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Ecco il problema con gli investimenti Esg

Molti fondi Esg non sono davvero "sostenibili" come dicono di essere. Ecco motivi, dati e grafici.

Nel 2021 gli investitori hanno destinato complessivamente oltre 120 miliardi di dollari in fondi che affermano di contenere, al loro interno, società con ottime credenziali ESG, ovvero quei valori che ne misurano la “sostenibilità” ambientale, sociale e di governance.

CONFRONTI E PREVISIONI

È un valore doppio rispetto a quello registrato nel 2020. E secondo le stime di Bloomberg, entro il 2025 gli investimenti in fondi ESG potrebbero raggiungere i mille miliardi di dollari.

IL PROBLEMA DEI FONDI ESG

I fondi ESG indirizzano i flussi di capitale verso quelle compagnie che si impegnano ad avere un impatto positivo sull’ambiente e sulla società. In questo modo, permettono agli investitori – principalmente fondi pensione e soggetti istituzionali, spiega Quartz – di dire che stanno diminuendo il sostegno ad aziende che agiscono in maniera non etica.

Il problema è che tra le società che si occupano di asset management, come ad esempio BlackRock, non esiste una definizione condivisa di ESG. In altre parole: non c’è un accordo su quali pratiche siano “sostenibili”, e quindi nemmeno sulla creazione di un portafoglio ESG.

Di conseguenza, molti fondi ESG finiscono per avere un’impronta di carbonio (carbon footprint: la stima delle emissioni di CO2 prodotte) non tanto più bassa di quella dello S&P 500, l’indice azionario che raccoglie le cinquecento aziende americane a maggiore capitalizzazione.

IL GRAFICO

Il grafico seguente permette di visualizzare immediatamente la situazione.

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Grafico via Quartz.

L’ANALISI DI WALDREP

Jordan Waldrep, chief investment officer di TrueMark Investments, ha calcolato l’intensità carbonica (quante emissioni di CO2 per milione di dollari di entrate) delle aziende presenti in alcuni dei fondi ESG più popolari, utilizzando i dati sulle emissioni diffusi da queste.

Waldrep ha preso come riferimento l’indice S&P 500 e ha concluso che i fondi ESG analizzati avevano sì un’intensità carbonica inferiore, dovuta essenzialmente all’esclusione delle compagnie petrolifere. Ma molte altre aziende emissive, attive in settori diversi dall’oil & gas, erano comunque presenti.

GREENWASHING

Secondo gli economisti della EDHEC Business School, in Francia i fondi ESG non prestano davvero molta attenzione alle performance climatiche delle aziende. Il parametro principale, quello cioè più determinante per l’inclusione in questi fondi, è piuttosto la capitalizzazione di mercato. Molti fondi ESG, dunque, sono “verdi” sono all’apparenza: utilizzano la sostenibilità in maniera ingannevole, per attirare investitori sensibili al tema, compiendo di fatto un’operazione di greenwashing.

CAMBIAMENTI IN VISTA?

Le cose potrebbero però cambiare presto, scrive Quartz. La Securities and Exchange Commission degli Stati Uniti, cioè l’ente federale che vigila sulla borsa valore, ha già aperto un’indagine contro la divisione di gestione asset di Deutsche Bank che potrebbe aver sovrastimato le credenziali ESG delle sue proprietà. Le autorità di regolazione in America e in Europa stanno lavorando alla definizione di regole precise per gli ESG e la “finanza verde”.

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