“I mercati hanno reagito bene alle voci di un’eventuale fusione tra Ubi e Banco Bpm solo perché si profilava un taglio dei costi di almeno il 30%, insomma una macelleria sociale che il sindacato non potrà mai accettare”.
Parola di Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, il maggior sindacato dei dipendenti bancari.
Sileoni ha lanciato l’allarme dopo le voci e le dichiarazioni (sia del capo azienda di Banco Bpm che degli azionisti forti di Ubi Banca) sull’ipotesi di una fusione tra le due banche.
Ad allarmare il capo della Fabi è anche e soprattutto il report degli analisti di Morgan Stanley che prefigura di fatto tagli robusti al personale degli istituti in caso di matrimonio fra Ubi Banca e Banco Bpm.
I mercati hanno reagito bene alle voci di un’eventuale fusione tra Ubi e Banco Bpm, secondo Sileoni, “solo perché si profilava un taglio dei costi di almeno il 30%, insomma una macelleria sociale che il sindacato non potrà mai accettare”.
Ha concluso Sileoni: “Di fronte a piani industriali, come quello fatto annunciare da Unicredit, abbiamo già detto che a un numero consistente di prepensionamenti e pensionamenti volontari, dovrà corrispondere un numero consistente di assunzioni. Lo stesso nuovo governo giallo-rosso (Pd-M5S-Leu) non potrà restare alla finestra di fronte a una eventuale aggressività sociale perpetrata dai gruppi bancari”.