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Acqua Frizzante

Ma la notizia sulla mancanza dell’acqua frizzante era una mezza bufaletta?

Qualche giorno fa Alberto Bertone, presidente e amministratore delegato di Acqua Sant’Anna, ha seminato il panico annunciando un’imminente crisi dell’acqua frizzante, smentita poco dopo dal presidente di Mineracqua, Ettore Fortuna. Dove sta quindi la verità?

 

“Siamo disperati, sembra il dopoguerra”, ha detto pochi giorni fa Alberto Bertone, presidente e amministratore delegato di Acqua Sant’Anna, annunciando un’imminente mancanza di acqua frizzante a causa dell’introvabile Co2.

Una scena apocalittica, tuttavia, ridimensionata da Ettore Fortuna, presidente di Mineracqua, la federazione italiana delle industrie delle acque minerali naturali e acque di sorgente.

Dunque, lungimiranza o crisi di nervi?

I NUMERI DELL’ACQUA MINERALE

Per capire in che modo una eventuale crisi può colpire l’Italia vediamo un po’ di numeri. Secondo il Corriere della sera, “siamo i primi consumatori in Europa di acqua minerale, con 222 litri procapite l’anno (di cui 30% con gas)”.

In Italia, il settore – come scrive Il fatto alimentare – gode ottima salute “visto che siamo tra i maggiori consumatori al mondo e sul mercato ci sono 200 marchi in grado di produrre 13,7 miliardi di litri ogni anno”.

Inoltre, gli italiani sono particolarmente amanti dell’acqua frizzante, infatti, nei primi mesi del 2022 la hanno preferita a quella naturale: stando ai dati NielsenIQ citati da Open, le vendite di bollicine nel canale off-trade (ipermercati, supermercati e discount) hanno registrato un aumento del 6,4% in valore (886 milioni) e del 4,7% in volume nel periodo gennaio-maggio 2022 rispetto allo stesso periodo del 2021.

COSA HA DETTO BERTONE

Il 6 luglio, Bertone ha fatto sapere che le linee di produzione dei prodotti gassati Sant’Anna sarebbero state fermate per mancanza di Co2. Un problema serio che, secondo l’ad dell’azienda cuneese, non riguarda solo la società da lui guidata, bensì tutti i competitor italiani e stranieri: “La Co2 è introvabile e anche tutti i nostri concorrenti sono nella stessa situazione. Siamo disperati, è un altro problema gravissimo che si aggiunge ai rincari record delle materie prime e alla siccità che sta impoverendo le fonti”.

Ricordando la crisi di Co2 già avvenuta l’anno scorso ha aggiunto che quella attuale si sta ripresentando “in forma di vera emergenza” e “riguarda tutti i produttori europei”.

COSA HA DETTO FORTUNA

Sembra di guardare un film completamente diverso se si ascoltano, invece, le parole di Fortuna: “Le recenti dichiarazioni di Alberto Bertone, ceo di Acqua Sant’Anna, sulla carenza di anidride carbonica utilizzata per l’acqua gassata, hanno l’effetto di drammatizzare una situazione certamente difficile ma che le nostre imprese stanno affrontando con la responsabilità e la forza di resilienza che le contraddistingue”.

Fortuna ammette che “il problema c’è ma si tratta di una difficoltà temporanea che dovrebbe risolversi nei prossimi giorni e quindi il rischio della carenza di acqua minerale frizzante non esiste”.

A questo punto il presidente di Mineracqua ipotizza che “la drammatizzazione” di Bertone sia “strumentale alla situazione interna all’azienda che ha lanciato l’allarme e che non rappresenta la categoria né ‘il più grosso produttore europeo di acqua oligominerale’ o l’azienda con il ‘più grande impianto produttivo al mondo: 16 linee di imbottigliamento’ come definita da alcuni organi di stampa”.

“Non cadiamo dunque nella trappola di trasferire l’allarme ai consumatori per i problemi di una singola azienda nei confronti della grande distribuzione come dichiarato dallo stesso Bertone”, rincara Fortuna.

Il numero uno di Sant’Anna, infatti, ha anche detto che la grande distribuzione – ora “arrabbiata perché non riusciamo a soddisfare le richieste” – è la stessa che “non riconosce i forti aumenti subiti dalla nostra azienda per i rincari dell’energia e delle materie prime, arrivati fino al 130-150%”.

PERCHÉ MANCA LA CO2?

In Europa, la maggior parte della Co2 per usi alimentari, se non proviene da sorgenti naturali, arriva da impianti di fertilizzanti, che la ottengono come sottoprodotto della lavorazione dell’ammoniaca, oppure come sottoprodotto delle fabbriche di bioetanolo.

La mancanza di Co2, per Bertone, è imputabile alle aziende fornitrici che “preferiscono destinare la produzione al comparto della sanità”. Il Ceo di Sant’Anna ha spiegato che l’azienda sarebbe disposta “a pagare l’anidride carbonica di più anche se già costava carissima, ma non c’è stato verso di fare cambiare idea ai nostri fornitori”, tanto che amareggiato dice: “siamo riusciti a recuperare un piccolo carico che ci arriverà dall’Olanda, ma ci servirà per qualche giorno, forse soltanto uno”.

Secondo Bertone, una volta esauriti gli stock nei magazzini di supermercati e discount, “non ci saranno più bottiglie in vendita”.

Dall’altra parte, Fortuna ha spiegato che “la sospensione della fornitura di Co2 è dovuta a lavori di manutenzione in uno degli stabilimenti italiani di Air Liquide [azienda francese, ndr], un problema che, peraltro, si è già presentato in passato”. E prosegue affermando che “sono state date rassicurazioni sul rientro alla normalità, nel frattempo si sta facendo ricorso a fornitori alternativi o ad altri impianti europei della stessa Air Liquide affinché il mercato e i nostri consumatori siano riforniti”.

ALTRI ALLARMI

Se la Co2 manca per l’acqua manca anche per tutte le altre bevande gassate e Assobibe, l’associazione di Confindustria che rappresenta i produttori di bevande analcoliche (ed è già in ansia per la ‘sugar tax’ che entrerà in vigore tra qualche mese), si è unita all’appello di Bertone: “La scarsa disponibilità di anidride carbonica è un ulteriore effetto dell’aumento dei costi di energia, plastica, alluminio, cartone e vetro”.

Ma tra i comparti preoccupati, ricorda Il fatto alimentare, c’è anche quello dolciario, dove la Co2 viene usata sia per limitare la formazione di batteri e muffe che come refrigerante nelle linee di surgelazione. Da anni, inoltre, si usa pure per estrarre la caffeina dal caffè e come gas nelle confezioni di alcuni alimenti confezionati in atmosfera modificata come nel caso di ravioli e tortellini freschi.

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