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Mps, come vanno conti (e rischi) di Banca Widiba?

Tutte le ultime novità su Banca Widida (gruppo Mps) in vista dell'operazione Mef-Unicredit sul Monte dei Paschi di Siena. L'articolo di Emanuela Rossi

C’è anche Banca Widiba nella partita che si sta giocando sul futuro del gruppo Montepaschi. La banca multicanale, che offre una piattaforma online personalizzabile e vanta una rete di oltre 500 consulenti finanziari, nata nel 2014, è infatti secondo i rumor riportati dai giornali tra gli attivi più ambiti. Come riferito dal Sole 24 Ore, fonti vicine al dossier Mps citano anche Poste Italiane come potenzialmente interessata a Widiba. Sempre il quotidiano confindustriale nei giorni scorsi ha evidenziato come la riorganizzazione di Rocca Salimbeni toccherebbe anche Widiba “che sta registrando tassi di crescita significativi in termini di raccolta ed è un fiore all’occhiello del gruppo dal punto di vista tecnologico”. Per la banca digitale di Montepaschi potrebbe esserci interesse da parte di Unicredit che lascerebbe invece a Mediocredito Centrale di Bernardo Mattarella altri asset e soprattutto la rete del Sud, in particolare quella pugliese e quella siciliana.

IL BILANCIO D’ESERCIZIO 2020

I conti di Widiba vanno bene e rendono l’istituto, appunto, un pezzo pregiato della collezione di Rocca Salimbeni. Nel 2020 la banca ha messo a segno la performance migliore dalla sua nascita con una crescita trainata da accelerazione dei volumi di raccolta e delle commissioni cui si aggiungono costi operativi stabili per il terzo anno consecutivo.

In particolare, la raccolta netta commerciale è arrivata a 792 milioni contro i 118 milioni dell’esercizio precedente e i 169 milioni del 2018. In aumento dell’11% su anno le masse totali, pari a 9,4 miliardi, che beneficiano della migliore raccolta e anche della crescita dei collocamenti di risparmio gestito che, nonostante il lockdown e l’emergenza pandemica, grazie alle modalità di interazione digitale con i clienti, hanno raggiunto i 950 milioni (+6,4%).

Segno più per gli indicatori transazionali quantitativi (22,3 milioni di accessi alla piattaforma (+18% sul 2019), transazioni banking 15,3 milioni (+11%), transazioni investimenti 822mila (+38%), e per quelli qualitativi, che registrano un rating di 4,84/5 con quasi 1 milione di giudizi dei clienti.

Crescita anche nel comparto credito, con lo stock di impieghi che si attesta a 702,8 milioni di euro; prosegue la buona qualità degli asset con crediti deteriorati pari all’1% e un tasso di copertura pari al 44% (il Net NPL ratio resta sotto l’1%). In media il portafoglio dei 524 consulenti finanziari raggiunge i 14,1 milioni di euro, in crescita del 13% rispetto al 2019. E ancora: margine d’interesse +5,7%, commissioni nette +68,2%, ricavi +16%, costi operativi stabili, risultato operativo netto a 16.044.450, +7,9 milioni, utile netto a 6.009.577, totale attivo +15,4%, patrimonio netto +133 milioni (+5%),

Insomma, come si legge nel verbale di assemblea del 31 marzo scorso, che ha approvato il bilancio d’esercizio, “l’andamento del 2020 è stato molto positivo sebbene la banca, dopo l’insediamento del nuovo cda, abbia dovuto accelerare il processo di conversione del proprio modello di business con l’obiettivo di rendersi progressivamente indipendente dal tasso di riferimento infra gruppo”. Il presidente Francesco Di Ciommo nella stessa occasione ha ribadito il “massimo impegno” del board “nell’accompagnare questo processo di crescita della banca nella consapevolezza del difficile contesto economico generale e del gruppo Mps”.

I RISCHI E LE POLITICHE DI COPERTURA

Secondo quanto riportato nel bilancio d’esercizio 2020, al 31 dicembre scorso il capitale interno complessivo presenta rischio di credito e controparte per il 54%, rischio finanziario per il 6%, rischio operativo per il 19%, rischio di business/strategico per l’11% e rischio di concentrazione per il 10%.

Non esistono esposizioni al rischio di credito sovrano mentre, per quanto riguarda le esposizioni a rischio, il 63,7% è erogato verso clientela di qualità elevata e buona e un ulteriore 35,9% con qualità sufficiente.

Dal punto di vista della distribuzione geografica della clientela, si nota come le esposizioni a rischio siano molto concentrate al Sud (29,6%) al Centro (28,5%) e al Nord ovest (23,5%) e la rischiosità delle esposizioni segue lo stesso andamento (Sud 28,8%, Centro 30,4%, Nord ovest 22,3%, Nord est 12,2%, Estero 6%, Isole 0,1%).

Inoltre, sempre alla fine dello scorso anno, Widiba ha gestito richieste di sospensione dei pagamenti di finanziamenti il cui valore residuo ammonta a 36,6 milioni.

Sul fronte Covid, “per poter assicurare una chiara visione dei rischi sono state effettuate valutazioni sulla base di diversi scenari e ridefiniti i risk limit nell’ambito del nuovo contesto tra i quali le analisi di scenario condotte per l’adozione di prudenti misure di valutazione degli accantonamenti, la segmentazione del portafoglio crediti post Covid 19 e la conseguente modifica del portafoglio high risk”. A partire dal secondo semestre 2020 “sono stati rafforzati e affinati i credit standard per la valutazione della capacità prospettica di rimborso dei clienti e sono state individuate specifiche strategie creditizie; in particolare per le controparti appartenenti al settore famiglie sono state oggetto di analisi di segmentazione ricorrendo a dati esterni per verificare la presenza di segnali di criticità non colti dalle fonti informative interne”.

In Banca Widiba il sistema di governo dei rischi è guidato dal cda, dal collegio sindacale e dal comitato rischi e sostenibilità, dal direttore generale e dall’amministratore incaricato del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi. Esistono poi, e si occupano specificamente dell’operatività, alcuni comitati di gestione responsabili in materia dei rischi come il comitato gestione rischi, il comitato finanza e liquidità, il comitato credito.

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