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Mps, ecco lo zuccherino fiscale di Draghi per Unicredit

Perché i titoli delle banche (in primis Mps) sono stati frizzanti in Borsa il 4 maggio. La norma fiscale in arrivo. Gli effetti su Mps. E su una potenziale aggregazione del Monte (con Unicredit?). Fatti, numeri, analisi e scenari

 

Istituti di credito frizzanti a Piazza Affari – in particolare il Monte dei Paschi di Siena (Mps) – per una norma in fieri di natura fiscale che di fatto agevola anche un matrimonio del Monte (con Unicredit?). Ecco tutti i dettagli.

PERCHE’ MPS CRESCE IN BORSA

Le banche (in particolare Mps) sono positive oggi in Borsa e risentono delle prospettive di alcune misure che potrebbero essere introdotte dal decreto Sostegni bis con l’obiettivo di facilitare le aggregazioni tra istituti. Si tratta di modifiche al peso delle Dta, le tasse differite da trasformare in crediti di imposta: la percentuale per calcolarne l’ammontare nell’ambito di una fusione sale dal 2% al 3% rispetto al totale degli attivi dell’entità bancaria ‘minore’ coinvolta nella fusione. Di conseguenza, aumenterebbero i ‘tesoretti’ per i soggetti aggregatori, che avrebbero un motivo in più per andare a caccia di banche da acquisire. In più, il credito di imposta viene prorogato fino a giugno 2022: c’è più tempo per organizzarsi, dunque

COME VANNO LE BANCHE (NON SOLO MPS) IN BORSA

Gli effetti delle misure si fanno sentire soprattutto su Banca Monte dei Paschi, che – alle ore 14 del 4 maggio – guadagna il 4,8% sulla Borsa di Milano ed è la migliore dei titoli bancari insieme a Banco di Desio e della Brianza (+4%). Giornata di acquisti anche per Banco Bpm (+1,2%), Unicredit (+0,6%) e Intesa Sanpaolo (+0,9%), che a partire da domani illustreranno al mercato i conti del primo trimestre 2021.

GLI SCAMBI SULLE BANCHE

Intenso anche il numero degli scambi con 4 milioni di pezzi già passati di mano contro una media nell’ultimo mese di 2,4 milioni di azioni in un’intera seduta. Gli acquisti arrivano all’indomani della circolazione delle bozze del decreto Sostegni bis, allo studio del governo Draghi, con l’obiettivo di rafforzare le norme sugli incentivi per le aggregazioni tra istituti di credito.

CHE COSA PREVEDE LA NORMA NEL DECRETO SOSTEGNI

Nel dettaglio, si prevede la trasformazione delle Dta in crediti d’imposta per ulteriori sei mesi, includendo tra le aggregazioni agevolabili, quindi, anche quelle deliberate fino al 30 giugno 2022 (attualmente la scadenza e’ il 31 dicembre 2021). Non solo. Il limite delle Dta convertibili viene elevato dal 2% al 3% del totale degli attivi del soggetto minore coinvolto nella fusione.

ECCO GLI EFFETTI PER MPS

Cosa vuol dire questa prospettiva normativa e fiscale – in concreto – per Mps? “Se approvata – spiega un report Equita – la norma fornirebbe un ulteriore impulso al processo di consolidamento nel settore, supportando in particolar modo una soluzione per Mps (che ha in dote Dta potenzialmente oggetto di conversione per 3,8 miliardi di euro), con tempistiche che tuttavia potrebbero essere più lunghe rispetto a quanto inizialmente ipotizzato”.

TUTTI I BENEFICI FISCALI PER UNICREDIT SE SPOSA MPS

Secondo i calcoli degli analisti, in caso di un matrimonio tra UniCredit e l’istituto di Rocca Salimbeni, ad esempio, “il beneficio dalla conversione delle Dta ammonterebbe a 3,4 miliardi (circa 1,1 miliardi in più rispetto alla norma vigente), con un impatto sul Cet1 della ‘combined entity’ stimato in circa 90 punti base (rispetto a precedenti 60 punti base)”

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