PER IL LEGHISTA GIORGETTI, GIORGIA MELONI E’ CENTRISTA
«Mentre FdI per gli italiani resta un partito di destra, Meloni è vista come un politico di centro». (Giancarlo Giorgetti, Lega, ministro dell'Economia, al Corriere della sera)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 10, 2024
FAZZOLARI DICE AFFARISTI E PENSA A BISIGNANI?
"Con noi è finita l’epoca in cui affaristi e faccendieri avevano voce in capitolo sulle questioni di governo. Ho sentito qualcuno parlare di poteri forti e grandi lobby, nulla di così serio: si tratta piuttosto di forme di accattonaggio molesto dentro i palazzi". (Fazzolari)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 10, 2024
IL GRAN BALLO DEI LOBBISTI DOPO LE PAROLE DI GIORGIA MELONI
LOBBISTI DIVISI
Come mai big del lobbismo come Cattaneo & Zanetto, Utopia e Inrete non hanno firmato l'appello? https://t.co/mX638UGV7R
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 10, 2024
CHIARA FERRAGNI IN CATTEDRA
Sul Corriere della sera, dopo un pezzo poco zuccheroso di Gerevini sull’impero Ferragni, si evince grazie a una pubblicità che la medesima Chiara Ferragni terrà lezioni alla Academy business school di Rcs su moda e lusso pic.twitter.com/gHbiN5ZHa0
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 10, 2024
IL LAVORO SECONDO L’ISTAT
Record di occupati a novembre: 520mila in più sull’anno scorso. Aumento di 30mila unità su ottobre ma riprendono a salire i lavoratori a tempo determinato e gli inattivi (+48mila). Le donne crescono più degli uomini, cala al 21% la disoccupazione giovanile. (Sole 24 ore)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 10, 2024
BOOM BTP
BTp, maxi domanda a 155 miliardi. L’Italia colloca attraverso un pool di banche titoli a 7 e 30 anni, ottenendo ordini che sfiorano il record: l’emissione totale alla fine arriva a 15 miliardi. Inizia bene un anno in cui il Tesoro dovrà raccogliere tra 340 e 360 miliardi. (Sole)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 10, 2024
CAMPARI NON BRINDA IN BORSA
Il rafforzamento patrimoniale completato per finanziare l'acquisizione di Courvoisier mette alla corde Campari a Piazza Affari. I titoli del gruppo accusano la peggiore prestazione del Ftse Mib lasciando sul terreno il 5,84% a 9,346 euro. (Radiocor)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 10, 2024
GOZZI NON FA L’INDIANO CON MITTAL SULL’EX ILVA
Ex Ilva. "Cosa ci si poteva aspettare da Mittal se non un disimpegno totale? Hanno in tutto questo tempo deconsolidato Ilva, creato una struttura commerciale parallela, non sostenuto da soci di maggioranza un’azienda che aveva bisogno di liquidità". (Antonio Gozzi, Duferco)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 10, 2024
LE STIME DI BLOOMBERG
Lo scoppio di un conflitto militare a Taiwan potrebbe costare al mondo circa 10mila miliardi di dollari, una cifra che farebbe impallidire persino le gravissime ricadute del conflitto in Ucraina, della pandemia di Covid-19 e della crisi finanziaria globale. (Bloomberg)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 9, 2024
CARTOLINA DALLA GERMANIA
Il Pil della Germania ha subito a novembre scorso una contrazione dello 0,7 per cento su base mensile e del 4,8 per cento rispetto allo stesso mese del 2022. E' quanto si apprende dai dati preliminari diffusi oggi dall'Ufficio federale di statistica. (agenzia Nova)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 9, 2024
TIRA UN BRUTTO VENTO IN WIND
Wind ai dipendenti: «Desideriamo annunciarvi il lancio del Programma di efficienza dei costi», che sarà «un’iniziativa strategica volta a ottimizzare le nostre risorse, migliorare l’efficienza operativa, garantire la sostenibilità economica». (Sole 24 ore)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 9, 2024
PAPA FRANCESCO PAPALE PAPALE
"Ritengo deprecabile la pratica della cosiddetta maternità surrogata, che lede gravemente la dignità della donna e del figlio". (Papa Francesco)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 9, 2024
Maternità surrogata. «Essa è fondata sullo sfruttamento di una situazione di necessità materiale della madre. Un bambino è sempre un dono e mai l’oggetto di un contratto». (Papa Francesco)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 9, 2024
CNR SQUILIBRATO
Cnr. Il 2021 chiude con un disavanzo finanziario di competenza (-4,42 milioni) che, malgrado il miglioramento sul 2020, è indicativo – se ripetuto per più di tre esercizi – di uno squilibrio tale da dover indurre l’ente a una revisione della gestione. (Corte dei conti)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 8, 2024
APONTE VUOLE NAVIGARE SUL SECOLO DI ELKANN
Aponte tratta con Elkann per comprare il quotidiano genovese Il Secolo XIX da Gedi. (Fatto quotidiano)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 10, 2024
GIORGIO RUTELLI SALUTA FORMICHE DI PAOLO MESSA
Giorgio Rutelli non risulta essere più "direttore iniziative speciali" di https://t.co/CAuIozJnb0 stando alla gerenza del sito fondato da Paolo Messa. https://t.co/dUeE0Hak3H
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 10, 2024
ARRESTO ESPRESSO
Fonte: Il Fatto quotidiano pic.twitter.com/R47bY5UGtv
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 10, 2024
BUONGIORNO DA BELPIETRO, TRAVAGLIO E SECHI
Il buongiorno di Belpietro pic.twitter.com/kBXiHxFbMv
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 10, 2024
Il buongiorno di Travaglio pic.twitter.com/iWfR8Z8jAd
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 10, 2024
Il buongiorno di Sechi pic.twitter.com/5GWCjLiq2H
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 8, 2024
+++
ESTRATTO DELL’ARTICOLO DEL FATTO QUOTIDIANO SULL’APPELLO DEI LOBBISTI:
A far la parte del leone delle firme del documento c’è l’agenzia Comin&Partners con ben 6 suoi rappresentanti a partire dal fondatore Gianluca Comin. C&P ha un portafoglio clienti davvero ragguardevole che va da Amazon alla Duferco il cui leader, Antonio Gozzi, è in corsa per la presidenza di Confindustria. Ma ci sono anche Philip Morris, Sky, Unicredit, università pubbliche a private, la Luiss Business School, molte ex municipalizzate, Amazon e Consip e molto altro ancora. Fino a qualche giorno fa sul sito dell’agenzia si poteva leggere anche il logo della Huawei, ma dopo il caso Verdini la sigla è scomparsa dal sito. Comin&Partner è stata anche individuata da Report come partner – tramite la sua vicepresidente – della società Obiettivo Cinque di cui è socia, e ispiratrice, la deputata Pd Michela De Biase anche moglie di Dario Franceschini.
Tra i firmatari del documento, oltre a nomi della consulenza strategica come Fabio Bistoncini di Fb e Associati, Mariella Palazzolo di Telos o Licia Soncini di Nomos Studi Parlamentari, anche la Ferpi, Federazione Italiana Pubbliche Relazioni con il suo direttore scientifico Vincenzo Manfredi e poi anche personaggi di rilievo delle relazioni pubbliche e istituzionali di grandi imprese: Roberto Basso di Wind, Michelangelo Suigo di Inwit, Stefano Genovese di Unipol, Giovannantonio Macchiarola di Enav, Rodolfo Belcastro della Sace, Roberto Calise di Flixbus, Maria Laura Cantarelli della Abbot, Pierluigi Dal Pino di Microsoft, Luca Del Pozzo di Iren, Veronica Pamio degli Aeroporti di Roma, Franco Spicciariello di Amazon e ancora altri. C’è anche un nome molto noto nel settore così come in quello della politica, Claudio Velardi, indicato da molti come uno degli estensori del testo, il quale anche se con un ruolo più defilato nel lobbyng rispetto agli anni passati è anche uno dei pochi a essere stato anche dall’altra parte del campo, tra i consulenti di Massimo D’Alema quando questi era presidente del Consiglio.
+++
ESTRATTO DELL’INTERVISTA DI REPUBBLICA A GOZZI SU ILVA:
«I privati sono pronti a fare la loro parte nel rilancio dell’ex Ilva, ma solo se ci sono determinate condizioni. Serve un’operazione verità sui conti, sui patti parasociali con Mittal e sullo stato dei macchinari. E poi occorre certezza su piano finanziario e industriale». Il giorno dopo la rottura sul futuro delle acciaierie al tavolo tra il governo e il socio privato Arcelormittal, il presidente di Federacciai e ceo di Duferco Tonino Gozzi esce allo scoperto. «Il ruolo dello Stato come socio di maggioranza può essere transitorio – dice – non si può pensare di tornare ai tempi della Finsider. Ma i privati, per entrare in campo, hanno bisogno di risposte chiare».
Dottor Gozzi, cosa pensa della rottura tra Stato e Mittal? «Che era ampiamente annunciato e prevedibile un esito di questo tipo. Lo dissi a maggio 2023 all’assemblea di Federacciai e l’ho sempre ripetuto anche in questi mesi».
Perchè?
«Cosa ci si poteva aspettare da Mittal se non un disimpegno totale? Hanno in tutto questo tempo deconsolidato Ilva, creato una struttura commerciale parallela, non sostenuto da soci di maggioranza un’azienda che aveva bisogno di liquidità, costringendo il management a fare i salti mortali nell’approvvigionamento di materie prime, determinando di fatto accensioni e spegnimenti degli altiforni a seconda dei momenti. Dobbiamo ringraziare scelte scellerate passate, a partire da quella del governo Conte, con patti parasociali mai del tutto chiariti, nei quali al socio privato è stato riconosciuto il diritto di governare anche se va in minoranza, con annesse clausole di indennizzi, sulle quali infatti ora Mittal fa leva minacciando azioni legali».
Quanto è importante secondo lei la nazionalità delle proprietà?
«L’idea che in certi settori di produzione industriale qualificata come quello siderurgico, non abbia valore una proprietà italiana, rappresenta un’imbecillità dell’ideologia del turbocapitalismo. Fesserie che si toccano con mano nel momento in cui le acciaierie di Terni vengono rilanciate dal gruppo Arvedi, mentre Mittal punta tutto sul mercato asiatico».
Ora, però, la situazione precipita. I privati, Arvedi, voi di Duferco, Feralpi ed altri sono disposti a scendere in campo?
«Sono assolutamente convinto che l’Italia non possa abbandonare un asset strategico come quello dell’Ilva di Taranto. Ma servono alcune condizioni. La prima è una grande operazione verità».
Come, secondo lei?
«Sui conti, sullo stato di salute dello stabilimento di Taranto. Da quando dodici anni fa il gruppo Riva è stato espropriato senza indennizzo dell’Ilva, non si è fatta più adeguata manutenzione degli impianti con pregiudizio nei confronti della qualità della produzione e della sicurezza dei lavoratori. E poi non possono essere i privati che entrano a farsi carico dell’ammontare dei debiti, generati negli ultimi anni di gestione. Se lo Stato è azionista anche se di minoranza, dovrà provvedere. Poi, il piano industriale e finanziario».
Come si può risollevare un’azienda in questa condizione?
«L’obiettivo dev’essere a tendere, arrivare al 2028-2029 con uno stabilimento decarbonizzato e un potenziale di produzione di circa cinque-sei milioni di tonnellate l’anno di acciaio. Così si raggiunge il break even. Ma servono risposte su molti punti per arrivare lì».
Ad esempio?
«A partire da quegli anni non si potranno più avere Co2 gratuite. Se devo pagarle, subirò extracosti di produzione (sono circa 200 dollari a tonnellata) che spiazzeranno completamente le produzioni europee a ciclo integrale. Su questo l’Unione Europea e gli Stati devono aiutare i privati. E non accetto che ci si indigni di una considerazione simile, perché ci sono grandi paesi europei come la Germania che fanno esattamente così».
Tutto questo però, deve essere sciolto in pochissimo tempo? È possibile secondo lei?
«Non ci sono alternative. Di fatto questa è un’azienda che non paga più i fornitori, che è insolvente. Purtroppo l’industria non aspetta e ha bisogno di certezze. I legali facciano il loro mestiere, il governo il suo. E i privati a quel punto ci saranno»