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La tirchieria di Mef e Retelit (Asterion) su Sparkle zavorra Tim?

Che cosa succede in Borsa al titolo Tim dopo l'offerta di Mef e Retelit (fondo Asterion) per Sparkle. Fatti, numeri e commenti

L’offerta in tandem tra Mef e Retelit (Asterion) su Sparkle ha affossato il titolo Tim in Borsa.

Seduta da dimenticare quella di ieri per l’operatore telco che ha chiuso con una perdita di oltre -7%, registrando una performance tra le peggiori del Ftse Mib. Lo scivolone arriva dopo la ricezione dal ministero dell’Economia e delle Finanze e da Retelit – operatore di rete in fibra ottica italiano di proprietà del fondo spagnolo Asterion – dell’offerta vincolante per l’acquisto di Sparkle.

La proposta, subordinata tra le altre cose al completamento del processo di finanziamento, conferma per Sparkle un enterprise value di 700 milioni di euro ed è valida fino al 27 gennaio prossimo, comunica la nota del Tesoro.

La vendita di Sparkle fa parte del piano del ceo di Tim Pietro Labriola di separarsi dalle attività di rete fissa per ridurre il suo debito. A luglio Tim ha finalizzato la cessione della rete al fondo statunitense Kkr. E resta ora da chiudere la partita per la società dei cavi sottomarini.

Ancora in calo il titolo Tim oggi a Piazza Affari: alle 12.30 le azioni scambiano a 0,24 euro in calo del 2,55%. Oggi la società ha programmato una riunione del cda per iniziare a discutere l’offerta, secondo indiscrezioni stampa.

Ma perché allora il titolo dell’ex Telecom Italia è sprofondato ieri in Borsa dopo l’offerta?

La notizia, che pure non ha portato grandi elementi di novità perché la valutazione è in linea con quella che era circolata nelle indiscrezioni di stampa e con le previsioni degli analisti, è stata bene accolta dagli analisti,  rileva Radiocor. È quindi possibile che si tratti del più classico “sell on news”, tanto più che il titolo in dicembre era salito molto (+21,8% alla chiusura di ieri) e non stupisce che ci siano delle prese di beneficio.

Tutti i dettagli.

LA PRIMA OFFERTA RESPINTA A INIZIO ANNO

Facciamo un passo indietro: lo scorso febbraio Tim aveva respinto una precedente offerta da parte del solo Mef che valutava Sparkle 625 milioni di euro riconosciuti al closing più altri 125 milioni di earnout, “erogabili cioè al verificarsi di determinate condizioni che, si dice, non fossero proprio facilmente realizzabili” come spiegava il Sole 24 Ore.

Da allora, tuttavia, dal bilancio 2023 di Tim, pubblicato dalla società ad aprile, emerge che a fine dicembre la società ha svalutato la partecipazione di Sparkle di 107 milioni di euro, per una valutazione finale a 431 milioni (e 481 milioni in quello della Spa).

L’OFFERTA VINCOLANTE PRESENTATA IERI DA MEF-RETELIT

Ieri Tim ha confermato di aver ricevuto dal Mef e da Retelit l’offerta vincolante per l’acquisto di Sparkle che prevede per l’asset un enterprise value di 700 milioni di euro.

La mossa si sposa con gli sforzi del governo italiano per assicurarsi il controllo di Sparkle, la società che gestisce oltre 600.000 chilometri di cavi sottomarini internazionali, ritenuta strategica.

Da parte sua Tim ha fatto sapere che “avvierà quanto prima il relativo processo di valutazione e decisione”.

PERCHÉ SCIVOLA IL TITOLO TIM SULL’OFFERTA PER SPARKLE

Ma se non si parla più del meccanismo di earnout (come la precedente offerta), visto che l’offerta garantirebbe invece a Tim di incassare subito 700 milioni, risparmiando sugli investimenti in conto capitale per la rete dei cavi, la proposta è comunque inferiore alla precedente.

“Sullo scivolone del titolo, in ogni caso pesano anche altri fattori: come il calo del real brasiliano, che influenza i risultati dell’operatore telefonico in quel Paese quando sono espressi in euro; e il fatto che l’azione Tim venga da un periodo in cui era salita di oltre il 20%, spingendo così possibili prese di beneficio. I 600 mila chilometri di cavi sottomarini di Sparkle, che raggiungono anche gli Stati Uniti, l’Africa e l’Asia e rappresentano la quinta rete Internet al mondo, nonché ovviamente la prima in Italia, sono un pezzo di infrastruttura digitale su cui un governo molto attento ai temi della sicurezza vuole avere libertà di manovra”, spiega oggi Repubblica.

Come risultato della vendita, si prevede che il Mef avrà una quota di circa il 70% in Sparkle, con Retelit (Asterion) che deterrà il restante 30%.

IL COMMENTO DEGLI ANALISTI

Infatti, secondo gli analisti di Intermonte, “pur non generando plusvalenza, la cessione dell’asset consente alla ServCo di Tim di incassare ulteriori risorse finanziare da destinare al suo piano di rilancio e abbattere il debito, senza compromettere il profilo di generazione di cassa (Sparkle non destinata a generare cassa in arco piano)”. Anche per Equita “si tratta di una notizia positiva per il titolo a nostro avviso in quanto consente a Tim di monetizzare un asset non più strategico, fin dall’origine inserito nel progetto di delayering presentato dal Ceo Labriola, e non di supporto alla cash generation del gruppo nel periodo 2024-2026”.

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