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Aumento Capitale Mps

Mps, ecco il profondo rosso del Monte

Che cosa emerge dalla relazione trimestrale del Monte dei Paschi di Siena (Mps). L'articolo di Emanuela Rossi

Rosso di 360 milioni nei primi nove mesi del 2022 per Montepaschi, cifra che sale addirittura a 794 milioni se si considera solo il terzo trimestre dell’anno. A incidere pesantemente sul conto economico di Rocca Salimbeni sono i 925 milioni di costi di ristrutturazione legati all’uscita di 4.125 dipendenti del gruppo. L’amministratore delegato, Luigi Lovaglio, guarda comunque con ottimismo al futuro: grazie all’aumento di capitale “abbiamo già posto le basi per i prossimi anni e prevediamo di raggiungere in anticipo gli obiettivi di piano” ha assicurato durante la conference call con gli analisti promettendo anche un ritorno piuttosto celere al dividendo. “Ci troviamo di fronte a una svolta – ha detto – e siamo convinti che il meglio debba ancora arrivare”.

UTILI, RICAVI E COMMISSIONI PER MPS

Come si diceva, la banca ha fatto segnare un rosso di 360 milioni nei mesi gennaio-settembre a fronte dell’utile di 388 milioni realizzato nello stesso periodo del 2021, mentre nel terzo trimestre ha raggiunto una perdita di 794 milioni rispetto ai +16 milioni del 30 settembre 2021. Al netto dei 925 milioni impiegati per gli esuberi, i nove mesi si chiuderebbero con un utile per 565 milioni di euro, grazie a un utile ante imposte di 150 milioni di euro e un positivo impatto delle tasse per 415 milioni, imputabile quasi del tutto alla rivalutazione delle attività fiscali differite (Dta) contabilizzata nel terzo trimestre.

Leggendo la trimestrale diffusa da Siena, emerge che nei primi nove mesi dell’anno i ricavi di Mps si sono mantenuti sostanzialmente stabili a 2.284 milioni di euro (-0,5% su anno), grazie alla spinta del margine di interesse (+15,7% a 1.039,7 milioni), che beneficia del rialzo dei tassi e di un costo inferiore della raccolta. Segno meno per le commissioni a 1.055,3 milioni di euro (-5%) per il risultato della gestione finanziaria a 137,7 milioni.

Secondo il gruppo il calo delle commissioni è dovuto alla “elevata volatilità di mercato” che ha portato a “minori proventi sulla gestione del risparmio (-11,6%), principalmente per le minori commissioni sul collocamento prodotti”.

Stabili i ricavi a 2,28 miliardi di euro (-0,5%), con il margine di interesse (+15,7%) che ha compensato il calo delle commissioni (-5%) e della gestione finanziaria (-49,8%), così come i costi operativi (+0,3%) a 1,59 miliardi di euro. In aumento invece le rettifiche su crediti dai 27,7 milioni del 2021 a 320 milioni di euro. E ancora: segno meno per il risultato operativo netto, -47,9% a 337,5 milioni, e per quello lordo, da 673 a 656 milioni.

PATRIMONIO E QUALITÀ DEL CREDITO

Grazie alla ricapitalizzazione da 2,5 miliardi di euro, l’indice di solidità patrimoniale Cet 1 ratio (phased-in) è salito su base pro-forma al 15,7% e il total capital ratio al 19,5%, a fronte, rispettivamente, dell’11,7% e del 15,4% di fine giugno 2022 mentre il Cet1 fully loaded (a regime) si è attestato al 14,7%.

Sul fronte della qualità del credito, il totale dei crediti dubbi si mantiene stabile a 4,1 miliardi di euro mentre nel terzo trimestre cala l’esposizione netta da 2 a 1,9 miliardi, grazie a un aumento delle coperture dal 51,8% al 53,6%.

DAL CDA MPS VIA LIBERA A 4.125 ESUBERI

Tornando alla questione esuberi, il board riunitosi ieri ha approvato tutte le 4.125 richieste di esubero a fronte delle 3.500 previste dal piano. “Nel prendere atto favorevolmente di tale decisione aziendale”, si legge in una nota congiunta di Fabi, First, Fisac, Uilca e Unisin, le organizzazioni sindacali “stanno al contempo lavorando per la ricerca delle migliori tutele e garanzie per le lavoratrici e lavoratori interessati dalla complessa e difficile fase di riorganizzazione e dalle operazioni di integrazione delle Società del Gruppo”. Per valorizzare le professionalità esistenti, come più volte sottolineato anche dall’ad, i sindacati “intendono anche concretizzare quanto prima il percorso previsto dall’accordo 4/8/2022 su tutti i temi della contrattazione di II livello che partirà dalla negoziazione del Welfare, dalla riattivazione del sistema premiante, dallo sviluppo dei percorsi di crescita professionale e dalla ripresa del processo promotivo”.

IN CALO I RISCHI LEGALI

Andando ad un tema assai spinoso per Montepaschi, ovvero la bomba legale per l’informativa al mercato sulle operazioni Alexandria e Santorini tra il 2008 e il 2015, scende da 4 a 3,2 miliardi di euro dopo che ad ottobre sono state ritirate due richieste extragiudiziali per un controvalore complessivo di 0,8 miliardi di euro. Secondo Lovaglio l’atteggiamento della banca “nella gestione del petitum ci ha consentito di ridurre il petitum e gli accantonamenti”. Per i contenziosi, ha evidenziato, “gli accantonamenti liberati ammontano a circa 100 milioni di euro”.

LOVAGLIO: DOPO AUMENTO NUOVO CAPITOLO, POSSIBILE ANTICIPO DEL PAGAMENTO DELLA CEDOLA

Durante la conference call con gli analisti, riferisce l’Ansa, il ceo si è soffermato a lungo sui prossimi passi del gruppo: “Sono molto soddisfatto, abbiamo iniziato un nuovo capitolo per la banca più antica del mondo” ha detto rilevando poi che la ricapitalizzazione è stata “un’operazione complessa svolta in un contesto di mercato volatile” che consentirà di ridurre “di oltre il 20% in un colpo solo i costi posizionandosi per sfruttare le sue grandi potenzialità nei prossimi trimestri e preparando la strada a risultati in miglioramento”.

Secondo Lovaglio “abbiamo già posto le basi per i prossimi anni e prevediamo di raggiungere in anticipo gli obiettivi di piano” e lo stacco della cedola “già con l’utile 2022 in mancanza di preclusioni normative specifiche”. Gli esodi, senza “nessun pregiudizio per i clienti”, “ci consentiranno di risparmiare oltre 300 milioni all’anno che daranno un contributo notevole al raggiungimento del target di 700 milioni di utili”. Peraltro “non ci sono segnali di deterioramento del portafoglio impieghi, siamo in grado di affrontare un peggioramento dello scenario economico” e il gruppo prevede di realizzare già nel 2023 un margine di interesse superiore all’obiettivo di 1,47 miliardi di euro atteso a fine piano ovvero nel 2026.

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