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Microsoft ha chiesto ai lavoratori in Cina di passare all’iPhone

I dipendenti di Microsoft in Cina non potranno più usare i dispositivi Android per lavorare: per ragioni di sicurezza, dovranno passare ad Apple. A maggio la società aveva invitato i dipendenti nel paese a trasferirsi altrove. Tutti i dettagli.

Da settembre i dipendenti di Microsoft in Cina non potranno più usare i dispositivi Android per la verifica dell’identità quando accedono agli account aziendali: al loro posto, dovranno utilizzare i dispositivi di Apple, come gli iPhone.

La decisione rientra in una più ampia strategia della società per rafforzare la sicurezza dei propri prodotti e servizi, visti i tanti attacchi hacker subiti, e per assicurarsi che tutti i dipendenti utilizzino le applicazioni Microsoft Authenticator e Identity Pass.

IL PROBLEMA CON ANDROID IN CINA

Il problema con il sistema operativo Android – sviluppato da Google ma disponibile anche in versione open source – sta nel fatto che i servizi di Google non sono disponibili in Cina: vista l’assenza di Google Play, quindi, l’unico posto da cui i lavoratori di Microsoft nel paese possono scaricare le due app è l’App Store di Apple. Le piattaforme per la distribuzione di app gestite dalle aziende cinesi, come Huawei e Xiaomi – entrambe producono telefoni e tablet con sistema operativo Android -, non sono ritenute altrettanto affidabili.

MICROSOFT SCEGLIE APPLE

In un comunicato, Microsoft ha dichiarato che “a causa della mancanza di disponibilità dei servizi mobili di Google in questa regione, cerchiamo di offrire ai dipendenti un mezzo per accedere a queste applicazioni necessarie, come ad esempio un dispositivo iOS”: iOS è il sistema operativo sviluppato da Apple per gli iPhone e il secondo più diffuso al mondo, dopo Android. A tutti i lavoratori che utilizzano dispositivi Android, inclusi quelli di Huawei e Xiaomi, Microsoft fornirà loro un iPhone 15; i telefoni Android potranno comunque continuare a venire utilizzati negli ambiti non lavorativi.

NON SOLO SMARTPHONE: MICROSOFT, LA CINA E L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE

Al di là della sostituzione degli smartphone, a maggio il Wall Street Journal aveva rivelato come Microsoft avesse chiesto a settecento-ottocento dipendenti in Cina di valutare la possibilità di trasferirsi altrove – ad esempio negli Stati Uniti, in Australia o in Irlanda – per via della crescente competizione sull’intelligenza artificiale tra i governi cinese e americano.

I lavoratori potranno comunque scegliere di restare in Cina, ma l’azienda – stando a quanto aveva scritto il South China Morning Post – ha sospeso le assunzioni nel paese, nel quale è presente dal 1992 e dove gestisce un grande centro di ricerca e sviluppo.

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