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Spazio

Leonardo-Finmeccanica e non solo, come andrà il settore difesa e aerospazio

Chi c'era e che cosa si è detto al convegno di EY tenuto nei giorni scorsi su aerospazio e difesa ispirato dal sottosegretario alla Difesa, Raffaele Volpi (Lega)

L’11 aprile 2019 – a Roma – nell’ambito del convegno organizzato da EY “La Difesa come volano di crescita dell’economia nazionale”, si è fatto il punto sullo stato e i trend evolutivi del settore Aerospazio e Difesa, a livello internazionale e italiano. All’incontro erano presenti il ministro Elisabetta Trenta e i vertici della Difesa italiana insieme ai leader delle più rilevanti aziende del settore, in primis Leonardo (ex Finmeccanica).

IL RAPPORTO EY

EY ha messo in luce uno scenario favorevole per il settore A&D, che a livello globale è cresciuto (CAGR +2,8% nel periodo 2012-2017; paesi emergenti CAGR +9% contro il 2,2% dei paesi occidentali nel periodo 2015-2017) registrando una marginalità media (Ebit) attorno al 10,4%. Le previsioni per il prossimo biennio sono positive e attrattive per gli investitori, con ritorni medi attesi in crescita ed elevata dinamica di operazioni di M&A (288 operazioni nel 2017).

L’ECONOMIA EUROPEA

Per l’economia europea l’A&D è un settore di valore significativo, con un volume d’affari di 93,7 miliardi di euro e 1,5 milioni di occupati. Nonostante la spesa per la difesa in Europa sia stabile, le mutate priorità geopolitiche degli USA e la Brexit possono porre le condizioni per una crescita. Inoltre, la Commissione UE ha creato un contesto normativo e finanziario favorevole alla spesa e agli investimenti. In particolare, con lo European Defence Fund ha annunciato lo stanziamento di 13 miliardi di euro per il periodo 2021-27, fornendo agli stati le risorse necessarie a sostenere la ricerca di base e lo sviluppo nel settore.

L’IMPATTO NAZIONALE

In Italia l’A&D ha un forte impatto sull’economia nazionale. Il comparto vale 13,5 miliardi di euro, esporta il 70% della produzione, impiega 160.000 persone (incluso l’indotto) ed è il secondo settore per investimenti in Ricerca e Sviluppo (1,4 miliardi di euro). Con questi numeri, e nonostante il Paese dedichi alla difesa una quota contenuta del PIL (attorno all’1,5%), il settore rappresenta un asset decisivo per produzione industriale, export e innovazione.

LE ANALISI

Le analisi EY evidenziano che alcune caratteristiche dello scenario attuale, sia geopolitiche sia tecnologiche, con la diffusione su larga scala del digitale, possono favorire una nuova fase di sviluppo del settore Aerospazio e Difesa. Richiedono, però, anche un cambio di paradigma.

LE MINACCE

La natura delle minacce cui la difesa deve far fronte appare oggi mutata: alle minacce tradizionali si affiancano quelle non convenzionali e ibride, quali attacchi informatici (cyber-warfare), pressioni economiche, attacchi atti a colpire infrastrutture critiche o fonti di approvvigionamento energetico.

IL MERCATO CYBER

In questo contesto la domanda di sicurezza evolve. Il mercato cybersecurity, ad esempio, a livello globale è in forte espansione e si prevede che raggiungerà i 172 miliardi nel 2021. In Italia, si stima una spesa di 1,7 miliardi di euro nel2018 con una previsione di crescita di 3 miliardi al 2021.

IL COMMENTO DI IAVOCONE

“Le tecnologie digitali sono una grande opportunità per integrare e rendere più efficiente l’intera filiera”, ha commentato Donato Iacovone, amministratore delegato di EY in Italia e managing partner dell’area Mediterranea: “Il settore Aerospazio e Difesa in Italia è composto da 2 top player e oltre 4.000 aziende medio-piccole. Da qui l’importanza di integrare e coinvolgere l’intera filiera nel processo di trasformazione digitale. Una supply chain smart, può permettere alle aziende del settore di fare il necessario salto di qualità ottenendo efficienze di spesa che possono essere reinvestite in ricerca. Questo richiede apertura alla contaminazione di altri settori, disponibilità di nuove competenze e adozione di modelli di business innovativi che consentano di sfruttare le aree di mercato con le maggiori potenzialità di crescita. Per esempio quella dei servizi aftermarket, in grado di generare marginalità fino a due volte maggiori rispetto al core business del settore”.

AUSPICIO E SCENARI

Un approccio di open innovation può portare benefici significativi a un settore in cui prevalgono logiche di sviluppo interno all’innovazione. La collaborazione con altri comparti è fondamentale, inoltre, per attrarre nuove competenze, necessarie in questa fase di cambiamento.

Per competere nel mercato mondiale dei talenti il settore ha bisogno, inoltre, di adattare i propri modelli organizzativi, introducendo una maggiore flessibilità nella propria struttura.

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