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Perché l’intelligenza artificiale fa scivolare Meta e Microsoft

Gli ultimi risultati trimestrali di Meta e Microsoft superano le aspettative, ma le due Big Tech scendono in borsa per via delle preoccupazioni sugli investimenti nell'intelligenza artificiale: le entrate delle altre aree riusciranno a coprire le spese?

Meta Platforms, la società madre di Facebook guidata da Mark Zuckerberg, ha comunicato risultati economici superiori alle aspettative nel terzo trimestre del 2024. Le entrate, ad esempio, sono ammontate a 40,5 miliardi di dollari, il 19 per cento in più rispetto allo stesso periodo del 2023 e al di sopra delle previsioni degli analisti (40,2 miliardi). L’utile per azione è stato di 6,03 dollari per azione, il 37 per cento in più su base annua e ben al di sopra delle stime (5,25 dollari).

L’AUMENTO DELLE SPESE PER L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE…

Anche i costi sono aumentati, del 14 per cento rispetto al periodo luglio-settembre 2023, raggiungendo i 23,2 miliardi.

Meta ha detto peraltro di prevedere per l’anno prossimo una “significativa accelerazione” delle spese per le infrastrutture legate all’intelligenza artificiale. E così, nonostante i risultati complessivamente soddisfacenti, le azioni della compagnia hanno perso il 3 per cento nell’after-hours trading in borsa: gli investitori si stanno chiedendo se i ricavi delle pubblicità online – l’attività principale di Meta, che è la più grande società di social media al mondo – potranno continuare a coprire i costi dell’intelligenza artificiale. Tutte le “Big Tech” hanno investito grosse somme in questa tecnologia e nei centri dati che la sostengono, scommettendo sui ritorni futuri.

… E LE PAROLE DI ZUCKERBERG

Mark Zuckerberg, l’amministratore delegato, ha ammesso che l’aumento delle spese nelle infrastrutture per l’intelligenza artificiale “non è forse quello che gli investitori vogliono sentire nel breve termine”; ciononostante, Meta continuerà a investirvi perché pensa che le opportunità “siano davvero grandi”. Meta AI, il chatbot capace di generare testo e immagini su richiesta, viene utilizzato oggi da più di cinquecento milioni di utenti attivi mensili; a settembre erano molti di meno, circa quattrocento milioni.

COM’È MESSA META

Nonostante la recente flessione, dall’inizio dell’anno le azioni di Meta sono cresciute del 67 per cento e hanno guadagnato il 500 per cento rispetto al minimo del 2022. Per il quarto trimestre del 2024 la società prevede di riportare entrate comprese tra i 45 e i 48 miliardi di dollari; le stime degli analisti si fermano a 46,3 miliardi.

La pubblicità online vale la stragrande maggioranza delle entrate di Meta e ci si aspetta un contributo particolarmente importante in quest’ultima fase dell’anno, quella degli acquisti per Natale, quando le aziende pubblicano più inserzioni per attirare i consumatori verso i loro prodotti.

Il tasso di persone attive al giorno (DAP, in gergo) su tutte le applicazioni della società, che non possiede solo Facebook ma anche Instagram e WhatsApp, è cresciuto del 5 per cento nel terzo trimestre, arrivando a 3,29 miliardi di utenti. Nel trimestre precedente l’aumento era stato più marcato, del 7 per cento.

E MICROSOFT?

Come Meta, anche Microsoft prevede un aumento degli investimenti nell’intelligenza artificiale nel trimestre corrente, ma stima anche un rallentamento della crescita di Azure, la sua divisione dedicata ai servizi di cloud computing: gli investimenti nell’intelligenza artificiale, seppur sostanziosi, si scontrano con i limiti di capacità dei suoi data center e la società pensa che non riuscirà a risolvere il problema fino alla seconda metà dell’anno fiscale 2025.

Il titolo di Microsoft ha perso il 3,6 per cento in borsa e si è rivelato il peggiore, finora, tra quelli delle “Big Tech”: dall’inizio del 2024 è infatti cresciuto del 15 per cento, rispetto al 67 per cento di Meta e al 28 per cento di Amazon.

I risultati economici di Microsoft nel primo trimestre fiscale del 2025, iniziato a luglio, indicano entrate (65,6 miliardi) e utile per azione (3,30 dollari) superiori alle aspettative. Le previsioni per il periodo successivo, però, hanno deluso: la società prevede per Azure una crescita dei ricavi del 31-32 per cento, contro il 32,2 per cento stimato dagli analisti. Nel primo trimestre fiscale Azure ha battuto le stime, crescendo del 33 per cento, con l’intelligenza artificiale che ha contribuito al risultato per il 12 per cento (rispetto all’11 per cento del trimestre precedente).

Nel periodo in questione, le spese in conto capitale per i sistemi e le infrastrutture di intelligenza artificiale sono arrivate a 20 miliardi di dollari, il 5,3 per cento in più su base trimestrale. Secondo le valutazioni di Visible Alpha, nell’anno fiscale 2025 le spese di Microsoft ammonteranno a più di 80 miliardi di dollari, contro i 30 miliardi del precedente.

Microsoft controlla OpenAi, permettendo ai clienti di Azure di accedere agli ultimi modelli della società, come la serie o1, capace di risolvere anche quesiti complessi di matematica, scienza e programmazione.

GOOGLE GONGOLA

Martedì Alphabet, la società madre di Google, ha pubblicato i suoi ultimi risultati trimestrali, che indicano una crescita del 35 per cento delle attività di cloud computing grazie al traino dell’intelligenza artificiale.

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