IL TAR ROTTAMA IL PARACETAMOLO NELLA VIGILE ATTESA
Tar Lazio. Il contenuto della nota ministeriale sulla gestione domiciliare dei pazienti con SARS-CoV-2 in cui si prevede "vigilante attesa" e Paracetamolo è "in contrasto con l'attività professionale così come demandata al medico nei termini indicati dalla scienza". (Ansa)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 16, 2022
MASCHERINE ALL’APERTO?
"Se sto camminando da solo o con dei familiari, è utile tenere bocca e naso coperti? Dal punto di vista medico la risposta è no". (Carlo Federico Perno, direttore dell’Unità di Microbiologia all’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 16, 2022
IL PIANO DI VERDINI SU BERLUSCONI AL COLLE
""Così eleggiamo Silvio". Lettera segreta di Denis a Dell'Utri e Confalonieri. Un messaggio di Verdini disegna la strategia per portare Berlusconi al Quirinale. Con un occhio al genero Salvini". (Il Tirreno)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 16, 2022
IL DOPPIO GIOCO DI SGARBI IL TELEFONISTA
“Quirinale? Sarà indubbiamente Draghi il prossimo presidente della Repubblica. Draghi è l’unico ad avere i numeri. Con questa pantomima il centrodestra continua a prendere per il culo e a illudere Berlusconi, che non ha chances“. (Vittorio Sgarbi a Radio Radicale, 5/12/2021)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 16, 2022
CARTOLINE PENTECOSTALI
"Secondo le stime citate dal Wall Street Journal, per colpa dell’avanzare dei pentecostali, ed anche a causa dell’aumento dei non credenti, presto l’America Latina non sarà più cattolica". (Repubblica)
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In America Latina il Paese nel quale i pentecostali crescono più velocemente è il Brasile. Tanto che entro l’anno potrebbero superare i cattolici. (Repubblica)
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SALUTI DA TIKTOK
Charli D’Amelio, che nel 2019 ha iniziato a postare su TikTok video di sé che balla, ha portato a casa 17,5 milioni di dollari l’anno scorso. La paga media dei Ceo delle aziende quotate incluse nello S&P 500 è di 13,4 milioni di dollari nel 2020. (Wall Street Journal)
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RETE UNICA? BAH, BOH
"Se da una parte la rete unica sembra difficilmente realizzabile nel breve, nel medio-lungo periodo le sinergie sprigionabili da un’integrazione delle infrastrutture di Telecom e Open Fiber rischierebbero di annullarsi". (Sole 24 Ore)
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IL PIANO CDP-VIVENDI SULLA RETE SEGA L’OPA DI KKR
Tim, il piano di Cdp e Vivendi: dividerla senza Opa e senza Kkr. (Repubblica)
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ESTRATTO DELL’ARTICOLO DI GIOVANNI PONS DI REPUBBLICA SU TIM, CDP, VIVENDI E RETE UNICA:
Dopo tanti anni di discussioni teoriche ora la strada verso la separazione della rete di Tim dalla sua attività commerciale sembra aver imboccato una strada condivisa, anche se gli ostacoli sul suo cammino sono ancora molti. La differenza rispetto al passato è che sarà la Cassa Depositi e Prestiti, azionista al 10% di Telecom, a spingere per fare in fretta questa operazione. Il suo obiettivo finale, come anche quello del Mef (suo principale azionista all’85%), è quello di realizzare una rete unica a banda larga diffusa e indipendente al servizio del paese. Obiettivo che mal si concilia con quello di un fondo infrastrutturale di private equity, come lo sono Kkr o Cvc, che puntano a una generosa remunerazione del capitale per i propri azionisti in un certo numero di anni. Per questo la Cassa cercherà di guidare lei stessa le operazioni, senza cedere il pallino ai fondi, o comunque tenendoli a bordo ma seduti sul sedile posteriore. E vedere se con il socio di maggioranza relativa Vivendi (23,9% di Tim) si riesce a ricreare un clima di fiducia per remare nella stessa direzione. Sul percorso si accavallano però questioni tecniche e di tempistica. È possibile fare la scissione in due (o tre) della Tim tenendo le società quotate in Borsa e con la governance attuale? La risposta è sì se si vogliono accorciare i tempi e usufruire anche dei soldi del Pnrr per realizzare nuovi investimenti per ammodernare la rete. L’idea di Kkr di lanciare un’Opa, togliere la società dal mercato per poi provvedere a spezzettarla richiede più capitali e più tempo. Per questo motivo Cdp e Vivendi tenderebbero a escluderla e a realizzare una scissione della società quotata, che alla fine del percorso assegnerà agli azionisti due titoli diversi, una per la Netco (la rete) e uno per la Service (il servizio commerciale); così ogni azionista avrà la facoltà di tenere, vendere, comprare le due azioni a suo piacimento. Il piano che l’attuale direttore generale Pietro Labriola sta mettendo a punto con gli advisor Mediobanca e Vitale è proprio questo, nella sostanza lo stesso piano di Kkr ma senza lanciare un’Opa. Bisognerà decidere quanto debito, del totale di 22 miliardi netti, andrà accollato alla Netco e quanto alla Service, attraverso un prestito ponte erogato dalle banche che permetterà di rimborsare quello esistente e di emettere nuovi bond. E soprattutto come riallocare i 40 mila dipendenti nelle due società separate.