Tim archivia il primo semestre dell’anno ancora in rosso, ma in linea con le attese.
Ieri il consiglio di amministrazione della società guidata da Pietro Labriola, riunitosi sotto la presidenza di Alberta Figari, ha approvato la relazione finanziaria semestrale al 30 giugno 2024. L’ultimo cda prima della pausa estiva aveva approvato infatti i conti preliminari e confermato le guidance per il 2024.
L’operatore tlc conferma i ricavi a quota 7,1 miliardi di euro nel primo semestre del 2024. Il bilancio è ancora in perdita: -646 milioni di euro, comunque in miglioramento rispetto a -813 milioni di euro nel primo semestre 2023. Anche il debito finanziario netto after-lease è in calo a 8,1 miliardi dopo cessione Netco. L’operazione di vendita della rete era infatti il fulcro della strategia di Labriola per ridurre il debito di 14 miliardi di euro che ha zavorrato finora Tim.
“I numeri non sono rappresentativi del vecchio perimetro né, completamente, del nuovo perimetro: il business di NetCo, la rete fissa ceduta a Kkr lo scorso primo luglio, è classificato come attività destinata a essere ceduta (discontinued operations)”, ci tiene a precisare la nota del gruppo.
Aprono in calo dello 0,6% le azioni di Tim dopo che ieri sera la società ha presentato i primi conti dopo la cessione della rete a Kkr. Alle 12 il titolo Telecom Italia recupera lo 0,73% a 0,25 euro.
RIDOTTO IL ROSSO IN BILANCIO
La riunione del board ha fatto un punto sul nuovo gruppo Tim una volta separata e venduta la rete fissa alla cordata capeggiata da Kkr, approvando i conti definitivi del primo semestre, comprendenti dunque anche l’ultima riga di bilancio, in rosso come da attese.
I risultati – prosegue una nota – che evidenziano un risultato netto attribuibile ai soci della controllante pari a -646 milioni di euro (-813 milioni di euro nel primo semestre 2023), non sono da considerarsi rappresentativi degli andamenti del Gruppo in continuità, né del nuovo perimetro aziendale ServCo, che si compone di Tim Consumer, Tim Enterprise e Tim Brasil.
RIGUARDO I PROVENTI DELLA CESSIONE DELLA RETE
Inoltre, il management fa sapere che il provento derivante dall’operazione di cessione di NetCo sarà rilevato fra gli utili da attività cessate nel conto economico del secondo semestre 2024. “L’impatto atteso sul conto economico del gruppo Tim – precisa il comunicato del gruppo – in termini di plusvalenza netta, già tenuto conto dell’attribuzione dell’avviamento sul valore ceduto, ammonta a 0,2 miliardi”.
CONFERMATI I RISULTATI PRELIMINARI
Come già detto, Tim conferma i risultati preliminari e gestionali ‘like-for-like’ relativi a ServCo comunicati al mercato lo scorso 31 luglio, quindi: ricavi totali pari a 7,1 miliardi di euro (+3,5%), ricavi da servizi a 6,7 miliardi di euro (+4%); ebitda pari a 2,1 miliardi di euro (+9,4%), ebitda after lease pari a 1,8 miliardi di euro (+13%); Con riferimento ai risultati economici di ServCo, il perimetro che comprende Tim Consumer, Tim Enterprise, Tim Brasil e Sparkle, le informazioni preliminari e gestionali ‘like-for-like’ sono elaborate simulando gli effetti dell’operazione di separazione di NetCo.
DEBITO IN CALO DOPO CESSIONE NETCO
A seguito della vendita di NetCo, perfezionata il primo luglio, l’indebitamento finanziario netto rettificato After Lease pro-forma del gruppo Tim ServCo risulta pari a 8,1 miliardi di euro, in linea con le previsioni.
CONFERMATA LA GUIDANCE
Alla luce di ciò, il gruppo conferma quindi le guidance per l’intero esercizio, che prevedono per il 2024 una crescita dei ricavi di gruppo del 3-4%, una crescita dell’Ebitda After Lease di gruppo del 8-9% ed un Indebitamento Finanziario Netto After Lease inferiore o uguale a 2 volte l’Ebitda After Lease e pari a circa 7,5 miliardi di euro.
IN ATTESA DI CONOSCERE IL FUTURO DI SPARKLE
Infine, tra le attività del gruppo c’è ancora Sparkle, società dei cavi sottomarini per i collegamenti internazionali, che è stata opzionata dal Tesoro, ricorda Il Sole 24 Ore. Indiscrezioni stampa riferivano che l’Italia sta preparando un’offerta per acquistare l’unità di cavi sottomarini Sparkle in un consorzio con la società di investimenti spagnola Asterion Industrial Partners.