Cara Italia, ricorri ai prestiti del Mes sanitario perché così risparmierai un bel po’ di interessi.
E’ il messaggio che in maniera tutt’altro che velato arriva dai vertici del Meccanismo europeo di stabilità (Mes)
Con il prestito di circa 36 miliardi del Meccanismo europeo di stabilità l’Italia risparmierebbe in oneri di interessi rispetto a emissioni nazionali di bond circa 7 miliardi. La Spagna circa 2 miliardi.
Sono questi infatti i calcoli del Mes indicate dal direttore Klaus Regling nel corso di una conversazione con diverse agenzie di stampa nazionali generaliste, il cui testo integrale è stato pubblicato sul sito del fondo salva-Statihttps://www.esm.europa.eu/interviews/klaus-regling-interview-ansa-dpa-efe-anp-afp.
Il direttore generale del Mes, Klaus Regling, in un’intervista ad ANSA, DPA, EFE, ANP e AFP, spiega perché bisognerebbe approfittare dei “soldi sicuri” della nuova linea di credito. “Tutti i Paesi possono ricevere il 2% del proprio Pil” e “ognuno può calcolare i vantaggi. Per la Spagna, che ha un tasso appena sotto l’1%, il risparmio sarebbe di 200 milioni di euro all’anno, che per l’orizzonte di dieci anni (di durata del prestito, ndr), sarebbero 2 miliardi. Se si fa il calcolo per l’Italia, sarebbero 7 miliardi, perché i tassi d’interesse sono più alti”, spiega Regling.
Regling è convinto che chiedere aiuti al Mes non manderebbe un messaggio negativo ai mercati, anzi, “è il contrario”, perché i mercati “sanno che si tratta di denaro vantaggioso e il Paese che deve finanziare il proprio deficit ha più vantaggi a chiedere al Mes piuttosto che fare a solo sui mercati del debito, perché il tasso di interesse del prestito è più basso”.
“L’unica condizione”, ha aggiunto, è che la linea di credito “sia spesa nel settore sanitario, per costi diretti e indiretti. Non c’è niente di più, e nemmeno ci sarà dopo”. Il Mes attiverà però l’Early warning system, un sistema di controllo “che guarda solo ai rischi per la restituzione”, come una qualsiasi banca fa con chi chiede un mutuo.
Per quanto riguarda il monitoraggio, il direttore generale ricorda che “la Commissione ha detto molto chiaramente in una lettera firmata dal commissario Gentiloni che non ci sarà un monitoraggio speciale”, ma “farà quello che fa sempre con tutti, si chiama sorveglianza ed è nel Trattato. Non ha niente a che fare con la crisi di oggi. Guarderà alla situazione di bilancio di tutti gli Stati, ma il fatto che un Paese chieda il sostegno della linea Mes non porterà a monitoraggio o missioni aggiuntivi”.
Sul tipo di spese che potranno essere coperte, Regling chiarisce che non sono solo quelle “per costruire un nuovo ospedale”, ma anche “per gli ospedali esistenti” e per “medici, infermieri che già ci sono”. Inoltre, come costi indiretti valgono anche alcuni “costi di contenimento, necessari per tenere i costi sanitari bassi”. La nuova linea dedicata alla pandemia vale 240 miliardi di euro, ma l’aspettativa, spiega, è che ne venga utilizzato un terzo, ovvero attorno a 80 miliardi.
GLI APPROFONDIMENTI DI START MAGAZINE SUL MES:
MES: PRENDERE O LASCIARE? FATTI, NUMERI, FINI E POLEMICHE. IL CORSIVO DEL DIRETTORE ARNESE
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