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Invitalia Reithera

Che cosa faranno davvero Mcc e Invitalia nella Popolare di Bari

L'intervento di Marco Bindelli, vice presidente e consigliere delegato ai rapporti con il credito cooperativo e le capogruppo del Banco Marchigiano-Credito Cooperativo, sul decreto salva Banca Popolare di Bari

Il decreto legge 16 dicembre 2019, n. 142 (DL 142/2019), intitolato “Misure urgenti per il sostegno al sistema creditizio del Mezzogiorno e per la realizzazione di una banca di investimento”, pur senza mai citare la Banca Popolare di Bari (BPB), contiene le disposizioni per il suo salvataggio.

Dall’esame del decreto legge e degli articoli apparsi sulla stampa specializzata appare evidente che la BPB, sottoposta alla procedura di amministrazione straordinaria della Banca d’Italia dal 13 dicembre scorso, sarà salvata dallo Stato, il quale interverrà insieme al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD) e, forse, ad altri eventuali investitori. Specificatamente, i 900 milioni dei contribuenti italiani stanziati con il DL 142/2019 rappresenteranno solo una parte del fabbisogno finanziario richiesto per il dissesto della banca pugliese (fabbisogno complessivamente stimato in 1,4 mld. di euro).

Esaminiamo, invece, come è tecnicamente strutturato l’intervento pubblico finalizzato alla creazione di una banca d’investimento che ha come obiettivo dichiarato il rafforzamento della BPB in un’ottica di rilancio della stessa e di tutela di risparmiatori, famiglie e imprese.

Il DL 142/2019 prevede che, con uno o più decreti del Mef (Ministero dell’Economia e delle finanze), vengano assegnati ad Invitalia SpA, l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa di proprietà dello stesso Mef, 900 milioni di euro per l’anno 2020 finalizzati al rafforzamento di Banca del Mezzogiorno-Mediocredito Centrale S.p.A. (MCC). Con i 900 milioni acquisiti, MCC promuoverà, secondo logiche, criteri e condizioni di mercato, lo sviluppo di attività finanziarie e di investimento a sostegno delle imprese del Mezzogiorno, anche attraverso l’acquisto di partecipazioni di banche e società finanziarie (leggasi attraverso l’acquisto di azioni della BPB).

La vera novità del DL 142/2019 sembrerebbe contenuta nel comma 2 che prevede la possibilità di operare la scissione societaria di cui all’art. 2506 del codice civile per assegnare ad una società di nuova costituzione (Newco) le azioni della BPB acquistate da MCC ed attribuzione delle relative azioni della Newco al Mef, in luogo dell’attribuzione delle stesse ai soci della società scissa o scindenda (il MCC), ossia in alternativa all’attribuzione delle azioni della Newco ad Invitalia SpA.

In altre parole, con la scissione societaria di MCC le azioni della BPB acquistate dallo stesso MCC verrebbero trasferite ad una Newco di cui il Mef deterrebbe l’intero capitale sociale, incidendo sulla futura gestione della BPB attraverso la nomina diretta dell’organo amministrativo della Newco.

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