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Mes: Conte e Tria dormicchiavano? Le critiche del prof. Pennisi

Non solo baruffe politiche ma anche accademiche tra economisti sul Mes (Meccanismo europeo di stabilità). Ecco che cosa ha scritto il professor Giuseppe Pennisi

Non solo polemiche politiche – in particolare della Lega contro il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte – sul Mes, il Meccanismo europeo di stabilità.

Ci sono anche diverbi tra accademici nella discussione che riguarda appunto il Mes. Discussioni che mettono alla prova in alcuni casi consolidate amicizie.

Il dibattito polemico in questi giorni è stato innescato in particolare dagli economisti della Lega, Claudio Borghi e Alberto Bagnai, rintuzzati (anche se nel merito condividono alcuni rilievi) da altri economisti come Giampaolo Galli, già deputato del Pd, e Carlo Cottarelli, ora alla testa dell’Osservatorio della Cattolica sui conti pubblici.

A inserirsi nelle discussioni tra accademici sul Mes è stato oggi l’economista Giuseppe Pennisi, con lo stile che gli è consueto: ironico e garbato, seppure critico.

Nel commento pubblicato da Formiche di Paolo Messa (direttore Relazioni istituzionali Italia di Leonardo-Finmeccanica(, Pennisi ha stimmatizzato tra l’altro la poca tempistività del premier Giuseppe Conte, che si è palesato ieri con una nota di Palazzo Chigi all’Ansa (il portavoce Rocco Casalino si è dimenticato di farla caricare sul sito della presidenza del Consiglio?).

Nota “tardiva”, ha scritto Pennisi. Che ha poi svelato un aneddoto.

In un recente seminario dell’associazione Riformismo e Libertà (animata da Fabrizio Cicchitto), “è stato sollevato come mai il ministro dell’Economia e delle Finanze dell’epoca (Giovanni Tria, ndr) non abbia fatto nulla (neanche riferirne in Parlamento) nonostante il problema fosse stato ampiamente segnalato dagli uffici del dicastero”.

“Sono state fatte tre ipotesi – ha ironizzato Pennisi – o che, in tutt’altre faccende affaccendato, non avesse valutato la serietà della cosa; o che stesse negoziando “flessibilità” per il reddito di cittadinanza o simili, o che in giugno vista la mala parata del governo fosse alla ricerca, con l’aiuto del M5S, di qualche collocazione personale in una autorità od ente”.

Nessun astio da parte di Pennisi, solo un bonario buffetto per un collega – Tria – con il quale si conoscono da anni avendo avuto anche una comunanza di idea: liberal-socialiste, vicine per anni al riformismo di Forza Italia incarnato tra gli altri da Renato Brunetta e Cicchitto.

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