Le offerte riservate proposte dai principali operatori telefonici quali Tim, Vodafone e Wind distorcono il mercato delle telecomunicazioni e danneggiano sia i consumatori che una parte dei competitor. In particolare quelli virtuali e Iliad, che in passato è stata accusata di aver aperto la “guerra dei prezzi”.
Nonostante esista la Legge per il mercato e la concorrenza del 2022, questa pratica negli ultimi due anni è diventata ancora più aggressiva e ha generato nei consumatori una crescente sfiducia negli operatori di telefonia mobile.
È quanto emerso oggi al Senato dall’evento “Offerte riservate: regolamentazione e implicazioni sulle dinamiche competitive settoriali”, promosso della senatrice Simona Petrucci (Fratelli d’Italia) in collaborazione con Iliad, in cui sono stati presentati i risultati di uno studio sul mercato delle comunicazioni mobili italiano e di un’indagine di mercato sulla percezione dei consumatori nei confronti della pratica delle offerte riservate.
COSA SONO LE OFFERTE RISERVATE
Per prima cosa, i partecipanti all’evento hanno voluto chiarire il significato di “offerte riservate”, ovvero “offerte commercializzate dai soli operatori storici, sia per il tramite dei propri Main Brand che dei Second Brand, sottoscrivibili esclusivamente dagli utenti di specifici operatori concorrenti”. Questo tipo di offerte – tra l’altro, messe in atto sono in Italia – non è rivolto a tutti e viene principalmente pubblicizzato “attraverso SMS, teleselling e pagine secondarie dei siti web degli operatori”.
Non ha quindi nulla a che fare con la sana concorrenza, che tutela ed è chiara e trasparente nei confronti dei consumatori.
L’obiettivo di queste offerte, come spiegato dal professor Carlo Cambini, ordinario di Economia Industriale presso il Politecnico di Torino, è quello di “catturare il cliente oggi per aumentargli il prezzo domani”. Spesso infatti la proposta con cui viene attratto il cliente è molto allettante ma non sostenibile e per questo si presta in seguito a rimodulazioni che vanno ad aumentare il prezzo e a modificare le condizioni iniziali.
CHI HA CURATO LO STUDIO SULLE OFFERTE RISERVATE
La ricerca – condotta dai professori Cesare Pozzi, ordinario di Economia Applicata presso l’Università di Foggia e vicedirettore del Gruppo di ricerche industriali e finanziarie (Grif) dell’Università Luiss Guido Carli; Davide Quaglione, ordinario di Economia Applicata presso l’Università degli Studi G. D’Annunzio Chieti-Pescara e membro del Grif; e Domenico Lombardi, docente di Practice in Public Policy e direttore del Policy Observatory della School of Government presso l’Università Luiss Guido Carli – ha analizzato le dinamiche competitive del settore e le implicazioni economiche delle cosiddette “offerte riservate”, alla luce della recente innovazione normativa introdotta dalla Legge per il mercato e la concorrenza nel 2022.
GLI EFFETTI DELLE OFFERTE RISERVATE
Dallo studio è emerso che le offerte riservate tendono a innescare delle spirali di offerte a ribasso e meccanismi di triangolazione tra gli operatori, rendendo il fenomeno sempre più radicato. Questo non solo limita la capacità degli operatori di investire in nuove tecnologie e migliorare i servizi, ma indebolisce gli operatori concorrenti, in particolare i nuovi entranti; ostacola l’ingresso di nuovi operatori nel mercato; e limita la competizione diretta nel mercato tra gli operatori storici stessi.
UN FAR WEST CHE NECESSITA DI ESSERE NORMATO
Ecco perché secondo gli esperti è necessario un intervento normativo incisivo dato che la riforma introdotta con la cosiddetta Legge Concorrenza 2022 non ha in alcun modo limitato la commercializzazione di offerte riservate.
Gli operatori incumbent, infatti, anche con i propri Second Brand, continuano a proporre offerte riservate basate sull’operatore di provenienza. Queste offerte sono la maggior parte del ventaglio tariffario degli operatori incumbent e sono cresciute significativamente fino a raggiungere un picco nel 2024.
Per fare un esempio, nella sola giornata del 31 luglio 2024 erano attive 97 diverse offerte mobili, di cui 84 proposte dagli incumbent (con 62 offerte riservate), creando un mercato altamente frammentato e complesso da navigare per i consumatori.
IL SENTIMENT DEI CONSUMATORI
A sondare la percezione dei consumatori nei confronti della pratica delle offerte riservate ci ha pensato un’indagine di mercato condotta da Swg, da cui è emersa una marcata sfiducia, oltre che confusione, davanti al marketing aggressivo utilizzato da alcuni operatori di telefonia mobile.
In particolare, 6 italiani su 10 faticano a orientarsi nel mercato e sembra esserci la consapevolezza che tutti gli operatori fanno delle offerte all’apparenza convenienti, ma alla fine trovano sempre il modo per far pagare di più. Per questo, il 70% dei consumatori preferisce pagare un prezzo più alto per evitare rimodulazioni delle tariffe.
Le offerte riservate sono pertanto considerata dalla maggioranza ingiuste o ingannevoli e responsabili di togliere trasparenza e chiarezza a un settore in cui è già difficile tenere il passo. Ecco perché ben 3 intervistati su 4 auspicano l’intervento dello Stato per regolamentare il mercato in maniera più rigida e garantire standard sostenibili per tutti gli operatori.