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Profumo Leonardo Cina

Leonardo, cosa fa e dice Profumo sulla Cina

Ecco che cosa ha detto sulla sfida di Pechino e sulla possibilità per l’Occidente di sganciare la propria economia da quella della Cina, Alessandro Profumo, amministratore delegato di Leonardo, in una intervista per il think tank americano Atlantic Council 

Per Alessandro Profumo, numero uno di Leonardo, sganciarsi al 100% dalla Cina non è possibile.

“Il decoupling completo dalla Cina non è possibile. Dobbiamo gestire il decoupling selettivo. È importante in ogni situazione diversificare le fonti di fornitori per garantire la sopravvivenza, qualunque cosa accada”, ha spiegato nel corso di una recente intervista con il think tank statunitense Atlantic Council.

Posizione decisa quella dell’amministratore delegato del colosso nazionale dell’aerospazio e della difesa rilasciate al think tank di Washington. Eppure fino ad oggi nessuna testata italiana, a parte Startmag, ha ripreso le parole di Alessandro Profumo riguardo la sfida cinese.

Tutti i dettagli.

COSA HA DETTO IL NUMERO UNO DELL’EX FINMECCANICA ALL’ATLANTIC COUNCIL

“C’è una preoccupazione crescente riguardo alla Cina”, ha fatto notare l’intervistatore Matthew Kroenig, senior director of the Atlantic Council’s Scowcroft Center for Strategy and Security, ad Alessandro Profumo.

Sulla sfida della Cina e sulla possibilità per l’Occidente di sganciare la propria economia da quella di Pechino, il numero uno di Leonardo ha spiegato: “Dobbiamo gestire un decoupling selettivo. In ogni situazione, non solo in Cina, la chiave di lettura è la sostenibilità. Bisogna puntare al decoupling della Cina per ragioni strategiche, soprattutto nel settore difesa, non solo per la questione dei chip. Ma non puoi essere indipendente da tutti i fornitori. È importante diversificare la catena d’approvvigionamento così da gestire qualsiasi sfida, così come si è visto nell’aspetto energetico. Anche nel settore cyber la diversificazione è davvero importante”.

Dopodiché il numero uno di Leonardo ha parlato, tra le altre cose, del futuro delle relazioni transatlantiche e le prospettive del settore difesa in Europa (Qui l’articolo di Startmag sui punti principali dell’intervista rilasciata da Alessandro Profumo all’Atlantic Council).

POSIZIONE PASSATA IN SORDINA SULLA STAMPA ITALIANA

Finora però la stampa italiana ha ignorato le parole dell’amministratore delegato del gruppo ex Finmeccanica sulla Cina rilasciate al pensatoio americano. Se Reuters Italia ha ripreso la posizione di Alessandro Profumo riguardo la nuova predisposizione dei paesi europei a investire nella Difesa e la rubrica di Airpress (testata specializzata in difesa ed aerospazio edita dal gruppo Formiche) sul quotidiano La Verità ha citato gli auspici dell’ad di Leonardo sull’apertura del mercato americano, nessun cenno sui riferimenti a Pechino.

In particolare, tra le assenze spicca quella di Formiche.net, quotidiano online specializzato in sicurezza, geopolitica e difesa: il gruppo Formiche fa riferimento a Paolo Messa, top manager proprio del gruppo Leonardo, responsabile delle Relazioni Geo-Strategiche con gli Usa.

LA POSIZIONE DI PROFUMO (LEONARDO) SULLA CINA

Quel che è certo è che fin dal suo insediamento al vertice di Leonardo, Profumo ha sempre delineato sfide e opportunità dalla terra del Dragone.

“Bisogna avere paura della Cina. Sta investendo tantissimo, rappresenta un fortissima minaccia per l’industria aeronautica europea e americana, non vorrei essere nei panni dell’aeronautica civile di Boeing o Airbus“. È quanto sostenne Alessandro Profumo in occasione del suo primo discorso in pubblico in qualità amministratore delegato di Leonardo, parlando all’assemblea dell’Aiad, l’associazione delle industrie aerospaziali e della difesa, nel luglio 2017.

Nel 2018 Profumo dichiarava che come Leonardo “puntiamo ad aumentare presenza in Cina”, commentando la firma del Mou con la cinese Kangdfe Investment nell’ottobre 2018.

“Come annunciato nel nostro piano industriale puntiamo – sottolineava Profumo – ad ampliare la mission della nostra Divisione Aerostrutture, valorizzando in particolare il nostro sito produttivo di Pomigliano D’Arco, e ad incrementare la nostra presenza in Cina, mercato dove siamo già presenti con elicotteri e sistemi del controllo del traffico aereo”.

COME DECOLLANO GLI AFFARI CINESI

Ad oggi, il gruppo ex Finmeccanica ha venduto più di 200 elicotteri civili Leonardo di vario tipo ad operatori cinesi per una vasta serie di servizi sia commerciali che pubblici.

La scorsa estate l’azienda cinese CITIC Offshore Helicopter Company (COHC) ha ordinato a Leonardo quattro elicotteri AW139 per supporto all’industria energetica. L’acquisizione porterà la flotta di elicotteri Leonardo di COHC a 10 unità con 8 AW139, 1 AW169 e 1 AW109 Power.

Inoltre, nella stessa occasione l’azienda guidata da Alessandro Profumo comunicava che la Xiangjiang General Aviation Development Company ha firmato in Cina un contratto per l’acquisizione di un elicottero AW139 e di un AW109 Trekker.

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