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Mosse e mossette dell’Ue contro la Cina

Ecco le iniziative più recenti delle istituzioni europee contro la Cina sulle infrastrutture critiche

Il 17 gennaio 2024, il Parlamento Europeo ha adottato una nuova e significativa strategia riguardante le infrastrutture portuali, in risposta alla preoccupante espansione dell’influenza cinese in settori cruciali dell’Unione Europea.

Questa mossa segue un’esposizione dettagliata presentata dal gruppo Renew Europe il 11 dicembre, mettendo in luce le implicazioni di sicurezza derivanti dalla penetrazione cinese nelle infrastrutture critiche europee. In particolare, la strategia di fusione militare-civile (MCF) della Cina, che punta a unire ricerca civile, commerciale, industriale e difensiva, è stata oggetto di forte critica.

La Cina, identificata come un “rival systemico e competitor”, si focalizza su tecnologie avanzate come l’informatica quantistica, i big data, i semiconduttori, la tecnologia 5G, il nucleare, l’aerospazio e l’intelligenza artificiale. Con il recente voto su questo documento non vincolante, gli eurodeputati hanno espresso la necessità di una reazione europea alla strategia MCF cinese, che viene vista come un mezzo per consolidare il potere del Partito Comunista Cinese (PCC) e del suo braccio armato, l’Esercito Popolare di Liberazione (APL).

Un aspetto particolarmente allarmante è la vulnerabilità delle infrastrutture critiche europee all’influenza della Cina. Questa preoccupazione è evidenziata da studi del Servizio europeo per l’azione esterna (SEAE), che nel giugno 2023 ha sottolineato i rischi per la sicurezza derivanti dal controllo cinese su tali infrastrutture. Un esempio chiaro è la Huawei Marine Network (HMN), coinvolta nello sviluppo di sistemi di cavi sottomarini per Internet e strumenti di sorveglianza per l’esercito cinese, evidenziando potenziali minacce di spionaggio.

In risposta a queste sfide, il Parlamento Europeo ha approvato una strategia portuale europea, basata su un rapporto dell’olandese Tom Berendsen, per contrastare le influenze straniere nei porti dell’UE. La strategia richiede una valutazione urgente dei rischi associati agli investimenti cinesi e di altri paesi terzi nelle infrastrutture marittime, incentivando una maggiore cooperazione tra gli stati membri dell’UE.

Questa iniziativa rispecchia una crescente consapevolezza in Europa della necessità di proteggere la propria sicurezza, indipendenza economica e resilienza dagli effetti di una guerra economica sempre più aggressiva con la Cina. L’esperienza dell’UE con la dipendenza energetica unilaterale dalla Russia ha già messo in luce la vulnerabilità dell’Europa a nuove dipendenze straniere, spingendo ad un’azione decisa per salvaguardare gli interessi e la sovranità europea.

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