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Mps

Mps, l’aumento di capitale minuto per minuto

Perché l'aumento di capitale di Mps è iniziato con molta incertezza. L'articolo di Emanuela Rossi.

 

Parte con grande incertezza in Borsa l’aumento di capitale di Montepaschi. Nel giorno in cui inizia il percorso per il risanamento dell’antichissima banca senese, infatti, il titolo risulta in calo e i diritti d’opzione crollano. Occorre ricordare che venerdì Mps aveva lasciato sul terreno il 42% portando a -61,3% la performance nelle ultime due sedute.

Sempre venerdì erano stati recapitati a Siena due “avvertimenti”. La Consob ha infatti evidenziato che l’aumento – che ha “caratteristiche di forte diluizione” – porta con sé “il rischio che durante il periodo di offerta in opzione delle nuove azioni si verifichi una forte volatilità del prezzo delle azioni dell’emittente, inclusa una sopravvalutazione del prezzo di mercato rispetto al suo valore teorico”; la Bce ha invece affermato che – pur con la ricapitalizzazione – Mps presenterebbe un gap di capitale rispetto alla media delle banche italiane ed estere fatto che “potrebbe rappresentare un possibile ostacolo a future operazioni di fusione con un partner industriale”.

L’AUMENTO DI CAPITALE

La ricapitalizzazione da 2,5 miliardi di euro – ha fatto sapere venerdì scorso la stessa Rocca – sarà “interamente garantita”. La banca ha sottoscritto contratti di garanzia per un importo massimo di 857 milioni di euro, di cui 807 milioni con il consorzio di garanzia composto da Mediobanca, Bank of America, Credit Suisse, Citi, Sch, Barclays, SocGen e Stifel – disgiuntamente fra loro e senza vincolo di solidarietà. Altri 50 milioni, invece, arriveranno dal fondo Algebris. Il Tesoro, proprietario del 64,23% del capitale, fornirà 1,606 miliardi di euro mentre gli impegni di investitori terzi sono pari a 37 milioni.

Di oggi la notizia che Axa parteciperà all’aumento di capitale di Mps per un ammontare fino a 200 milioni di euro. “L’esatto ammontare finale dipenderà dalla domanda degli investitori” ha detto all’Ansa un portavoce della compagnia assicurativa francese che è stata identificata tra i sub-underwriter il consorzio di garanzia ha girato oltre la metà del rischio di inoptato di cui si è fatto carico.

COME STA ANDANDO IN BORSA

Come comunicato venerdì a chiusura di seduta, le azioni di Mps oggi hanno ricominciato a trattare con un prezzo di riferimento di 2,063 euro, per effetto dello scorporo del diritto di opzione, che viene negoziato separatamente. Il prezzo di partenza del diritto, che consente di sottoscrivere 374 nuovi titoli ogni tre posseduti, era stato fissato in 7,837 euro.

All’avvio i diritti e il titolo non riuscivano a fare prezzo, in seguito il titolo è stato scambiato ma a metà mattina è stato sospeso per eccesso di volatilità con un rialzo teorico che superava il 16%. Stesso copione per i diritti dopo un calo teorico del 36%. A metà seduta il titolo viaggia a -2,6% e i diritti presentano un calo del 90%

IL CALENDARIO DELL’OPERAZIONE

La ricapitalizzazione terminerà il 3 novembre. Fino al 25 ottobre saranno negoziabili a Piazza Affari i diritti di opzione che potranno essere esercitati fino al 31 ottobre. I diritti non sottoscritti, invece, saranno offerti alla Borsa, attraverso l’asta dell’inoptato, il 1° e il 2 novembre e il loro esercizio dovrà avvenire entro il 3 novembre.

I DUBBI DI SILEONI

Intanto, proprio nel giorno dell’avvio dell’aumento, non usa mezzi termini Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, il primo sindacato del credito. “Il Tesoro deve cedere il Monte dei Paschi di Siena entro i prossimi due anni, entro il 2024. Ma molto prima di quella scadenza dovrà cercare un partner o altri partner. Durante questo tipo di operazioni, c’è chi, come al solito, pretende o pensa che Mps si possa comprare con un euro, come è accaduto a giugno del 2017 con le due banche venete” ha detto intervistato a “Sportello Italia” su Radio Uno Rai. “Oppure, in questo momento, c’è chi ha l’intenzione di porsi come il cavaliere bianco – ha aggiunto -: potrebbero essere due o tre le banche a rilevare il Montepaschi, soprattutto per coprire una propria carenza di capitale o deficit di coperture sui crediti deteriorati, cercando di farli apparire come di Mps”.

Per quanto riguarda la ricapitalizzazione, l’operazione “sarà un thriller fino all’ultimo secondo” perché “nell’accordo col consorzio di garanzia sono presenti alcune, importanti clausole contrattuali che consentono di risolvere l’accordo, di fatto, in qualsiasi momento”, come quella relativa all’“insorgere o intensificarsi di atti di ostilità o atti di terrorismo o altre calamità” o quella relativa a un “cambiamento negativo sui cambi valutari, nella politica italiana e internazionale, nei mercati finanziari italiani e internazionali”.

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