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Lo spettro della bolla si abbatte su Palantir?

Crescono ricavi e utili nel trimestre, ma il mercato teme una sopravvalutazione per Palantir e le azioni crollano in Europa. Tutti i dettagli

L’intelligenza artificiale spinge fatturato (e valutazione) di Palantir.

La società americana della data intelligence, fondato da Peter Thiel e guidato da Alex Karp, ha presentato risultati trimestrali superiori alle attese, ma il titolo è crollato fino al -6% nelle prime contrattazioni di Francoforte e al -4% nell’after hours di New York.

Lunedì l’azienda, che ha più che raddoppiato il suo valore quest’anno, ha previsto un fatturato del quarto trimestre superiore alle stime degli analisti, trainata dalla rapida adozione dell’intelligenza artificiale che sta incrementando la domanda per i suoi servizi di analisi dei dati, rileva Reuters.

Il paradosso è tutto qui: utili record, guidance rialzata, ma una capitalizzazione che molti investitori iniziano a giudicare “fuori scala”. Come evidenzia Bloomberg, le preoccupazioni relative al prezzo elevato della società di analisi dati non sono una novità. La maggior parte degli analisti continua a evitare raccomandazioni esplicite, con il doppio degli analisti che assegnano al titolo un rating “sell” o “hold” rispetto a “buy”.

Senza dimenticare che oltre a Wall Street, Palantir ha una reputazione controversa. Sempre Bloomberg ricorda il suo coinvolgimento in programmi governativi come il controllo dell’immigrazione, una partnership con il gigante del finanziamento ipotecario Fannie Mae per il rilevamento delle frodi tramite intelligenza artificiale e i rapporti con il governo israeliano hanno suscitato critiche.

Tutti i dettagli

NUMERI RECORD

Nel terzo trimestre Palantir ha registrato ricavi per 1,18 miliardi di dollari, in aumento del 63% rispetto all’anno precedente, e un utile netto di 476 milioni, ben oltre le attese di Wall Street (435 milioni).L’utile rettificato si è attestato a 0,21 dollari per azione, superando le previsioni degli analisti.

La crescita è stata trainata dal mercato statunitense, dove le vendite complessive sono aumentate del 77%, raggiungendo gli 883 milioni di dollari, grazie all’espansione congiunta del segmento commerciale e di quello governativo, in particolare attraverso i contratti di difesa basati sulla tecnologia di intelligenza artificiale sviluppata da Palantir, precisa Finimize.

Al 30 settembre la società di software con sede a Denver ha messo a segno diversi accordi strategici, tra cui un contratto decennale da 10 miliardi di dollari con il governo degli Stati Uniti siglato a luglio, uno dei più grandi contratti software del Dipartimento della Difesa.

LE PREVISIONI AL RIALZO

La società ha quindi rivisto al rialzo le stime per il 2025: aumentate le previsioni di fatturato annuale a circa 4,4 miliardi di dollari rispetto a una precedente stima di agosto di 4,15 miliardi di dollari. Secondo un sondaggio di Bloomberg, le cifre hanno superato le previsioni di Wall Street di 4,17 miliardi di dollari.

VALUTAZIONE ALLE STELLE

L’azienda ha raggiunto una capitalizzazione di quasi 500 miliardi di dollari, con un rialzo del titolo del 174% da gennaio.

Da inizio anno Palantir – che ieri ha terminato la seduta sui massimi storici a 207,18 dollari – ha infatti guadagnato oltre il 150% e, secondo Bloomberg, ha un rapporto prezzo/vendite pari a 85, il più alto dell’indice S&P 500.  L’ultimo balzo in avanti di Palantir si è verificato alla fine del mese scorso, quando la capitalizzazione di mercato di Nvidia ha superato i 5.000 miliardi di dollari, dopo che l’amministratore delegato Jensen Huang ha liquidato i timori di una bolla dell’intelligenza artificiale e ha annunciato nuovi partner, tra cui Palantir, segnala sempre Bloomberg.

UN RALLY CHE SPAVENTA I MERCATI

Un’ascesa che ricorda da vicino quella di Nvidia, altro titolo simbolo della corsa all’intelligenza artificiale, ma che ora inizia a preoccupare gli operatori. Martedì il sentiment negativo ha colpito l’intero settore tecnologico:il sottoindice di settore Euro Stoxx Technology cede oltre un punto e mezzo, sono in calo tutti i principali titoli tecnologici del Vecchio continente.

Tuttavia, la valutazione attuale di Palantir – 255 volte gli utili futuri, secondo Bloomberg – sta preoccupando gli analisti, che vedono nel rally dell’AI una possibile bolla.

Non a caso, Michael Burry, il gestore di hedge fund reso celebre dal film La grande scommessa, ha annunciato una posizione ribassista da 912 milioni di dollari su Palantir, utilizzando derivati ​​noti come opzioni, riporta il Financial Times.

LA POSIZIONE DI KARP

Nella lettera agli azionisti, l’amministratore delegato Alex Karp ha respinto le critiche sulla sopravvalutazione del titolo e rivendicato il ruolo strategico della società nel contesto globale.
“Alcuni dei nostri detrattori – ha scritto Karp – sono rimasti in una sorta di confusione folle e autodistruttiva. È difficile per gli osservatori esterni cogliere la nostra reale importanza nel plasmare la geopolitica contemporanea”.

Dietro la retorica di Karp, però, c’è un dato concreto: Palantir è oggi uno dei principali fornitori del governo statunitense, con applicazioni che spaziano dall’analisi dei dati militari alla gestione delle catene logistiche e alla sicurezza dei confini.

SI DIVIDONO GLI ANALISTI

“Quando la musica si fermerà, questo titolo verrà colpito più duramente di altri”, ha affermato Matt Maley, responsabile della strategia di mercato di Miller Tabak + Co, riporta Bloomberg. Applaude Karp e sottolinea che Palantir è una delle poche aziende che sta guadagnando dai suoi investimenti nell’intelligenza artificiale. Tuttavia, il prezzo delle azioni lo fa esitare. “La valutazione è il nostro grande ostacolo”, secondo l’analista di Morgan Stanley Sanjit Singh, che ha un rating equivalente a quello di Hold sulle azioni. “La più alta che abbia mai visto nella mia carriera”.

Con le previsioni aumentate per il resto del 2024 e per l’anno prossimo, per gli analisti di Wedbush Securities Palantir resterà leader nel settore dell’intelligenza artificiale governativa, con un potenziale a lungo termine se la spesa pubblica rimarrà solida.

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