Non solo Siri. Non solo Trivelle. Non solo Cina. Non solo Venezuela. Ora anche Leonardo-Finmeccanica, ovvero l’industria della difesa. È questo il nuovo terreno di scontro fra Lega e Movimento 5 Stelle.
A palesare l’ennesima tensione tra i due partiti della maggioranza, questa volta sul dossier Difesa, è stato ieri il leader della Lega, Matteo Salvini, che nel corso di un’intervista al quotidiano La Stampa ha accennato alla questione, sottolineando le diversità anche in questo caso con il Movimento 5 Stelle e con l’altro vicepremier, Luigi Di Maio, che dagli F-35 ai Camm-Er, ha una posizione non condivisa dal Carroccio.
Non è una novità la divergenza di vedute anche in questo campo tra M5S e Lega. Giorni fa avevano destato attenzione le parole chiare e toste del sottosegretario alla Difesa, il leghista Raffaele Volpi, dirette anche contro il ministro Elisabetta Trenta, voluta dal Movimento di Di Maio alla testa del ministero e nelle grazie della Link Università di Vincenzo Scotti.
D’altronde gli addetti ai lavori hanno anche notato la cura con cui Volpi segue le industrie italiane del comparto, come si è notato nel recente seminario organizzato da EY (qui l’approfondimento di Start Magazine).
LE PAROLE DI SALVINI ALLA STAMPA SOTTOLINEATE DA FORMICHE DI MESSA (LEONARDO-FINMECCANICA)
“Nell’intervista su La Stampa, il leader leghista ha fatto riferimento alle “diversità” con i 5Stelle, inserendo nella categoria tre dossier: Venezuela, dove “avremmo dovuto riconoscere Guaidò”, Cina, su cui le divergenze sono ormai chiare, e proprio la politica di difesa. “I fondi per la difesa per me vanno mantenuti”, ha detto il ministro dell’Interno. “Per difendere la nostra industria e non dipendere da altri”, ha aggiunto, ricordando in chiusura che “il lavoro da fare è molto””. Così Formiche edito da Paolo Messa, direttore Relazioni Istituzionali di Italia di Leonardo-Finmeccanica, ha sintetizzato ieri l’intervista del vicepremier del Carroccio al quotidiano diretto da Maurizio Molinari.
Ecco perché #Salvini va all’attacco (anche) sulla #Difesa.
L'intervista a La Stampa svela un cambio di linea. L'articolo di @SPioppi @matteosalvinimi @IAIonline @Eli_Trenta https://t.co/q11rlgdsk9 … pic.twitter.com/rWHAB3Jv6m
— Formiche (@formichenews) April 28, 2019
D’altronde, come rimarcato giorni fa da Start Magazine, le divergenze che finora erano per lo più sottotraccia sull’industria della difesa, in primis Leonardo-Finmeccanica ma non solo, sono venute allo scoperto tra le righe dell’intervista rilasciata il 17 aprile al Corriere della Sera da Raffaele Volpi, sottosegretario alla Difesa, esponente di spicco della Lega e molto apprezzato dal comparto industriale della difesa e dell’aerospazio italiano.
LE TENSIONI LEGA-M5S SU DIFESA E AEROSPAZIO
Volpi ha toccato alcuni aspetti e dossier in cui di fatto Lega e Movimento 5 Stelle sono in latente contrapposizione: dagli investimenti nel settore e dunque anche a beneficio di aziende come Leonardo al programma F-35 (qui l’approfondimento di Start Magazine), passando per i tagli ai missili Camm-Er di Mbda e non solo.
F35 E NON SOLO, CHE COSA DIVIDE LEGA E M5S
Ma è sulle “questioni ideologiche” che si appuntano le attenzioni degli osservatori del settore, come ad esempio i rappresentanti dell’Aiad, l’associazione delle aziende del comparto (in primis Leonardo-Finmeccanica). “Il problema è che su certi argomenti esiste anche una valutazione geopolitica. In questo caso, gli F35 sono anche un modo per rinsaldare il nostro storico e indiscutibile posizionamento euroatlantico. E invece – ha concluso Volpi – si continua soltanto a parlare della funzione ‘duale’ della Difesa, il suo utilizzo per scopi non militari. Che nessuno mette in discussione dal Vajont in avanti. Ma non possiamo neppure snaturarne la funzione precipua. E invece, in ogni documento trovi di continuo due termini: oltre a funzione duale, ‘resilienza’. Il problema è insistere sulla postura della Difesa diventa condizionante su come ti attrezzi e cosa compri”. (qui l’articolo di Start Magazine con la posizione dell’Aiad presieduta da Guido Crosetto)
IL DOSSIER CAMM-ER LAMENTATO DA VOLPI
Questioni ideologiche, quelle sollevate dall’esponente del Carroccio, che riguardano anche un altro dossier, quello dei missili Camm-Er: “Per esempio i missili terra-aria non li facciamo più? Eppure nella programmazione della sicurezza entrano”, ha detto Volpi riferendosi alla questione dei missili Camm-Er prodotti da un consorzio in cui c’è Mbda che è partecipata anche da Leonardo-Finmeccanica (qui un approfondimento di Start Magazine sul dossier).