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Bce

Io, ex Bankitalia, dico: il governo fa benone a non sponsorizzare Enria alla Vigilanza unica europea

Il commento dell'editorialista, Angelo De Mattia, già ai vertici della Banca d'Italia con Antonio Fazio

Domani il Consiglio Direttivo della Bce delibererà, con voto segreto, chi dei due candidati rimasti – Andrea Enria e Sharon Donnery, l’uno attualmente presidente dell’Eba, l’altra vicegovernatore della Banca d’Irlanda – è il prescelto per guidare la Vigilanza unica.

IL RUOLO CONTROVERSO DELL’EBA DI ENRIA

La contesa è, in effetti, non tra giganti, bensì tra personaggi di low profile: Enria ha presieduto l’Eba, in un sostanziale conformismo nei riguardi della Commissione Ue, riscuotendo, e a ragione, molte critiche soprattutto per l’impostazione, la gestione e la comunicazione dei risultati degli stress test. Sono stati maggiori i danni dei benefici di queste prove. La visione della Vigilanza in chiave di netto rigorismo ne farebbe un successore pressoché identico, con un di più di grigiore burocratico, dell’attuale presidente, Danièle Nouy.

PERCHE’ LA GERMANIA APPOGGIA DONNERY

Si sa meno della Donnery, ma almeno si conosce che ella è molto gradita alla Germania. Si vuole, comunque, fare apparire la eventuale designazione di Enria come una sorta di contentino per l’Italia che, così, sarebbe esclusa dall’assegnazione di altre cariche comunitarie a motivo di una nomina che, del pari, risulterebbe gradita alla Germania e agli altri Paesi del Nord. Si pensi, con riferimento alla prima, l’assolutamente distratto atteggiamento tenuto dall’Eba nel confezionare le prove da stress nei confronti dei derivati e, in genere, dei titoli illiquidi: una distrazione particolarmente gradita, non certo all’Italia, ma alla Germania e agli altri Paesi le cui banche sono particolarmente esposte in questi titoli. Ne è derivato uno squilibrio nell’immagine concorrenziale tra diversi sistemi bancari.

COME HA VOTATO IL DEPUTATO DELLA LEGA

L’assenza nel voto con il quale si è avviato il procedimento di nomina presso la Commissione economica dell’Europarlamento da parte di un deputato leghista è ben motivata se ci si ferma all’affermazione secondo la quale non basta il passaporto italiano a favorire il voto a Enria; meno condivisibile è la precisazione che comunque nessuno dei candidati garantiva il sistema Italia, dal momento che si tratta, invece, di dare garanzia all’Europa tutta con requisiti alti di professionalità, capacità, esperienza, imparzialità, idoneità a innovare. (qui l’approfondimento di Start Magazine sul voto)

CHE COSA MANCA NELLA DISCUSSIONE SULLA VIGILANZA UNICA EUROPEA

Per l’Italia, si ha bisogno, come la totale sottovalutazione dei titoli anzidetti «docet», della concreta affermazione di una parità nella normativa, nei controlli, nelle metodologie e nei relativi esercizi. In ogni caso, si arriva ora a una decisione pressoché conclusiva dopo che non vi è stata alcuna riflessione e, tanto meno, un dibattito pubblico sui tre anni di esperienza della Vigilanza unica e sulle caratteristiche salienti che il presidente di un organismo così delicato dovrebbe rivestire. Mancando qualsiasi discorso su impostazione e strategie, tutto sommato è stato opportuno non impelagarsi nella nomina, evitando di sponsorizzarla almeno formalmente da parte del Governo italiano, potendosi affermare che «questo e quella» pari sono.

PERCHE’ DONNERY PUO’ ESSERE FAVORITA

E la differenza di genere potrebbe favorire la Donnery, senza che un tale esito possa essere visto come una forzatura. Ma ciò esige che sulla sostanza, sulla normativa, sulle disposizioni secondarie, sui criteri e sulle metodologie della Supervisione si avvii una iniziativa dello stesso Governo nelle sedi europee deputate, in una con la ripresa della contestazione sui ritardi del progetto di Unione bancaria e sulla necessità di ampliare gli spazi di intervento delle autorità nazionali anche in nome del principio di sussidiarietà. Fa parte di questa necessaria linea di condotta anche l’esigenza di una maggiore responsabilizzazzione del Consiglio Direttivo della Banca centrale sulle decisioni della Vigilanza sulle quali il Direttivo ha l’ultima parola.

 

Articolo pubblicato su MF/Milano finanza

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