skip to Main Content

Arnese

Ita traballa, Cdp non telefona con Vivendi su Tim, i profiterole di Bettini gustati dal Corriere della Sera

Ita, Tim, Cdp, Vivendi, Bettini, profiterole, vaccini e non solo. Pillole di rassegna stampa nei tweet di Michele Arnese, direttore di Startmag

 

IL GIORNALISMO APPARECCHIATO A CASA BETTINI. OTTIMI I PROFITEROLE

 

COME VA IL PIL CINESE?

 

PUTIN NON RUSSA

 

VACCINI AGGIORNATI?

 

QUARTA DOSE?

 

CDP NON ORCHESTRA PIANI CON VIVENDI SULLA RETE TIM

 

DOMANI VA IN PICCHIATA SU ITA DI ALTAVILLA

ESTRATTO DELL’ARTICOLO DI DOMANI QUOTIDIANO SU ITA E ALTAVILLA:

«Ita non ha oggi e non avrà neanche nel 2025, con il raddoppio della flotta, dimensioni che le consentono di stare da sola sul mercato».

Non lo dice un qualche analista del trasporto aereo menagramo e malevolo, non qualche sindacalista particolarmente arrabbiato per la macelleria sociale allestita con il passaggio di consegne dalla vecchia Alitalia alla nuova compagnia e neanche qualche cronista ipercritico per partito preso. Lo dice il numero uno dell’azienda, Alfredo Altavilla, ex Fiat della scuola di Sergio Marchionne, messo in pista dal governo italiano e presentato come il cavaliere bianco che dopo decenni di fallimenti avrebbe riportato agli onori del mondo la vecchia e disastrata compagnia di Fiumicino.

Messo in chiaro il messaggio è: inutile tentare di migliorare un po’ le cose aspettando la fine delle condizioni pessime imposte dal covid e l’arrivo della stagione estiva che è la più propizia per il trasporto aereo. Ci vuole un’«alleanza» immediata che considerate le condizioni in cui Ita si trova, certificate dallo stesso Altavilla, non può essere un accordo tra pari, ma è sinonimo di vendita. Anzi, per dirla tutta, è sinonimo di svendita, una specie di stagione dei saldi del trasporto aereo. Siccome però i pretendenti possono essere più di uno, da Lufthansa ad Air France fino a British Airways che considerano Ita il pertugio per arrivare a mettere le mani sull’abbondante mercato italiano, allora Altavilla trattando l’affare come a un tavolo da poker dice che solo chi «mette i soldi sul tavolo» può andare a vedere.Ma se le cose stanno così sono obbligatorie queste semplici domande: che senso ha e che senso ha avuto tutta l’operazione di Ita?

Se deve essere venduta senza che sia mai di fatto partita perché è stato permesso ai nuovi capi di fare la macelleria sociale che hanno fatto, perché ci si affanna intorno ai piani industriali che al massimo saranno un affare che riguarda il compratore e perché sono stati acquistati con un’enfasi fuori luogo 28 aerei Airbus con una spesa mai resa nota, ma che dovrebbe abbondantemente superare il miliardo di euro?

E perché nessuno dice che arrivati a questo punto non ha senso andare avanti con i programmi annunciati tirando fuori altri soldi per acquistare altri aerei?

Alla fine c’è la domanda delle domande: perché governo e parlamento hanno stanziato la bellezza di 3 miliardi di euro per un’impresa senza futuro?

Lo sapevano fin da allora che stavano buttando soldi al vento o l’hanno scoperto strada facendo grazie alla aggressiva franchezza del presidente Altavilla?

In un caso e nell’altro siamo di fronte a un comportamento estremamente superficiale, l’ennesimo spreco scaricato sulle spalle dei contribuenti.

A meno che tutto ciò non rientri in un piano non detto e non dicibile e quel che sta succedendo abbia una sua logica, anche se nascosta e perversa. E cioè che lo stato italiano, i contribuenti italiani stiano pagando il futuro compratore di Ita, che gli stiano apparecchiando la tavola imbandita, cioè una compagnia alleggerita da quelle che a torto o a ragione vengono considerate le «scorie» rappresentate da un eccesso di dipendenti e di trattamenti di privilegio che per la verità non esistono più da anni. E nel frattempo venga allestita una compagnia transitoria e finta, ricca però di una flotta nuova di zecca. Ma forse questa è solo una fantasia da complottisti.

+++

REUTERS SU CDP, TIM E VIVENDI:

Cdp non sta studiando alcuna operazione su Tim con l’azionista Vivendi, afferma una fonte vicina a Cdp. In quanto investitore istituzionale Cdp è attenta che le scelte strategiche di Tim avvengano nell’interesse della società e nel rispetto delle necessità del Paese in materia di processo di digitalizzazione, potenziamento delle infrastrutture, attenzione alle problematiche occupazionali e opportunità offerte dal Pnrr, prosegue la fonte. È prerogativa del Cda di Tim esaminare e approvare il nuovo piano strategico della società, spiega.

Cdp, azionista al 10%, spinge per un piano alternativo all’offerta d’acquisto giunta dal fondo Usa Kkr, scrive La Repubblica di sabato. Il piano, di fatto quello a cui sta lavorando il direttore generale Pietro Labriola, prevedrebbe la scissione di Tim in una società di servizi telefonici e una di rete, si legge. Su tale progetto, spiega Repubblica, Cdp cercherà la collaborazione del primo azionista, la francese Vivendi.

Secondo il Sole 24 Ore di sabato la risposta del board di Tim alla richiesta di due diligence da parte di Kkr non arriverà prima del 2 marzo, quando verranno approvati i conti 2021 e sarà pronto il piano strategico-aziendale di Labriola.

Back To Top