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Mps, come si svenano pure le fondazioni per il Monte

Non solo il Tesoro ma anche le fondazioni bancarie (vigilate dal Tesoro) sosterranno l’aumento di capitale di Mps ma non tutte… L’articolo di Emanuela Rossi 

Si avvicina il termine dell’aumento di capitale, il prossimo 3 novembre, e si intensificano i movimenti intorno a Montepaschi. Nel frattempo, però, il titolo continua a registrare performance negative: venerdì ha chiuso a 1,93 euro (-1,61%), al di sotto del prezzo di riferimento per l’aumento di capitale ovvero 2,063 euro. In un mese il calo supera il 69%.

I DUBBI DI BRUXELLES E DI FRANCOFORTE?

La ricapitalizzazione di Rocca Salimbeni attira l’attenzione anche dall’estero, ovviamente, in particolare da Bruxelles. Il Financial Times ha scritto nei giorni scorsi che Bruxelles avrebbe acceso un faro sull’operazione in quanto il timore è che possa configurarsi come aiuto di Stato. In particolare, scriveva il quotidiano britannico, l’attenzione sarebbe puntata sui 125 milioni di commissioni che andranno alle banche garanti (Mediobanca, Bank of America, Credit Suisse, Citi, Sch, Barclays, SocGen e Stifel) e ad Algebris, che si sono fatte carico della sottoscrizione di 857 milioni di inoptato. Per gli addetti ai lavori, scrive Radiocor, la cifra potrebbe essere pari al rischio di perdita che il consorzio si dovrebbe accollare per l’inoptato dell’aumento: in tal modo gli istituti uscirebbero dall’operazione senza guadagni ma anche senza perdite.

Secondo le regole europee, lo Stato può partecipare solo se tutti gli investitori – pubblici e privati – sono soggetti alle stesse condizioni. E per quanto riguarda Mps il Tesoro – proprietario del 64,23% del capitale – sta mettendo sul piatto 1,6 miliardi.

A stretto giro è arrivato il commento della Commissione Ue che – per bocca della portavoce responsabile della concorrenza – ha fatto sapere che non ci sono “commenti specifici” sull’aumento di capitale e che “in generale spetta allo Stato membro valutare se una misura specifica comporti un aiuto di Stato”. In tal caso la misura “deve essere notificata dallo Stato membro interessato alla Commissione per la valutazione, prima di qualsiasi concessione di aiuto ai beneficiari, a meno che non sia coperta da esenzioni per categoria”.

Il giorno dopo, sempre il Financial Times ha scritto che un investitore britannico con interessi nella banca ha chiesto alla Bce di bloccare l’aumento di capitale per le alte commissioni – 125 milioni – pagate agli otto istituti del consorzio di garanzia. Secondo l’investitore, riferisce il giornale economico, in tal mondo Montepaschi starebbe acquistando indirettamente azioni.

Per il Ft, però, l’Eurotower non accoglierà la richiesta, avanzata dalla stessa persona, di togliere l’autorizzazione concessa per la ricapitalizzazione.

IL SOCCORSO DELLE FONDAZIONI A MPS

Intanto si muovono le fondazioni bancarie, a seguito della moral suasion del ministero dell’Economia e dell’Acri. Martedì il board di Cariplo, ha fatto sapere l’Ansa, ha deliberato di intervenire con 10 milioni di euro e mercoledì è arrivato il via libera anche da parte del cda della Compagnia di Sanpaolo, sempre per 10 milioni, guidata dal numero dell’Acri, Francesco Profumo. Il giorno dopo è stata invece la volta di Fondazione Crt, scesa in campo con 5 milioni, così come Fondazione Cariparo.

Nulla da fare invece per quanto riguarda l’ingresso di Fondazione Cariverona perché “l’investimento non rientra nelle attuali politiche di gestione patrimoniale dell’ente”, secondo quanto hanno riferito all’Ansa da ambienti finanziari.

L’aiuto delle Fondazioni, ha detto Profumo intervenendo alla presentazione della Giornata mondiale del risparmio, come riportano le agenzie di stampa, ha l’obiettivo di potare alla “stabilizzazione della banca” visto che l’operazione poteva essere “complicata”. E ancora: “Siamo di fronte alla più antica banca del mondo e le Fondazioni hanno dimostrato attenzione per un tema rilevante per il Paese” dopo aver fatto “una valutazione del piano industriale che è interessante. C’è il problema degli esuberi e il fatto che nel 2024 si prevede un utile pre tasse di 700 milioni, quindi ci sono le prospettive per cui questa operazione porti a una stabilizzazione della banca ed è per questo che un gruppo numeroso di Fondazioni ha deciso di fare l’operazione in questa direzione, in modo molto coordinato tra di loro”.

E ORCEL BYPASSA

Nel giorno degli ottimi conti trimestrali presentati da Unicredit, il 26 ottobre, l’amministratore delegato Andrea Orcel chiude con tanti saluti la parentesi Mps, dopo il fallimento della trattativa per l’acquisizione, a fine 2021. “La priorità in cui si concentra l’intera organizzazione è l’esecuzione del piano” ha detto rispondendo a una domanda a Bloomberg Tv. “Per il momento stiamo generando più valore di qualsiasi acquisizione che potremmo fare” ha sottolineato il manager romano e “non ci lasceremo trascinare in acquisizioni che non raggiungono i nostri obiettivi”.

CONTINUA LO SHOPPING INTERNO

Dopo gli acquisiti di Lovaglio per circa 200mila euro, la scorsa settimana, i manager interni continuano a comprare azioni del Monte, dando un segnale di fiducia nella ricapitalizzazione. Stavolta tocca ad Andrea Francesco Maffezzoni, cfo di Mps, che ha sottoscritto 50.116 nuove azioni investendo poco più di 100 mila euro, e a Marco Bassilichi, componente del cda, che ha sottoscritto 40.018 nuove azioni.

LA QUESTIONE ESODI

Durante la settimana si è svolto anche un incontro fra azienda e sindacati riguardo al piano per gli esodi – previsto nel piano industriale – cui hanno aderito 4.125 dipendenti a fronte dei 3.500 previsti. “L’amministratore delegato ha espresso un orientamento positivo in ordine alle istanze sindacali, fermo restando il completamento del processo legato all’aumento di capitale e le decisioni che a riguardo saranno assunte dal Cda, unitamente alla definizione del piano gestionale di sostituzione dei colleghi legato alla riorganizzazione aziendale” si legge in una nota diffusa da Fabi, First Cisl, Fisac Cgil e Uilca Uil al termine della riunione in cui l’azienda ha pure “comunicato la volontà di avviare intanto il processo di regolarizzazione amministrativa nei confronti di tutti i colleghi proponenti domanda.

La prima organizzazione del settore peraltro auspica che Montepaschi programmi “un numero di assunzioni di giovani, al fine di assicurare una corretta operatività, sia degli uffici sia della rete, e di garantire un importante ricambio generazionale”. Accogliendo tutte le domande, prosegue la Fabi, “si asseconderebbe” la richiesta di tanti che “dopo oltre 10 anni di sacrifici, professionali, personali ed economici” hanno contribuito “al salvataggio e all’operatività quotidiana” della banca.

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