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Ita Airways fa carburare Ludoil di Ammaturo (l’Espresso)

Ludoil, azienda petrolifera che controlla il settimanale l'Espresso, sigla un accordo con Ita Airways: rifornirà la flotta in partenza da Fiumicino. Tutti i dettagli

Nuovo colpo per Ludoil. La società, attiva nella vendita, nella logistica e nella distribuzione dei prodotti petroliferi, si è aggiudicato la fornitura di una quota di jet fuel e biojet (carburante avio) per alimentare la flotta della compagnia italiana ITA Airways presso l’aeroporto di Roma Fiumicino.

TUTTI I NUMERI DELLA LUDOIL

Il gruppo Ludoil, di proprietà della famiglia Ammaturo, controllato dalla società capogruppo Ludoil Energy, ha base a Nola, in provincia di Napoli. La Ludoil, con un capitale sociale da 15 milioni di euro e controllata al 100% da Donato Ammaturo, presidente e ad del gruppo, sul suo sito scrive che nel 2022 ha fatturato 1,68 miliardi di euro e ha realizzato un Ebitda da 52 milioni di euro. Secondo i dati elaborati dal Centro studi CoMar, nel 2022 il margine operativo netto per il 2022 è stato di 10.134.000, in aumento rispetto al 2021 (7.970.00).

A salire sono stati anche i dipendenti, passati da 168 a 181. Sono scesi i debiti: il rapporto in base al fatturato è passato dal 14,94% del 2021 al 4,99% del 2023. Come riportato sul portale della società, le vendite fanno capo alla Ludoil Energia Srl, mentre la logistica sui vari depositi fa capo a SO.DE.CO. Srl. “Quest’ultima, infatti, detiene le quote delle varie società proprietarie e che gestiscono gli assets petroliferi della Ludoil”. La rete di stazioni di servizio, più di 150 con i marchi Ludoil, Staroil, Italfuel, Alteroil, Easy fuel, tutti di proprietà dell’azienda, e con il marchio convenzionato Eni, fanno capo a Ludoil Re Spa, società collegata al gruppo ma fuori dal perimetro del consolidato.

L’ACCORDO TRA LUDOIL E ITA AIRWAYS

La Ludoil rifornirà i voli in partenza da Fiumicino grazie all’avio carburante presente nei quattro terminali marittimi a Civitavecchia, operati dalla controllata Sodeco che, per il gruppo, si occupa della logistica (oltre a detenere quote delle varie società che gestiscono gli assets petroliferi della Ludoil e quote di Petroli Investimenti S.p.A, Gala Logistica S.r.l., Meridionale Petroli S.r.l. e della Società Petrolifera Gioia Tauro S.r.l.).

Il deposito laziale è collegato all’aeroporto Leonardo da Vinci attraverso un oleodotto lungo 63 km. Il carburante stoccato a Civitavecchia, secondo quanto riportato dalla società, riuscirebbe a soddisfare oltre il 50% del fabbisogno totale di carburante dell’aeroporto e sono inoltre parte del network internazionale JIG, che regola le attività di approvvigionamento, stoccaggio e distribuzione dei carburanti avio.

LA LUDOIL, ITA AIRWAYS E IL GREEN

Il sito della Ludoli mostra anche un altro dato interessante. Nel 2022 la Ludoil ha trattato rifiuti equivalenti a 111Kton. Nel comunicare la nuova partnership la società petrolifera sottolinea che la Ludoil affianca ITA Airways nel percorso di decarbonizzazione delle tratte aeree e che dai depositi di Civitavecchia sarà smistato biojet da fonti rinnovabili.

LA LUDOIL E L’ESPRESSO: DA IERVOLINO A AMMATURO

La passione per il green accomuna il Gruppo Ludoil al vecchio comproprietario del settimanale “L’Espresso”, Danilo Iervolino, per il quale il suo giornale cartaceo doveva essere “per il green e per la pace, per ridurre le disuguaglianze, che sia contro le criminalità, che racconti i volti nuovi che cambieranno il mondo, che sia coraggioso, il giornale di chi ha voglia di cambiamento”.

LA SFILATA DEI DIRETTORI DELL’ESPRESSO: DA ABBATE A ROSSI A BELLAVIA 

A cambiare a “L’Espresso” è stato l’assetto societario e la direzione. A dicembre il settimanale è diventato al 100% di proprietà di Ludoil (fa capo a Nicola Ammaturo, nella foto) che ha acquistato il 51% de L’Espresso Media da BFC Media di Danilo Iervolino, il restante 49% era già di proprietà del gruppo petrolifero campano. A cambiare sono stati anche i direttori. Inizialmente scelto Lirio Abbate che, secondo quanto riportato da Dagospia, fu allontanato dal settimanale fondato da Scalfari per un’inchiesta, pubblicata nell’edizione di domenica 11 dicembre, sull’Amazzonia. L’articolo, firmato da Paolo Biondani e Pietro Mecarozzi, conteneva un attacco durissimo a Exor e Cnh di John Elkann. “Le due società degli Agnelli venivano tirate in ballo tra quelle che finanziano i colossi brasiliani accusati dei roghi che stanno devastando le foreste amazzonica”, si legge su Dagospia. L’allontanamento di Abbate deriverebbe da pressioni fatte da “casa Agnelli”.

Il suo posto fu assegnato a Alessandro Mauro Rossi il quale, quando era ancora direttore di Forbes, si era già occupato del suo nuovo datore di lavoro. “La storia dell’energia in Italia porta impresso il nome di Donato Ammaturo”, scriveva il direttore che definì l’imprenditore “visionario” per aver “trasformato un’azienda familiare, fondata nel 1954 da suo nonno, anche lui Donato, in uno dei gruppi energetici privati più importanti in Europa”. Pochi giorni fa c’è stato un nuovo cambio al vertice del settimanale. “L’Espresso media comunica di aver ricevuto, a seguito della separazione dal gruppo editoriale Bfc, le dimissioni di Alessandro Mauro Rossi dalla direzione de L’Espresso – si legge sul sito del settimanale -. Rossi, a cui vanno i ringraziamenti del gruppo per il grande lavoro svolto sempre con professionalità e impegno, rimarrà con un incarico consulenziale all’interno del gruppo. La responsabilità della testata viene affidata all’attuale vice direttore Enrico Bellavia, con la certezza che saprà guidare al meglio il giornale in un momento così importante della sua gloriosa storia”.

Secondo la ricostruzione di Start Magazine, per Rossi era troppo gravoso l’impegno di dirigere due testate, spostandosi fra Roma, Milano e la Toscana, dove risiede.

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