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Espresso Iervolino

L’Espresso, cosa fa l’editore Iervolino che ha cacciato il direttore Lirio Abbate (sostituito da Alessandro Rossi)

L’editore de L’Espresso, Danilo Iervolino, ha licenziato il direttore Lirio Abbate. Al suo posto arriva Alessandro Mauro Rossi, direttore di Forbes Italia. Fatti, nomi, indiscrezioni e approfondimenti

 

Bufera giornalistica ed editoriale al settimanale l’Espresso.

Secondo Prima Comunicazione, poche ore fa l’editore de L’Espresso, Danilo Iervolino, ha licenziato il direttore Lirio Abbate. Al suo posto arriva Alessandro Mauro Rossi, direttore di Forbes Italia e direttore editoriale del gruppo Bfc Media.

La redazione dell’Espresso ha proclamato lo stato di agitazione e si è riunita in assemblea dando mandato al Cdr di “prendere ogni tipo di iniziativa a tutela del prestigio e dell’indipendenza della testata”. Il numero in uscita sembra garantito, non altrettanto quello successivo.

Nel giugno scorso, quando Iervolino ha acquisito da Gedi la storica testata, Lirio Abbate – subentrato con le dimissioni di Marco Damilano – era stato confermato alla guida per “continuità con la precedente gestione”.

Ora dunque alla direzione del settimanale venduto dal gruppo Gedi-Repubblica a Iervolino va Alessandro Rossi, direttore di Forbes Italia, notoriamente una testata giornalistica poco avvezza a un giornalismo d’inchiesta come quello dell’Espresso, come si evince anche solo scorrendo l’account twitter della testata sempre di proprietà del gruppo di Ievolino.

Secondo Dagospia, “a goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso è un’inchiesta, pubblicata nell’edizione di domenica scorsa, 11 dicembre, sull’Amazzonia. Ma cosa c’era di tanto scomodo nel lungo articolo, firmato da Paolo Biondani e Pietro Mecarozzi da giustificare il siluramento del direttore? La risposta è semplice: un attacco durissimo a Exor e Cnh di John Elkann. Le due società degli Agnelli venivano tirate in ballo tra quelle che finanziano i colossi brasiliani accusati dei roghi che stanno devastando le foreste amazzonica. E Yaki, memore dei bei tempi in cui era lui l’editore dell’Espresso, non avrebbe affatto gradito. Il nipote dell’Avvocato si è incazzato e l’ha fatto presente a Iervolino, minacciando di stracciare l’accordo per la distribuzione del settimanale in allegato a Repubblica (che scade a marzo). E a quel punto il vispo “golden boy” dell’editoria italiana si è rivalso sul direttore”.

A Dagospia, Gedi ha detto: “Aspettiamo a braccia aperte il ritorno di Lirio nel Gruppo GEDI (controllato da Exor)”.

(Redazione Start Magazine)

https://twitter.com/espressonline/status/1603399864276107267

CHI E’, COSA PENSA E COSA FA DANILO IERVOLINO, EDITORE DEL SETTIMANALE L’ESPRESSO:

(estratto di un articolo di Start Magazine datato ottobre 2022)

A maggio Bfc Media aveva annunciato di aver sottoscritto, attraverso la sua controllata L’Espresso Media, partecipata al 51% da Bfc Media (di cui Iervolino detiene la quota di controllo) ed al 49% dalla Idi a socio unico Danilo Iervolino, il contratto preliminare con il gruppo Gedi (della holding Exor della famiglia Agnelli) per l’acquisizione del settimanale e delle Guide dell’Espresso. L’operazione vale 4,5 milioni di euro.

In settimana L’Espresso, sotto la nuova guida editoriale di Bfc Media, ha annunciato il suo nuovo sistema multimediale a partire dal 15 gennaio 2023.

IERVOLINO: OBIETTIVO UN MILIONE DI ABBONATI ONLINE PER L’ESPRESSO

“Miriamo, nel prossimo anno, a un milione di abbonamenti online, puntando anche sul B2B” ha annunciato l’editore di Bfc Media e L’Espresso, Danilo Iervolino. “Saremo – ha spiegato – il primo ‘Netzine’, network e magazine, in una community su cui si può dibattere: ci sarà una partecipazione degli utenti per approfondire e discutere i contenuti con i giornalisti.

“Da questo vogliamo partire per creare un magazine tra i più grandi d’Europa”. Iervolino ha promesso: “Saremo irriverenti e scomposti, perché L’Espresso possa rappresentare un vero alfiere nel cambiamento dell’editoria”.  Sarà un settimanale che “sposerà le cause della sostenibilità, interculturalità, inclusione, smart city, telemedicina, microrobotica eccetera: siamo progressisti e su questo continueremo a essere divisivi”.

CAMBIO DI PROPRIETÀ PER IL SETTIMANALE FONDATO DA BENEDETTI E SCALFARI

Termina così l’era Gedi per il settimanale. Il 27 giugno Bfc Media ha perfezionato l’acquisizione dell’Espresso dal gruppo Gedi.

“Il cambio di proprietà ha un valore altamente simbolico, perché il settimanale entra nell’orbita di un editore indipendente, moderno e tecnologico, con grandi progetti di rilancio e prospettive, e tutta l’intenzione di ampliare la base di lettori” si leggeva nel comunicato del neo editore de L’Espresso.

Il progetto di rilancio prevede “il consolidamento e lo sviluppo del settimanale, accompagnato da una forte spinta multimediale attraverso le nuove tecnologie” aggiunge la nota.

COLLABORAZIONE CON IL GRUPPO GEDI

Nel dettaglio, l’accordo prevede varie forme di collaborazione con il gruppo Gedi, tra cui la prosecuzione dell’abbinamento del settimanale L’Espresso all’edizione domenicale della Repubblica, la promozione congiunta delle iniziative editoriali, dei servizi di distribuzione nelle edicole e di gestione degli abbonamenti.

IL VALORE DELL’OPERAZIONE

I rami d’azienda sono acquisiti senza debiti, né crediti. Il controvalore dell’operazione ammonta a massimi 4,5 milioni di euro, totalmente finanziati attraverso disponibilità liquide di Bfc Media, che saranno corrisposti in due soluzioni: la prima da 2,5 milioni al momento del closing e la seconda entro il 31 dicembre 2022.

Inoltre, Bfc aggiunge che l’esborso finale potrà subire delle diminuzioni per effetto dei risconti relativi alla vendita di abbonamenti già incassati, ma che produrranno i loro effetti nei prossimi mesi e che il gruppo Gedi trasferirà in capo all’acquirente.

Nel 2021, il settimanale L’Espresso ha prodotto circa 10 milioni di ricavi, con un Ebitda margin allineato a quello delle testate edite da Bfc Media, sottolinea la nota.

CHI È DANILO IERVOLINO

Oltre all’Espresso, l’imprenditore napoletano aveva già deciso di investire anche nel mondo del calcio, acquistando la squadra Salernitana da Claudio Lotito per 10 milioni di euro.

“Non si nega ai giornalisti, convinto che il calcio e l’editoria siano due mondi in cui la comunicazione è una risorsa fondamentale per sviluppare opportunità di business e consenso” sottolinea Prima Comunicazione.

Prima ancora dell’editoria e del calcio, per Iervolino c’è stata la rivoluzione dell’offerta universitaria in Italia con la sua proposta telematica.

DALLA FONDAZIONE DELL’UNIVERSITÀ TELEMATICA PEGASO

Come ha ricordato tempo fa Startmag “Il padre ha fondato le scuole paritarie Iervolino, molto diffuse in Campania. Danilo aggiorna il core business di famiglia. Dopo la laurea in Economia fonda l’Università telematica Pegaso – una delle più diffuse in Italia. L’idea gli viene a 26 anni, dopo un viaggio negli Stati Uniti”.

“L’università telematica nasce non solo come un sogno americano, ma anche grazie al decreto Moratti-Stanca che nel 2003 ha liberalizzato l’insegnamento istituendo anche questa innovativa forma d’istruzione”, ha ricordato Il Foglio in un ritratto dell’imprenditore dal titolo: “Iervolino, l’innovatore che non piace all’Espresso”.

“Iervolino racconta e alimenta la leggenda schumpeteriana — ha enfatizzato il quotidiano diretto diretto da Claudio Cerasa — che tutto comincia in un locale tre metri per per tre: “Volevo un’università aperta a tutti, democratica, innovativa che favorisse l’ascesa nella scala sociale come in America e nella quale gli studenti potessero indossare la loro istruzione come un abito su misura e recapitato a domicilio. A quel tempo pochi lo capivano, ancora meno ci credevano. Non così Silvio Berlusconi, che firma un accordo con Pegaso per la formazione di giovani leader azzurri e pensa a lui come coordinatore regionale di Forza Italia. Iervolino ringrazia, ma non si lega, coltiva ottimi rapporti con Vincenzo De Luca proconsole salernitano nonché governatore campano, attraverso il figlio Piero deputato del Pd che lo definisce “imprenditore serio, capace, appassionato”, s’avvicina a Matteo Renzi, però tiene la politica su un sentiero parallelo”.

LASCIA L’INCARICO DI PRESIDENTE DELL’UNIVERSITÀ TELEMATICA PEGASO

Dopodiché, scrive il Foglio: “Iervolino si guarda intorno e mette a fuoco gli altri suoi progetti: lo sport, comprando per dieci milioni di euro la Salernitana che Claudio Lotito doveva cedere, e l’editoria con Forbes Italia che un anno prima lo aveva celebrato come uno dei cento migliori imprenditori italiani”.

Quest’ultime sfide lo portano a lasciare l’incarico di presidente dell’Università Pegaso.

Il 29 aprile, Il Mattino ha riportato infatti che “Danilo Iervolino ha rassegnato le proprie dimissioni dagli incarichi di amministratore e presidente del Consiglio di amministrazione di Università telematica Pegaso spa, Università telematica Pegaso srl e Universitas Mercatorum. Tale decisione, spiega una nota, «è legata ai crescenti impegni lavorativi del dott. Iervolino, nonché alle nuove esperienze professionali dallo stesso intraprese, tra cui le acquisizioni della Us Salernitana 1919 e del gruppo Bfc Media Spa».

Blue Financial Communication Spa, Bfc Media, è una casa editrice indipendente con sede a Milano, nata nel 1995. Edita: Forbes; Bluerating; Bike; Cosmo; Equos e Robb Report. La società è quotata al mercato Euronext Growth Milan di Borsa Italiana.

QUALI PROGETTI HA IERVOLINO PER L’ESPRESSO?

Ma che progetti ha Iervolino?

L’imprenditore a Prima Comunicazione ha detto: “Il mio business è tutto quello che è tech. Investo in cybersecurity, telemedicina, in tutti i macrosettori. Perché mi sono interessato al calcio e anche all’editoria? Non per emulare storie di successo di altri importantissimi imprenditori. Ma perché credo realmente che siano due settori in cui l’audience, i fans, i lettori, non siano valorizzati in termini di monetizzazione e che la tecnologia possa servire moltissimo a modernizzare il sistema”.

L’OPA PER BFC MEDIA

Nel frattempo Iervolino ha compiuto già una rivoluzione in Bfc media, l’acquirente de L’Espresso. Il 25 aprile l’imprenditore napoletano tramite la sua società Idi ha promosso un’Opa per l’acquisto di tutte le azioni di Bfc Media società di cui ora detiene il 51%, acquisito dal fondatore Denis Masetti.

In data 29 marzo si era perfezionata la cessione del 51% del capitale sociale da Jd Farrods Group Luxembourg Sa alla società Idi Srl.

LA GOVERNANCE

Lo scorso 21 aprile l’assemblea di BFC Media, oltre ad aver approvato il Bilancio 2021 ha nomina il nuovo Cda: confermati il Presidente Denis Masetti; Mirko Bertucci e Alessandro Rossi, entrano nel Consiglio Marco Forlani (Amministratore Delegato), Paola Picilli (Consigliere Indipendente), Mario Miele, Maurizio Milan e Massimiliano Muneghina.

IL TIMONE AFFIDATO A MARCO FORLANI

Infatti Iervolino ha affidato la carica di ad di Bfc Media a Marco Forlani. “Figlio dell’antico segretario e presidente della Democrazia Cristiana, Arnaldo Forlani, da 25 anni si occupa di comunicazione e relazioni esterne, istituzionali ed internazionali – ha rimarcato Professione Reporter. “Dal 2005 è stato senior vice president in Agustawestland ed executive vice president in Finmeccanica. Dal 2016 è socio fondatore del Gruppo di comunicazione integrata Hdrà, di cui è stato amministratore delegato dal 2017 al 2021 e di cui è tuttora executive senior partner. Fra le tante cariche di Forlani all’Espresso hanno notato soprattutto proprio questa in Hdrà, che si occupa di marketing per clienti come Alitalia, Gruppo Caltagirone, Poste italiane, Assopetroli, Federazione Gioco Calcio, Ferrovie dello Stato, Mediaset, Presidenza del consiglio, Rai, Wind, Telecom, Unicredit e Unipol. Tutte aziende su cui L’Espresso ha lavorato e lavora per notizie e inchieste, con possibili futuri conflitti d’interessi, dicono in redazione”.

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