skip to Main Content

Whirlpool

La lettera via Pec di Whirlpool con i licenziamenti, il testo integrale

Whirlpool rifiuta le 13 settimane di cassa Covid: avviate le procedure di licenziamento per i dipendenti dello stabilimento di via Argine a Napoli. Che cosa si legge nella lettera inviata ai sindacati

 

I lavoratori del gruppo Whirlpool in Italia organizzeranno uno sciopero di otto ore il 22 luglio per protestare contro i licenziamenti nello stabilimento di Napoli.

Lo hanno deciso le segreterie nazionali di Fim, Fiom e Uilm, insieme al coordinamento sindacale di Whirlpool hanno deciso nel corso della riunione tenutasi questa mattina. È quanto si legge in una nota diffusa dalle sigle sindacali.

I sindacati hanno accusato la multinazionale statunitense degli elettrodomestici di “arroganza” nell’ignorare le loro richieste.

Whirlpool ha deciso infatti di aprire le procedure di licenziamento per i 359 dipendenti a dispetto delle richieste dei sindacati e governo di utilizzare prima le 13 settimane di cassa integrazione previste dall’intesa sottoscritta da Cgil, Cisl, Uilm e Confindustria con l’esecutivo.

All’indomani del tavolo al Mise in cui ha ribadito la volontà di procedere, ieri il gruppo ha inviato le missive in forma di mail pec alle segreterie territoriali di settore.

LA LETTERA INTEGRALE NVIATA DA WHIRLPOOL

Sulla mossa del colosso americano si è espresso anche il ministro del Lavoro Andrea Orlando su La Stampa: sui licenziamenti “non basta che le imprese comunichino la loro decisione a un tavolo: la legge vuole che ci sia una interlocuzione. Non e’ solo un problema di mail, ma bisogna ascoltare le parti sociali e valutare se ci sono soluzioni che consentono di evitare il disimpegno dall’investimento, questo prevede la legge”.

Tutti i dettagli sugli ultimi risvolti sulla vertenza Whirlpool, parallela in questi giorni a quella di Gianetti Ruote e Gkn.

COME SI È MOSSO IL GRUPPO WHIRLPOOL

Continuano le proteste a Napoli dei lavoratori dello stabilimento Whirlpool di via Argine chiuso dalla multinazionale americana il primo novembre 2020, a due anni da un accordo che ne prevedeva il rilancio e il mantenimento dei livelli occupazionali. Degli oltre 420 dipendenti del sito, sono rimasti 327 i nomi nell’elenco degli esuberi poer cui è stata avviata la procedura di licenziamento con una mail pec dell’azienda. Whirlpool ha rifiutato dunque le 13 settimane di cassa integrazione del decreto fisco e lavoro messe a disposizione dal Governo. Una volta scaduto il divieto generalizzato ai licenziamenti in vigore da febbraio 2020, la multinazionale ha deciso di avviare la procedure di licenziamento per i dipendenti dello stabilimento di Napoli.

AVVIATA LA PROCEDURA DI LICENZIAMENTO COLLETTIVO

La comunicazione ai sensi degli articoli 4 e 24 della legge 223/91, che prevede una tempo di 75 giorni per cercare eventuali soluzioni alternative e segna di fatto l’avvio dei licenziamenti, esplicita che “la cessazione di attività dello stabilimento di Napoli è da intendersi finale e definitiva” e che la situazione “non consente di adottare misure alternative per minimizzare l’impatto sul personale” della procedura. Nelle oltre 70 pagine (11 di lettera e il resto di allegati), notificata sempre via pec, si sottolinea anche che non c’è “l’intenzione di richiedere ulteriore ammortizzatori sociali ordinari e straordinari, in ragione il fatto che le attività presso lo stabilimento di Napoli è definitivamente cessata il primo novembre 2020 e non si è ad oggi manifestata alcuna concreta possibilità di reindustrializzazione del sito”.

NESSUNA POSSIBILITÀ DI ASSORBIRE  GLI ESUBERI PER IL COLOSSO AMERICANO

“Non vi è alcuna possibilità di riassorbire il personale in esubero interessato nelle altre sedie della società territorialmente prossime”, si legge ancora. “Inoltre non è possibile utilizzare altre misure di lavoro flessibile alternative sempre in ragione della definitiva cessazione di attività”. Come da normativa, “la società si dichiara disponibile a valutare insieme ai sindacati e i ministeri competenti durante la procedura di consultazione”, ed entro il termine della medesima, appunto 75 giorni, misure sociali “per ridurre le conseguenze negative per la forza lavoro interessata della cessazione contratti di lavoro”.

L’UNICA SOLUZIONE AMMESSA DA WHIRLPOOL

“L’unica soluzione concretamente identificata dallo scrivente (per non arrivare ai licenziamenti, ndr.) consiste nella cessione dello stabilimento di Napoli ad altro operatore industriale, che avrebbe effettuato una riconversione aziendale garantendo un futuro all’impianto ed il mantenimento degli attuali livelli occupazionali”. Tuttavia, “non è stata presa in considerazione delle organizzazioni sindacali” sottolinea la lettera.

DE LUCA SOLLECITA DRAGHI PER PIANO REINDUSTRIALIZZAZIONE

Nel frattempo, il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, fa sapere di aver sollecitato il presidente Draghi “dopo l’incontro a Santa Maria Capua Vetere perché si utilizzino le prossime settimane per presentare un piano di reimpiego e reindustrializzazione per le centinaia di lavoratori Whirlpool”.

LA POSIZIONE DEL MINISTRO ORLANDO

Infine, oggi anche il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, in un’intervista a La Stampa, è intervenuto sulla vertenza ipotizzando sanzioni per le multinazionali che delocalizzano in altri Paesi per evitare nuovi casi come quelli di Gkn e Whirlpool. “Bisogna utilizzare questa ondata di finanziamenti che avremo col Recovery plan per responsabilizzare di più le imprese e legarle con più forza al Paese nel quale operano e dal quale ricevono sussidi, e tutti gli strumenti che vanno in questa direzione vanno utilizzati”, ha detto Orlando.

“Per questo proporrò al ministro Giorgetti di confrontarci per rafforzare questo tipo di misure che già esistono ma che oggi, evidentemente, non sono sufficienti ed incisive”, ha spiegato il ministro che giudica invece inutile intervenire di nuovo sul blocco licenziamenti. “A questo punto ripristinare il blocco ex post sarebbe complicato e non avrebbe effetti”, ha osservato, “la nostra grande attenzione a questo punto va posta alla prossima scadenza di ottobre. Per questo occorre far seguire alla fine del blocco la riforma degli ammortizzatori sociali perché in questo caso avrà una forte valenza visto che estenderemo le copertura anche alle piccole imprese con un sistema di paracaduti più efficiente di quello che oggi esiste”.

LA LETTERA INTEGRALE NVIATA DA WHIRLPOOL

Back To Top