CAPITALE DI MPS

In sostanza Il piano approvato dal board presieduto da Patrizia Grieco parte dall’assunto che la banca dovrà invece reggersi sulle proprie gambe. Da qua l’aumento di capitale da 2,5 miliardi (da realizzare nel 2022), di cui un miliardo servirà per coprire le spese di ristrutturazione; 800 milioni saranno dedicati a investimenti in It e infine la parte restante servirà per riportare gli indici patrimoniali al di sopra dei livelli di allarme, colmando così i deficit emersi con gli stress test 2020.

I TRE PILASTRI DEL PIANO MPS SECONDO BASTIANINI

Il piano (realizzabile?) scritto dall’amministratore delegato Guido Bastianini (che presto il Mef medita di sostituire) poggia su tre pilastri «ben fondati e facilmente eseguibili», dice la banca, ovvero la rifocalizzazione verso la clientela “core” (famiglie e Pmi), una «radicale semplificazione del modello operativo» e investimenti sul fronte digitale.

INCOGNITA BRUXELLES

“Va detto – ha osservato il Sole 24 Ore – che le linee guida presentate ieri dalla banca (e così pure l’ammontare della ricapitalizzazione conseguente) costituiscono una base di partenza per le discussioni che la banca ha già intrapreso con Bce, il Single Resolution Board e la DG Competition. E così pure tra l’azionista di riferimento di Mps, il ministero dell’Economia, e l’Ue, in vista della definizione del timing di uscita del Tesoro dal capitale. Su queste basi Bruxelles realisticamente applicherà nuove condizioni – i cosiddetti mitigant – dopo quelle imposte al piano di ristrutturazione 2017-2021. Realistico dunque che alcune delle assunzioni previste (soprattutto sul lato costi) siano oggetto di revisione più stringente.

DOSSIER CREDITO AL CONSUMO

Tra le assunzioni di fondo del piano targato Bastianini, il lancio del business del credito al consumo, che dovrà dare ossigeno al margine di interesse, la «continua riduzione del costo dei depositi a tempo» e la normalizzazione del costo del funding istituzionale.

CAPITOLO COSTI

Sul fronte della revisione dei costi a Siena contano di varare un piano di uscite volontarie con risparmi per 275 milioni annui. Risparmi, dice la banca, che «potrebbero essere per la maggior parte realizzati entro il 2024, in funzione delle negoziazioni con i sindacati».

L’AUDIZIONE DI BASTIANINI

Su questo fronte – ha ricordato il Sole 24 Ore – “Bastianini nel corso di un audizione davanti alla Commissione Banche aveva detto il bacino dei colleghi che potrebbero uscire su base volontaria va da «un minimo di 2.500 e fino a 4.000 unità». Sul derisking, la banca conta di portare i rischi legali al di sotto dei 2 miliardi e di mantenere un Npe ratio lordo attorno al 4%”.

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